La città ed il caldo di Phoenix hanno fatto da cornice all'82esima edizione dell'All Star Game. A vincere, per il secondo anno consecutivo sono stati i campioni della National League (5-1 il finale), che allungano la striscia positiva negli stadi della West Division. Gli ultimi 3 successi del "Senior Circuit" infatti sono stati tutti realizzati su campi appartenenti a franchigie del girone Ovest: Phoenix, casa degli Arizona D-Backs quest'anno, Anaheim, casa dei Los Angeles Angels lo scorso anno, e ad Arlington, casa dei Texas Rangers nel 1995, anno dell'ultima vittoria della NL prima di questa "doppietta".
La sfida, alla presenza di Muhammad Ali ed altre 48.000 persone, è iniziata con la commemorazione delle vittime della sparatoria che nello scorso gennaio a Tucson ha visto tra le vittime la piccola Christina-Taylor Green, 9 anni, figlia dello scout dei Dodgers, John Green, e nipote dell'ex-manager Dallas Green. Tornando alla gara, da segnalare che per la prima volta si è giocato con il battitore designato in uno stadio della National League, ma questo non ha aiutato molto il roster della AL visto che la sconfitta è arrivata con 6 battute valide complessive, le stesse dello scorso anno. Anche in quel caso si giocava con DH (lo stadio era della American), anche in quel caso la sconfitta arrivò con un solo punto segnato (3-1). Altra statistica degna di nota riguarda la media battuta che, a metà partita, era la più bassa degli ultimi 19 anni. I maligni sottolineano che sia "per effetto dell'era post-steroidi".
Ha destato un certo stupore vedere la AL schierata senza il veterano Derek Jeter, che dopo undici All Star consecutive viene ancora eletto dai tifosi ma non gioca a causa di un infortunio. A proposito di infermeria va detto che il "Junior Circuit" ha fatto il pieno di acciaccati che a vario titolo sono stati estromessi forzosamente dall'evento. Oltre al fortissimo interbase degli Yankees sono rimasti fuori i lanciatori partenti Josh Beckett, C.C. Sabathia, Felix Hernandez e Justin Verlander, lo slugger Miguel Cabrera ed il terza base Alex Rodriguez, solo per citare i più importanti. Complessivamente gli esclusi della selezione di AL ammontano a 16. Ron Washington, alla guida del roster, ha giustamente dichiarato che ciò non è sufficiente a giustificare la sconfitta, ma ha fatto intendere che non tutti i ragazzi a sua disposizione hanno avuto la forza o la voglia di lottare fino alla fine.
I primi tre inning vengono gestiti alla perfezione dalle rispettive difese: per la National League, Roy Halladay lancia due inning perfetti nei quali non concede nulla agli avversari e si toglie lo sfizio di mandare strike-out Alex Cabrera. Al terzo inning Cliff Lee sembra proseguire sulla stessa linea del suo predecessore e, grazie ad una precisa assistenza difensiva, chiude senza sporcare le basi. Per la AL, si alternano Weaver, Robertson e Pineda che concedono una base ball (Weaver) ed una valida di Berkman (Robertson).
Al quarto inning la partita si infiamma: dopo aver eliminato i primi due in battuta, Cliff Lee subisce il fuoricampo da un punto di Adrian Gonzalez cui fanno seguito i singoli di Bautista ed Hamilton. Lee viene rilevato da Clippard che subisce il singolo di Beltre che riempie le basi anche se Bautista verrà poi eliminato nel tentativo di andare a punto dall'assistenza dell'esterno sinistro Pence sul catcher McCann. Nella parte bassa dell'inning C.J. Wilson sale sul monte di lancio per l'AL e subisce le valide di Beltre e Kemp prima di venir colpito dal fuoricampo di Prince Fielder che chiude l'inning sul 3-1 per la NL. Nella ripresa successiva Kershaw chiude la porta agli attacchi avversari e si regala uno strike-out su Ortiz, mentre nella parte bassa sono ancora le mazze della NL a produrre punti. Con Walden sul monte di lancio Tulowitzki centra la valida e viene sostituito da Starlin Castro che ruba la seconda e la terza base. Sulla battuta di Weeks la difesa decide per l'eliminazione di Castro, diretto verso casa base, e lasciano a Weeks la prima base. Il giocatore dei Brewers ruba la seconda base ed il singolo di Either lo riporta a punto. A questo punto tocca a Jurrjens salire sul monte e nei suoi 1.2 inning giocati tiene ancora al palo l'attacco avversario (uno strike-out all'attivo su Ellsbury, 1 valida subita da Youkilis). Nella settima ripresa con League sul monte di lancio il singolo di Pence fa da preludio al doppio di Sandoval, impiegato in terza base. E' il punto del 5-1 definitivo. Un ultimo disperato tentativo della AL al nono inning quando, con Hanrahan sul monte di lancio, Quentin arriva salvo in seconda base su errore di Castro e Joyce centra la valida che spinge il compagno in terza. Con gli angoli occupati e un out sale sul monte Brian "fear the beard" Wilson che torna quello delle scorse post-season e congela il risultato.
Prince Fielder si aggiudica l'MVP 2011 dopo essere diventato il primo giocatore nella storia dei Brewers ad aver realizzato un fuoricampo all'All Star Game. Fielder, figlio dell'ex-All Star Cecil Fielder, è stato fischiato durante l'Home Run Derby disputato il giorno prima perché sceso in campo come capitano della NL ed i tifosi di Phoenix erano amareggiati per non aver visto in quel ruolo il loro idolo Justin Upton. I partecipanti all'Home Run Derby erano appunto Fielder, Matt Holliday, Rickie Weeks e Matt Kemp per la NL. Adrian Gonzalez, Robinson Canó, David Ortiz e José Bautista per la AL. Holliday, Bautista, Kemp e Weeks sono usciti al primo round, Fielder ed Ortiz al secondo. In finale il derby della American tra Canò (Yankees) e Gonzalez (Red Sox) è stato vinto dal primo che si aggiudica così il premio.
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