Il Novara United sta già pensando al 2012

La regular season della First Division IBL è appena terminata e per il Novara United che ha chiuso con 3 successi all'attivo è tempo di stilare un bilancio di questa stagione d'esordio al vertice. A fare il punto della situazione è Beppe Guilizzoni, GM della società piemontese.

I risultati ottenuti dalla squadra sono più o meno in linea con quelli che si aspettava alla vigilia?
Credo che gli obiettivi che ci eravamo posti all'inizio di questa stagione sperimentale siano stati raggiunti per la quasi totalità. Certo, qualche vittoria in più poteva e doveva esserci ma questo non avrebbe cambiato il mio bilancio. Un elogio va rivolto ai tecnici e, sopratutto, ai giocatori per la capacità di reazione con la quale hanno affrontato un campionato così impegnativo e certamente superiore alla loro precedente esperienza, superando altresì con consapevolezza e grande forza di carattere il naturale sconforto che deriva da una lunga serie di sconfitte. In una riunione avuta di recente con lo staff tecnico ho avuto il piacere di constatare una quasi unanimità nei giudizi espressi sulla prestazione di ogni singolo giocatore. Questo dà alla società la possibilità di individuare sin da ora dove operare sul mercato per creare una squadra decisamente più competitiva per il prossimo campionato. Non che gli esami siano terminati; un progetto serio richiede alcuni anni per trovare la sua realizzazione. Certamente però il prossimo anno non ci si dovrà accontentare di aver partecipato con onore ed anche i risultati avranno la loro valenza. Settembre sarà un mese di confronto fra le varie componenti della franchigia United per esaminare quanto fatto e preventivare il futuro. Non è detto che non si debbano apportare correzioni, anche sostanziali, all'attuale struttura della franchigia. Appartenendo ad una Federazione non si può non tenere nella giusta considerazione i progetti e le aspettative della Federazione stessa. Quest'anno la franchigia United ha operato in modo anomalo rispetto alle sette consorelle. La formazione della IBL 2 si è discostata, per età media e numero di stranieri, dalla fisonomia delle altre franchigie. La scelta è stata forzata in quanto dettata dal numero scarno di giocatori italiani messi a disposizione a inizio 2011 dalle tre società che costituiscono la franchigia. Ciò però non deve essere una regola per il futuro e la cosa deve quindi trovare un giusto esame programmatico.

Aspetti positivi e negativi della stagione 2011?
Credo, in parte, di essermi già espresso. Mi ha particolarmente confortato la crescita tecnica di alcuni giocatori e la generale predisposizione al lavoro e all'accettare una sfida che, agli occhi di molti, appariva impari. A ogni partita la squadra si è presentata come se fosse la giornata di esordio, pronta alla lotta e al mettere alla frusta roster decisamente più esperti e, tra l'altro, farciti di stranieri. Delusione, se così si può definire, è venuta dalla superficialità di qualche giocatore (pochissimi per la verità) che non hanno compreso il progetto e le scelte coraggiose di inizio campionato. Questi ultimi hanno buttato al vento un anno e dovranno impegnarsi a fondo per recuperare il tempo perduto e riconquistare la fiducia della società.

Qualche "promosso e bocciato" a partire dal settore tecnico…
Credo sarebbe ingeneroso appendere in bacheca i voti di fine anno. Ogni tecnico o giocatore sa, o dovrebbe sapere, come ha performato e quali obiettivi reali si può prefiggere per il prossimo futuro. Molto dipenderà anche dalla configurazione, o meglio dalla riconfigurazione, della franchigia che quest'anno non ha ottemperato in accordo agli scopi e alle prerogative. Ci sono giocatori che, tempo permettendo, devono fare una routine in Divisione 2 ed essere anche presenti in Divisione 1 per realizzare il maggior numero possibile di turni alla battuta e riprese in difesa. E questo deve essere fatto al di là del cartellone segnapunti della Divisione 2. Ho cercato prima di dire i motivi logici che hanno fatto percorrere una strada diversa ma, e lo ripeto, il prossimo campionato bisognerà ritornare ad identificarci con gli scopi e gli obiettivi di una franchigia.

Come sono andate le cose in seno alla società del Novara Baseball di fronte ad un lavoro cosi impegnativo?
Al meglio. Se l'impatto con l'IBL è stato oneroso per tecnici e giocatori, ancor di più lo è stato per la società. L'affiancamento di nuovi dirigenti ed il volontariato di alcuni rookie ha permesso di affrontare al meglio la parte organizzativa. I complimenti ricevuti da chi e' stato ospitato hanno sottolineato la nostra buona capacità di stare in IBL avendone capito i principi commerciali che hanno indotto la Federazione ad andare in questa direzione. Non sono mancate critiche ingenerose a questo percorso della FIBS, non capendo che è l'unico modo per allargare la presenza del baseball di alto livello sul territorio italiano. Se l'IBL è ancora incentrata sulle stesse località da molti anni, riducendo il territorio nazionale ad un fazzoletto, é perché i campionati precedenti, tanto per intenderci con promozioni e retrocessioni, non hanno permesso la realizzazione di progetti delle squadre neo-promosse all'A1. Alcune di queste, come ad esempio Rho ed Avigliana, hanno quasi compromesso la propria esistenza per voler in qualche modo adeguarsi alla vecchia A1, dopo aver pienamente meritato sul campo la promozione. Un progetto non si realizza in un anno o due e quindi il baseball italiano aveva disperatamente bisogno di un campionato con le caratteristiche dell'IBL. Altra grande realtà di questa scelta è il continuo aumento di presenze di giovani talenti italiani in IBL2 prima e IBL1 poi. E da qui ne consegue un apporto considerevole dei giovani talenti italiani ai recenti successi della nazionale maggiore.

E come ha funzionato la franchigia ovvero il rapporto Senago/Milano con Novara?
Preferisco rimandare la risposta a dopo gli incontri che i membri della franchigia hanno schedulato per il prossimo mese di settembre. Credo che alcuni errori di percorso siano stati inevitabili dati i tempi assolutamente ridotti che la franchigia ha avuto a disposizione per prepararsi ai due campionati di IBL. L'importante è tutti siano coscienti di questi errori e si adoperino per non ripeterli, o comunque minimizzarli. Se non sarà così, se la presunzione e l'orgoglio individuale prevarranno, se non verranno condivisi gli indirizzi della Federazione, allora qualcosa o tanto dovrà cambiare. Una cosa è certa: la franchigia United è salita sul treno in corsa per restarci e consolidarsi. Il primo anno viaggiando in piedi ma il secondo anno operando per trovarsi con discrezione ed umiltà un posto a sedere, magari comodo.

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