Ecco la settimana giusta. Per vedere grande baseball. Per vivere sensazioni forti. Il popolo del batti e corri lo sa e scalpita, pronto a gustarsi – in tutta la loro intensità – due appuntamenti imperdibili.
C'è un fantastico duello sulla strada di Bologna e San Marino, le due squadre che non perdono colpi e che viaggiano affiancate in cima alla classifica con 21 vittorie in 27 partite: ora, però, l'equilibrio è destinato a spezzarsi in questo trittico da vivere con il fiato sospeso in gola. Duello che vale la leadership provvisoria del massimo campionato. Gioca in casa la Fortitudo, ma "gara1" – stasera – è in programma allo stadio di Serravalle nella Repubblica del Titano con protagonisti quattro pitchers stranieri (Matos, Moreno, Bonilla, Cubillan) assolutamente straordinari per la lega italiana. Poi, la serie si trasferirà domani e sabato al "Gianni Falchi" bolognese. Per altre notti da intense emozioni.
L'altro importante appuntamento di questo terzo turno del girone di ritorno dell'Italian Baseball League è allo stadio "Roberto Jannella" della passionale Grosseto. Il confronto, sempre gonfio di fiera rivalità e d'orgoglio, fra i maremmani e il Nettuno è di quelli che trasmettono grandi vibrazioni. In ogni momento di qualsiasi stagione, anche quando le squadre di queste due "città del baseball" non sono proprio in primo piano.
L'ATTACCO O LA DIFESA? – San Marino contro Bologna non è soltanto la sfida fra le due potenze del campionato. Va oltre. Diventa anche un confronto fra due scuole di pensiero, fra due modi diversi di interpretare il baseball. Da sempre il mondo del baseball (a cominciare ovviamente dal Nord America, dove questo meraviglioso gioco prese origine e dove si giocò la primissima partita, esattamente nel giugno di 165 anni fa…) ha diviso i suoi appassionati in due schieramenti. Come si trattasse di due religioni. Da una parte i seguaci dell'attacco, del baseball aggressivo dei battitori e dei fuoricampo; dall'altra gli ammiratori della difesa, quelli che apprezzano la tecnica, la tattica dei lanciatori e le magìe di un interbase, il cervello di un catcher o una spettacolare presa in tuffo di un esterno.
La sciabola contro il fioretto. Il baseball visto con gli occhi della potenza, il baseball visto con gli occhi dell'arte.
E' un confronto di filosofie, eterno argomento di discussione. Il fascino del baseball è anche questo.
La T&A della piccola antica Repubblica di San Marino è stata costruita privilegiando l'attacco. Per esaltare la potenzialità offensiva. Offre indiscutibilmente un'immagine di potenza, questa banda di tempestosi battitori che primeggiano in quasi tutte le graduatorie statistiche d'attacco. Al primo posto per media-battuta di squadra (288), per slugging{947471b319fcfc17ee58fe31e0e3b187459371bac22f8f456d2c94c4a7f47895} (469), per battute valide (263), per ob{947471b319fcfc17ee58fe31e0e3b187459371bac22f8f456d2c94c4a7f47895} (373). E soprattutto per numero di fuoricampo: sono già 33 gli homers confezionati. In 27 partite. Loro sono i "Titano bombers". Gente di classe, di esperienza, di muscoli gonfi d'energia come il venezuelano Carlos Duran (l'uomo che ha vinto la Tripla Corona nella IBL 2010, prodezza che nel campionato italiano di massima serie non avveniva dal 1991 quando la realizzò Roberto Bianchi con la casacca di Milano), come Willie Vasquez altro venezuelano che è stato richiamato quest'anno a San Marino dove aveva conquistato lo scudetto nel 2008, come Lorenzo Avagnina un italiano candidato all'oscar di miglior attore non protagonista (344 di average e un impressionante 567 di slugging), come Anthony Granato che non è più soltanto un difensore sublime ma ora appare anche giocatore di grande concretezza con il bastone fra le mani. E come Jairo Ramos, sornione italovenezuelano dalla vastissima esperienza, alla quattordicesima stagione in Italia, giocatore dalle mille malizie. Jairo è un ex-fortitudino. Un temibilissimo ex. Provvidenziale l'anno scorso a Bologna durante la regular season, per regolarità ed efficacia, fino a raggiungere un mostruoso 696 di slugging nel