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Quegli straordinari e spettacolari anni Quaranta

Tutto iniziò con una lotta al titolo decisa da un lanciatore tanto oscuro e sconosciuto che in seguito non venne nemmeno registrato nel "Baseball Register". La corsa terminò in entrambe le leghe all'ultimo giorno della regular season. E' stata una decade, quegli degli anni '40, che ha visto ben 11 squadre partecipare alle World Series. Sono stati i 10 anni più competitivi nella storia del baseball e non di meno i più spettacolari. Fu proprio in quel periodo, l'ultimo, che il gioco registrò nelle sue statistiche una media battuta di .400 e celebrò un lanciatore con più di 35 partite complete in una stagione. Ma il fatto più importante dell'intera decade è rappresentato da un avvenimento di grande spessore sociale, probabilmente una delle più grandi conquiste dell'uomo nel secolo scorso. Un giocatore di colore si posizionò in seconda base e fu come l'inizio di un nuovo mondo, una dimensione del gioco mai vista in un secolo di storia.
Certo, durante la guerra ci furono momenti in cui il gioco non raggiunse buoni livelli tecnici al punto che non furono pochi i puristi che auspicavano un'interruzione del campionato. Gli Yankees, ancora una volta, presero il volo per affermare una dinastia che sarebbe stata ancora più dominante rispetto agli anni precedenti. Senza uno stop da parte dei Tigers la squadra di New York avrebbe iniziato la decade con una striscia di 5 vittorie stagionali consecutive. Detroit e Cleveland battagliarono fino all'ultimo giorno della regular season del 1940 con i Tigers in vantaggio di una partita. In una disperata ricerca per affrontare Bob Feller, che aveva vinto 27 partite quell'anno, il manager dei Tigers, Del Baker, fu autore di una delle più disgraziate decisioni che un manager potesse prendere in situazioni del genere. Affondando le dita nel classico cappello, tirò fuori il nome di Floyd Giebell, un lanciatore destro di 30 anni che aveva vinto 2 sole partite in quella stagione. Oggi Giebell rappresenta una nota a piè di pagina in un ipotetico "trivia book" oppure potrebbe essere la risposta esatta in un quiz televisivo con la domanda da 1, 2, 3 milioni di dollari! Ebbene, Giebell battè Feller e i Tigers vinsero la stagione; non solo Giebell vinse la partita, ma battè Feller per 1-0. Per Giebell non fu la partita più importante, ma fu l'unica partita importante della sua carriera. Infatti da quel momento non sarà più presente in una partita di Major League.
Dall'altra parte gli Indians furono fortunati a trovarsi in una posizione del genere. Il manager Ossie Vitt passò l'intera stagione seminando discordia nella squadra al punto che i giocatori presentarono più volte al presidente della squadra (Alva Bradley) una petizione per esonerare il manager. Questa situazione portò all'assurda idea di assimilare la squadra ad un gruppo di "bambini piagnucolosi". Il manager venne esonerato a fine stagione. Passarono altri 8 anni prima di vedere gli Indians ancora in corsa per il titolo, e, ironia della sorte, sempre contro Detroit persero una partita con un lanciatore che mai più vincerà una gara in Major League (tale Russ Christopher). Quell'anno, il 1948, fu testimone del primo spareggio della storia per il titolo di lega. Dopo la sconfitta contro i Tigers, Cleveland si trovò a fine stagione pari in classifica con i Red Sox e entrambe disputarono una partita secca, un tie-break, il 3 ottobre 1948. Cleveland vinse 8-3 e in seguito si aggiudicò anche le World Series contro i Boston Braves, presentando per la prima volta in assoluto un lanciatore di colore che si chiamava Satchel Paige.
Il 15 maggio 1941 Di Maggio iniziò la sua scalata alle 56 partite consecutive con almeno una valida, un record inaccessibile ai giorni nostri, non per difficoltà, ma perchè un talento come "Joltin Joe" è paragonabile al suo record e si traduce in una sola parola: fantascienza. Anche in questa occasione c'erano di mezzo i Cleveland Indians, perchè furono proprio i lanciatori di quella squadra a porre fine al record di Di Maggio. Infatti, a Cleveland, il 17 luglio di quell'anno, di fronte a 70.000 spettatori, i lanciatori Al Smith e Jim Bugby Jr. contribuirono allo 0 su 4 di Joe il quale nell'intervista di fine partita si mostrò amareggiato non per aver terminato il suo "hitting streak", ma per aver perso 10.000 dollari, un bonus che gli era stato promesso nel caso avesse raggiunto quota 57 ( numero che sarebbe servito come etichetta pubblicitaria da porre sulla confezione del ketchup!).
Un'altra star dei mitici anni '40 fu Pete Reiser. Dopo una solida e spettacolare stagione come esordiente, emerse l'anno successivo come il più giovane vincitore della media battuta nella storia della National League (aveva 22 anni). Tante persone che videro Reiser giocare affermano che sarebbe stato il miglior esterno centro della storia se solo non avesse avuto una serie di frequenti infortuni. Per coloro che vissero negli anni ‘40, il ricordo di Reiser svenuto a terra nel prato esterno dopo aver sbattuto il corpo contro il muro di recinzione nel tentativo di effettuare una presa al volo, è nitido e stampato nella memoria. Mentre per i più giovani la figurina con la sua immagine ha assunto una dimensione leggendaria, irraggiungibile. Quanto era bravo Reiser? Non si può dire, ma senza i continui infortuni il paragone più autentico sembra quello con Al Kaline, che vinse la media battuta a soli 20 anni nel 1955 per poi non vincerne più a causa di tanti infortuni. "Ho sempre giocato a baseball nell'unico modo che sapevo fare" dirà più tardi Pete Reiser. Il passato è come un ladro: non porta nulla, ma può rubarti il futuro.

Il Blog di Beppe Carelli

Beppe Carelli

Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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