Con le proprie forze. Esclusivamente facendo leva sulle proprie forze, e mettendoci tanto cuore, il Nettuno ha artigliato i playoff. A dispetto di certi risultati sorprendenti o prestazioni "strane" di altri Club nelle ultime tre settimane…
Il ritorno del Nettuno nella post-season dove si lotta per lo scudetto, dopo due stagioni gonfie di amarezze e… non da Nettuno, è figlio d'una ritrovata identità. Mentale e tecnica. Ruggero Bagialemani, riprendendo quest'anno la guida del team laziale, ha risvegliato e valorizzato quelle che sono le caratteristiche storiche del Nettuno Baseball: la passione, il coraggio, lo spirito da battaglia, l'amore per la casacca nettunese, il gusto della sfida.
Ecco perché idealmente assegno proprio a Bagialemani l'oscar di "manager della regular season". A mio parere è stato il più bravo. O, almeno, l'allenatore più importante per il suo Club.
C'era un lavoro massiccio da compiere, a Nettuno. Sulla squadra, sull'ambiente. Ruggero s'è tuffato in quest'avventura con tutto il suo entusiasmo. Ha affrontato coraggiosamente una sfida difficile. Trasmettendo motivazioni e certezze. Non ha esitato a lanciare in mischia giovani e giovanissimi. Lo aveva già fatto nella sua precedente esperienza (2002-2008) da capo allenatore nella sua Nettuno: sotto la sua gestione, Peppe Mazzanti diventò titolare fisso, poi si sono affacciati alla prima squadra Paolino Ambrosino e Marco Costantini, fino a Ennio Retrosi e a quel Renato Imperiali passato dal settore giovanile a titolare del Nettuno a poco più di diciott'anni. Bagialemani ha avuto una felicissima intuizione anche l'anno scorso, nella sua unica stagione alla guida del Grosseto, quando ha affidato il ruolo di seconda base ad Alessandro Vaglio (classe 1989), per il quale si sono poi aperte le porte della Nazionale di Mazzieri. Bagialemani ha confermato nella stagione attuale questa sua vocazione da… seminatore d'oro. Ci vuole indubbiamente coraggio per affrontare un campionato complesso come la IBL1 con 10 ragazzi sotto i 23 anni nel roster (cinque dei quali titolari), ben sapendo che al Nettuno in questo 2011 non sarebbe stato concesso deludere ancora. Ruggero ha osato. E l'ha saputo fare.
Abile "motivatore", Bagialemani ha messo nella condizione i ragazzi di sprigionare il loro entusiasmo e la loro freschezza, al tempo stesso ha coinvolto e responsabilizzato i veterani ottenendone prestazioni di personalità e concretezza.
La tipica "aggressività" del baseball di Ruggero Bagialemani è stata esaltata nel girone di ritorno, dove il gruppo nettunese ha vinto 14 partite su 21.
E' tornato ad essere il Nettuno, quello "vero", una banda di duri. Anche quando perde, lotta con intensità fino all'ultimo out.
In avvio di stagione la Danesi non sembrava possedere un potenziale da primi quattro posti. E' cresciuta nel tempo, col lavoro, assimilando il carattere e lo "spirito" di Bagialemani.
E' formazione che ha dei limiti, di tipo tecnico (non è un lineup potente) e sul piano dell'esperienza. Tuttavia, è una "squadra". Tiene il campo da vera squadra. Solida, compatta.
Il Nettuno, con il suo temperamento e la sua intensità di gioco, s'è lasciato alle spalle un Club – Rimini – che ha speso molto di più nella costruzione della squadra. E che indubbiamente aveva maggiori risorse. Ma quelle risorse… i Pirati romagnoli non hanno saputo sufficientemente valorizzarle.