round robin, per poi accusare una flessione nella serie-scudetto contro Parma. Il general manager del San Marino, Mazzotti, che aveva allenato Ramos a Grosseto, se l'è portato sul Titano. E' stato il primo acquisto di Mauro, già in autunno. E il quarantenne Jairo (40 anni fra ventotto giorni), mancino, ha ancora buon occhio, riflessi e un bel giro di mazza. Va a nozze sulle palle basse: se arrivano dove lui gradisce, le scaraventa lontano. Al contrario, Carlos Duran ama un casino battere le palle alte. Alte e anche… fuori dalla zona dello strike. Sì, Duran è un battitore di lanci ball. Avendo una zona di battuta abbastanza ampia in tutti gli angoli. E dunque, un pitcher non può stare mai tranquillo affrontando un tipo simile. Willi Vasquez è meno aggressivo di Duran, più contattista, più regolare. Non ha punti vulnerabili. Attacca bene tutti gli angoli. Essendo uno switch-hitter, può battere indifferentemente da mancino o da destro: in relazione al lanciatore da affrontare. Vasquez è buon battitore di palle basse quando batte da mancino, e di palle alte da destro. Lorenzo Avagnina, rivelazione di questa prima parte della stagione, è un giocatore che sicuramente ha cambiato approccio quest'anno con il box di battuta. Dal punto di vista mentale, ma anche dal punto di vista tecnico. Personaggio preziosissimo, perché fa tutte quelle cose che sono utili alla squadra. Ovviamente non vanno dimenticati campioni come Laidel Chapelli e la sua "scuola" cubana, Giovanni Pantaleoni (un altro ex-fortitudino, che con la casacca di Bologna ha vinto due scudetti) buon selezionatore di lanci, poi Simone Albanese, Riccardo Suardi, e l'emergente Mattia Reginato (in Fortitudo la stagione scorsa, nella UGF che ha vinto la Coppa dei campioni e la Coppa Italia).
Penso che San Marino nella sua storia non abbia mai avuto un line-up così potente, così concreto come quello attuale.
La Fortitudo Unipol come risponde? Proponendo, innanzitutto, il miglior battitore del campionato. Il riferimento è alla media-battuta. Edgard Clemente sfiora i 400. Viaggia infatti con un average di 393. Giocatore di classe e di apprezzabile disciplina tattica nel box: capace di giri di mazza vertiginosi per battute profonde, ma anche paziente nell'aspettare una buona palla da mettere in campo. Dipende dalle situazioni. Il problema, per manager Nanni e per Bologna, è che il nipote del leggendario Roberto Clemente continua a portarsi dietro i guai ad un polpaccio sofferente da tempo. E che non ne vuol sapere di guarire. Così, Nanni è chiamato a fare i salti mortali per gestire Clemente ed evitare il rischio che la contrattura possa peggiorare. Per ora lo può utilizzare soltanto come DH. E con le dovute cautele, quando si tratta di correre sulle basi. Se un Edgard Clemente a… mezzo servizio batte 393, immaginatevi cosa potrebbe fare se fosse in piena forma…
Clemente nello scorso week end è stato tempestoso a Novara, confezionando anche un Grand Slam (fuoricampo da 4 punti). Però… San Marino è tutt'altra cosa! E contro i Titani tutti gli altri battitori dell'Unipol dovranno necessariamente esprimere il meglio delle loro risorse, se vorranno aiutare il campione portoricano a fare la differenza. Bologna si aspetta una maggiore regolarità da Julio Ramirez, appena 1 homerun al suo attivo, e 23 volte finito strikeout. Ramirez deve inevitabilmente "leggere" meglio certi lanci e non abboccare – come fa spesso – sulle curve esterne. Bene Gabriele Ermini, acquisto felicissimo dell'inverno scorso (306 di media battuta). E benissimo l'oriundo Mark Castellitto, un ragazzo che esce dal college e che ha avuto un impatto decisamente energico sulla IBL1: 326 di average e e 543 di slugging. Joe Mazzuca, con quelle sue caratteristiche battute istintive sul primo lancio, sta dando alla Fortitudo un contributo positivo. Molto utile Massimiliano Sartori, altro innesto felice. Juan Infante e Pablo Angrisano stanno battendo al di sotto delle loro potenzialità, ma sono due campioni e dunque capaci di esaltarsi in un trittico di grande importanza e di prestigio come questo contro San Marino.
