I lettori che abbiano una certa dimestichezza con la storia del baseball non potranno fare a meno di rilevare nella trama di The Natural (1952; in italiano intitolato Il migliore) la presenza di una serie di episodi che suonano in qualche modo familiari: le gesta di Roy Hobbs, il protagonista del romanzo, ricordano vagamente storie già lette da qualche parte o viste al cinema. Non c'è solo lo sviluppo del motivo tradizionale del "campione venuto dal nulla", ma anche un certo numero di scene che fanno parte del folklore del baseball, come quella del giocatore che annuncia il punto in cui batterà il fuoricampo o quella della battuta così violenta da spaccare e sfilacciare la palla.
In realtà, i critici da tempo hanno sottolineato che per questo sua opera prima Bernard Malamud – l'allora trentottenne ebreo newyorkese che intraprese relativamente tardi la carriera di romanziere- si ispirò a fatti realmente accaduti pescati a piene mani dalle cronache sportive dell'epoca. In particolare, la figura del protagonista è il risultato dell'incrocio delle storie e dei profili personali di vari giocatori, soprattutto di Babe Ruth, Bob Feller e Eddie Waitkus.
Il parallelismo fra Roy Hobbs e Babe Ruth è forse il più evidente. Ruth, che era morto da quattro anni quando il romanzo venne pubblicato, aveva lasciato dietro di sé non solo una scia di record destinati a durare decenni -su tutti, il primato degli homeruns in carriera (714) e in un unico campionato (59)- ma anche l'immagine mitica di un uomo eccezionale, dal carattere peculiare dentro e fuori dal campo. Come Ruth, anche Hobbs è all'inizio un pitcher dalla palla velocissima (anche se nel romanzo non giunge a giocare in quel ruolo fra i professionisti) che poi abbandona il mound per giocare all'esterno destro, spiccando come fuoricampista. Ruth visse una crisi di gioco e risultati (l'annata 1925 con gli Yankees) che la stampa sportiva imputò alla sua abitudine di alimentarsi smodatamente di bistecche e hotdog (si parlò allora di the bellyache heard around the world, "il mal di pancia udito in tutto il mondo"): allo stesso modo, nel libro anche Hobbs divora a più riprese montagne di hamburger, prima e dopo le partite, in coincidenza con un periodo difficile in cui non viene più schierato nel line-up titolare. Ruth e Hobbs sono poi accomunati dalla loro insaziabile fame di sesso (le numerosissime scappatelle costarono a Ruth la fine del suo matrimonio) e da altri episodi che ritroviamo nel romanzo: il bambino ammalato che chiede al campione di dedicargli un home run, il detective pagato dalla società che segue il giocatore anche fuori dal campo per impedirgli di mettersi nei guai, ecc.
Ritroviamo la figura di Babe Ruth proiettata anche nel personaggio di Walter "The Whammer" Whambold, il gigantesco battitore, leader per battute valide e fuori campo nell'American League, che sfida il giovane Roy nel primo indimenticabile capitolo del romanzo. Ma per questo episodio iniziale Malamud si basò soprattutto sull'autobiografia di Bob Feller, intitolata Strikeout Story, apparsa nel 1947.
Bob Feller, considerato da molti il miglior pitcher di tutti i tempi, aveva giocato negli anni '30 e '40 con i Cleveland Indians, ed era dotato di una palla veloce che superava facilmente le 100 miglia orarie. Nato a Van Meter, Iowa, alternava il lavoro agricolo con il baseball giocato su un diamante che suo padre aveva costruito in un campo di sua proprietà. Nel 1936 i Saint Louis Cardinals si esibirono in una partita dimostrativa proprio nel paesino di Van Meter nel corso di una tournée del cosiddetto barnstorming, le esibizioni in provincia con cui i giocatori professionisti arrotondavano lo stipendio nella post-season. Il giovane Bob, che lanciava per la squadra locale, lasciò al piatto uno dietro l'altro otto battitori dei Cardinals. Inizió così la sua carriera da professionista: fu scoperto da un talent scout e quindi raggiunse in treno Cleveland per fare un provino con gli Indians. Sulla falsariga della vita di Feller, il romanzo di Malamud si apre con il viaggio in treno di Roy Hobbes verso Chicago dove avrebbe dovuto giocare con i Cubs. Poi, in una sosta in campagna, Roy -anche lui senza alcuna esperienza nel baseball professionistico- mette strike out il quotatissimo "The Whammer".
La chiusura del primo capitolo è invece ispirata alla terribile vicenda di Eddie Waitkus, prima base dei Cubs che nel 1949 passò ai Phillies. Una sua tifosa affetta da disturbi mentali, Ruth Ann Steinhagen, che non si perdeva una partita dei Cubs in casa, non sopportando l'idea che il suo idolo giocasse per un'altra squadra, attese che i Phillies venissero in trasferta a Chicago e invitò poi Waitkus nella sua stanza d'albergo. Quando il giocatore si presentò all'appuntamento la donna lo accolse con un colpo di fucile in pieno petto. Waitkus rimase gravemente ferito ma si salvò, la pazza venne rinchiusa in un manicomio, e Malamud prese spunto da questa storia per la scena in cui Harriet Bird spara a Roy Hobbs in un hotel di Chicago.
In The Natural, quindi, c'è molto materiale preso dal vero. Ma il fascino del libro di Malamud deriva anche da ben altre filigrane tematiche che, come vedremo, arricchiscono sorprendentemente questo primo grande romanzo sul baseball.
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