I ventitreenni Renato Imperiali ed Ennio Retrosi, il ventiduenne Paolino Ambrosino, il diciannovenne Mirco Caradonna e il diciassettenne Alessandro Grimaudo sono gli "under 23" titolari nella Danesi Nettuno 2011 che s'è qualificata per i playoff. Bagialemani ha anche utilizzato altri ragazzi che fanno parte del roster della prima squadra: Matteo Pizziconi (21 anni), Milvio Andreozzi (18 anni), Giuseppe Sellaroli (19 anni) e addirittura due sedicenni: Mattia Mercuri e Mario Trinci. C'è da credere che sarebbe entrato nella rotazione dei lanciatori anche l'interessantissimo ventenne Valerio Simone se… in una partita di IBL2 non si fosse rotto tibia e perone (per lui, ad aprile, stagione cominciata e immediatamente, bruscamente finita).
Dal punto di vista dell'espressione tecnica, Ruggero Bagialemani ama fare uso ampio ed efficace della strategia del "batti e corri". Un gioco del quale il manager nettunese è specialista, interpretandolo abbondantemente fin dal 2005.
Questo Nettuno, si sa, ha dei limiti. E allora in regular season è stato bravo, Bagialemani, a mascherare questi limiti. Come? Con un baseball aggressivo e dinamico. Osando. Muovendosi bene sulle basi. Non è per caso che il Nettuno abbia chiuso la "stagione regolare" al primo posto per basi rubate e per basi su ball guadagnate. Apprezzabile inoltre il lavoro che Bagialemani ha fatto sulla difesa: un reparto equilibrato, che non concede più di tanto e che commette pochi errori.
Si è rivisto quest'anno nel Nettuno lo spirito di sacrificio, dove tutti giocano per la squadra, per aiutare un compagno, per fare cose utili. E con il piacere di indossare la prestigiosa casacca nettunese.
Volendo identificare due uomini-chiave della regular season nettunese non ho dubbi nel dire Kelli Ramos (cervello e carisma) e Kris Wilson. Due veterani che – per convinzione, classe, profonda esperienza – sanno trasmettere a tutto il gruppo certezze e serenità.
La conferma più bella? Mirco Caradonna. Lui non è una scoperta di Bagialemani, Ruggero tornando a dirigere il Nettuno se l'è trovato lì. Gli è piaciuto immediatamente, lo ha coinvolto totalmente. Caradonna oggi è un preziosissimo utility difensivo (gioca seconda base, interbase e tutte tre le posizioni all'esterno) ed è notevolmente cresciuto in sicurezza ed efficacia nel box di battuta.
La rivelazione? Alessandro Grimaudo, un rookie entrato da poco in prima squadra ma già diventato titolare.
"Noi siamo il Nettuno e non dobbiamo avere paura di nessuno". Questa è la filosofia che accompagna il passionale, istintivo Bagialemani. Un modo di interpretare il baseball che gli ha consentito di entrare nei playoff assieme a squadroni potenzialmente più dotati e considerati, come il San Marino dei fuoricampisti, la Fortitudo Bologna campione d'Europa e il Cariparma campione d'Italia.
Chiaro che il round robin sarà roba durissima per la squadra nettunese. Ma è proprio nelle battaglie aspre, difficili, che il Nettuno di Ruggero Bagialemani tende ad esaltarsi.
Si comincia con un anticipo. Nettuno-San Marino va in scena domani sera, e non mercoledi. Colpa di un pasticcio. La dirigenza nettunese e il Comune di Nettuno presumibilmente non si sono capiti bene, sta di fatto che il 3 agosto lo stadio del baseball "Steno Borghese" è già occupato da un concerto dei Subsonica.Necessario lo spostamento al 2. San Marino ha accettato. A rimetterci potrebbe essere Bagialemani perché Kris Wilson – che a Novara a causa del rinvio per pioggia di gara1 aveva dovuto lanciare venerdì e non giovedì – ha appena quattro giorni di recupero. Pochi, per il braccio di un trentacinquenne dalla lunga carriera e al quale si chiederà di stare sul monte almeno sette inning.
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