E' innegabile che il line-up di Bologna sia inferiore a quello sammarinese sul piano della potenza. Lo indica chiaramente il numero dei fuoricampo: 33 il San Marino, 8 l'Unipol Bologna.
Venticinque homers di differenza fra le due squadre. Eppure… la Fortitudo ha gli stessi punti segnati dalla T&A (155). E soprattutto la stessa classifica: 21 partite vinte, 6 perdute. Perché?
Perché la Fortitudo concede di meno. Buona difesa (ma altrettanto valida è quella sammarinese), soprattutto un ottimo monte di lancio. Già, il mound. Quello di Bologna è il migliore in assoluto. Con 1.97 di ERA (media-punti guadagnati sui lanciatori). Pure il San Marino ha un monte di lancio solido: è secondo, con 2.50 di ERA. La differenza è che il monte di Bologna è forte in tutte le partite. Non ha cali di rendimento passando da gara1 (quella degli stranieri) a gara2 (oriundi e comunitari) e a gara3. San Marino è affidabilissimo in gara1. Propone un decoroso "partente" in gara2 (Ivan Granados) e un grande Tiago Da Silva in versione ASI. Non convince pienamente il bullpen per gara2 e per gara3, soprattutto il dopo-Granados ha proposto fino ad ora qualche affanno. Sono un po' lì le uniche incertezze del San Marino.
E' evidente che Bologna si affida al monte di lancio e alla difesa. Sono le sue risorse migliori. Ed è da sempre la "filosofia" della Fortitudo (tranne nella stagione vincente 2009, la squadra dei 51 fuoricampo, che vinse lo scudetto trionfando proprio sul diamante di San Marino).
In questo trittico vedremo sfidarsi i migliori interbase del campionato: Anthony Granato e Juan Infante. Con le loro magìe. Vedremo i catchers della Nazionale: da una parte Pablo Angrisano, il "numero uno", dall'altra parte Simone Albanese e Mattia Reginato. Vedremo sabato un interessantissimo duello sul monte di lancio tra Fabio Betto "il professore", ancora imbattuto (7 partite vinte, nessuna persa, ERA di 1.66) e il più giovane italobrasiliano Da Silva re degli strikeout (66, in 60.2 riprese lanciate), 4 partite vinte e 1 persa, ERA di 2.23.
Ma il massimo della qualità e dello spettacolo si annuncia nella partita di questa sera. L'anticipo del giovedì. A San Marino. In scena, lassù sul monte, al centro dell'attenzione, quattro lanciatori magistrali. Jesus Matos (Bologna) e Vincente "Henry" Bonilla (San Marino) sono i partenti.
Di un campione come Matos, del suo slider che taglia come un machete e della sua regolarità ad alto livello, è già stato detto tutto. E tanti aggettivi superlativi abbiamo usato per commentare le sue prodezze di otto anni italiani, in Fortitudo. E' da considerare – per rendimento e per professionalità – il più grande lanciatore dell'ultimo decennio. Uno dei più forti pitchers stranieri di tutti i tempi del campionato italiano. Già 84 partite vinte (e solo 29 perse in otto anni). Percentuale di vittorie del 74.3{947471b319fcfc17ee58fe31e0e3b187459371bac22f8f456d2c94c4a7f47895}. Jesus, che a Bologna chiamano "Paco", sta correndo verso i 1000 strikeout. Anche se adesso, quasi trentasettenne, l'uomo di San Pedro de Macoris non è più un pitcher da K. Gli avversari, più che "stenderli", preferisce farli battere male. Il Matos 2011 lancia di sapienza, mescolando slider e change up.
Se proprio vogliamo trovare un difettuccio a Matos è che fa un po' fatica contro i lanciatori mancini. E attenzione: il San Marino è squadra che può permettersi addirittura di schierare cinque mancini (spostando le collocazioni di Avagnina e Pantaleoni) nei primi cinque spot dell'ordine di battuta: Granato è switch, Avagnina è mancino, Duran mancino, Vasquez switch, Jairo Ramos mancino.
Henry Bonilla è alla seconda stagione sammarinese. "Partente" affidabilissimo, palla più veloce di quella del Matos di questi ultimi anni ma talvolta con qualche problemino di controllo. Bonilla tendeva ad avere un avvio di partita non semplice, poi prendeva ritmo, acquistava velocità e trovava meglio i fili della zona dello strike. Adesso che come "cambio" ha un rilievo lungo qual è Cubillan, Bonilla può concedersi un inning in meno (o anche quasi due) in ogni partita: situazione che – teoricamente – lo avvantaggia. Gli permette di non doversi più preoccupare di gestire le energie per sette inning. Sapendo di effettuare meno lanci, può concentrarsi di più sulla qualità. Valuteremo se è così.
Matos e Bonilla hanno per rilievi i migliori che ci siano nella IBL (e forse i rilievi di maggior qualità di tutti i tempi del campionato italiano). Victor Moreno – l'eroe di Barcellona con la Fortitudo – viene da uno strepitoso inverno nella Liga Venezolana dei Beisbòl Profesional. Ha lanciato talmente bene da meritarsi un invito allo spring training dei Detroit Tigers. A 32 anni! Un fatto eccezionale. Victor sognava la Major League. Non è andata come sperava. Ed è tornato a Bologna. Primi mesi non brillantissimi, "spara" di meno la sua imperiosa dritta e fa un po' troppo uso delle curve. Tuttavia l'1.59 di ERA è un numero apprezzabilissimo. Moreno è principalmente un closer. A differenza di Darwin Cubillan, rilievo che può lanciare tranquillamente quattro inning e anche di più. Colpo grosso di Mauro Mazzotti, l'avere allungato le mani su questo uomo di classe enorme che nella sua lunga carriera ha giocato nelle tre Leghe Maggiori del mondo: la MLB, la NPB (Nippon Professional Baseball) e la Korea Baseball Organization. Il venezuelano Cubillan, 36 anni, conosce tutti i trucchi del mestiere. Il lancio per lui è un'arte. Repertorio vasto. I suoi lanci più efficaci: lo slider, che usa quando si trova su due strike nel conteggio. Altrimenti, una "curva" perfida che spezza tremendamente e spesso inganna il battitore.
La supersfida di stasera avrà inizio alle ore 20. E anche le due partite di Bologna. Per gara3 la Fortitudo potrebbe già avere a disposizione, in caso di necessità, Barth Morreale l'italoamericano (con status di ASI) che ha anticipato il ritorno in Italia per l'indisponibilità di Fabio Milano. Inoltre, per un paio di mesi potrebbe avere a disposizione anche Matteo D'Angelo. Ripeto: la Fortitudo, se anche quest'anno vorrà arrivare lontano, deve "vivere" sulla qualità del suo monte di lancio.
GROSSETO-NETTUNO POTEVA SALTARE – E' l'anticipo televisivo di stasera (ore 21). Sfida sentitissima, come tutte le sfide – intense e coinvolgenti sul piano emotivo – fra maremmani e nettunesi. Li divide una fiera rivalità. Questo trittico ha un "peso" notevole per la classifica. Il Nettuno ha agganciato il quarto posto, dopo una faticosa rincorsa. E ora ci crede. Ci crede più che mai al ritorno nei playoff, dopo due anni di astinenza. Per mantenersi in linea con l'obiettivo ha necessità di vincere la serie nel trittico allo "Jannella".
Il Grosseto è più indietro in classifica. Ma non di tanto. E, pur con i suoi limiti, sta anche producendo un baseball più che dignitoso. Chiaro che per rilanciarsi in maniera decisa e puntare all'ingresso nei playoff deve vincere due volte. E meglio ancora fare l'en plein.
Un trittico, dunque, che si gioca molto sul piano della tensione nervosa.
In particolare, la squadra maremmana si trova in una situazione delicatissima. Non arrivano i soldi. Tante promesse, non mantenute. Gli ultimi compensi continuano a non arrivare. I giocatori sono al limite. In particolare stanno soffrendo di questa situazione i giocatori stranieri, i quali sono dei professionisti e dunque vivono di baseball e senza quei soldi che dovrebbero avere e che non vedono… non sanno come fare. Non ci può essere serenità in una situazione di questo tipo. Fra l'altro ci sono anche altre carenze che penalizzano e rendono difficile l'attività di Bischeri e compagni.
In questa situazione di enorme difficoltà e di forte frustrazione, i giocatori del Montepaschi Grosseto lunedì scorso hanno incrociato le mazze. Decidendo di fare sciopero. Un gesto che voleva essere un segnale forte da mandare alla dirigenza e un messaggio per la tifoseria, per la città.
Quando lunedì i giocatori biancorossi hanno deciso di non allenarsi, disillusi da una promessa ancora mancata, c'è stato davvero il rischio che il trittico contro Nettuno saltasse.
La squadra era sul piede di guerra. E i presupposti per un clamoroso sciopero c'erano.
Poi, ha prevalso il sentimento. L'amore dei giocatori, soprattutto gli italiani, per la casacca del BBC Grosseto. L'orgoglio di essere maremmani. E martedì il gruppo guidato da Enrico Vecchi ha ripreso gli allenamenti. Per professionalità. Sentendo forte il senso di responsabilità. Questo trittico è importantissimo: può dare la svolta alla stagione. Nello sport, come nella vita, quando si è in ginocchio si riesce a trovare – a volte – quelle risorse mentali che ti fanno diventare padrone del tuo destino.
Stasera gli uomini del Montepaschi scenderanno in campo. Di sicuro. E questa è già una notizia importante.
C'è chi ipotizza che l'intero roster biancorosso possa mettere in scena una protesta formale, davanti agli occhi delle telecamere RAI.
La sensazione è che il Grosseto non vorrà regalare nulla agli avversari. A maggior ragione ai nettunesi.
Manager Vecchi ha due giocatori indisponibili: Luis Perez (l'ex del Nettuno, che è letteralmente esploso a Grosseto dove viaggia con una media-battuta di 371) e Andrea De Santis.
A sua volta Ruggero Bagialemani, skipper nettunese, continua ad avere Peppe Mazzanti e Juan Camilo a mezzo servizio.
Per la Danesi Nettuno, rilanciata dallo sweep inflitto ai De Angelis Knights, questo trittico è molto importante.
"In realtà, è più importante per loro che per noi…", commenta un po' furbescamente Bagialemani mettendo pressione sul Grosseto. "Loro hanno due sconfitte in più, non possono permettersi di perdere la serie…".
Ruggero torna per la prima volta a Grosseto, dopo la parentesi di un anno come manager del Montepaschi. Racconta: "Ero andato a Grosseto e avevo un progetto che volevo portare avanti. Purtroppo, sono rimasto soltanto per una stagione. E ne sono dispiaciuto, perché avrei sicuramente portato a termine quel progetto del quale avevamo parlato io e il presidente Ferri insieme. Di questo mi dispiace. E' stata comunque un'esperienza positiva. L'unico rammarico è che non sono stato accettato da alcune persone a Grosseto. Ma è la vita che va così. Capisco: sono stato per tanti anni un fiero avversario dei maremmani, forse qualcuno continuava a vedere in me un nemico…".
Per coloro che stasera guarderanno la partita dello "Jannella" in televisione il consiglio è di puntare gli occhi su un grande duello dal mound: Jean Granado, mancino venezuelano che ha lanciato per le Aguilas del Zulia, contro il veterano americano Kris Wilson (ex di Major League con Kansa City e New York Yankees), trascinatore del Nettuno in gara1 (56 strikeout in 58 inning, 1.07 di ERA) in questa sua seconda stagione nell'Italian Baseball League.
IL DEBUTTO DI CHRIS CATANOSO – E' durata due mesi l'avventura di Larry Olenberger alla guida dei Pirati. Non è più lui il capoallenatore. Ufficialmente, seri problemi famigliari lo hanno riportato negli Stati Uniti. La sensazione è che non ci fosse più il necessario feeling con la Società. Ammesso che ci sia stato…
Il posto di Olenberger è stato affidato a Chris Catanoso, il quale dunque da pitching coach diventa manager. Prima mossa del nuovo capoallenatore di Rimini: cambia il "partente" di gara1. A salire sul monte di lancio per primo d'ora in poi sarà Panagiotis Sikaras, con Dushan Ruzic (deludente fin qui come partente) che viene preferito in versione rilievo. Ciò permetterà, fino a quando il greco Sikaras rimarrà sul monte, di utilizzare tutti e tre gli stranieri (Chaves, Phelps, Nelson) in position player. Solo nel corso della partita, quando salirà sulla collinetta l'australiano Ruzic, entrerà Santora e uscirà presumibilmente Chaves. Sembra una scelta logica.
Il debutto di Catanoso come capo dei Pirati avverà domani e sabato nel trittico casalingo contro Novara.
Questa sera, oltre a San Marino-Bologna e a Grosseto-Nettuno, si anticipa anche al "Casadio" di Godo dove i "cavalieri" affrontano il Cariparma (ore 21). Lanciatori partenti: Rodney Rodriguez per Godo, Marco Grifantini per Parma.
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