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Era il 1974 quando Laurenzi e Castelli…

Il 1974 fu uno di quegli anni che rimarranno nella memoria, in una decade (quella degli anni ‘70) straordinaria e ricca di eventi importanti che hanno coinvolto il mondo intero in tutti gli aspetti della vita sociale. Si passa dallo scandalo Watergate, che coinvolse il Presidente Nixon, all'espulsione dall'allora Unione Sovietica di Solzenicyn, accusato di svolgere "attività antisovietiche". In Italia c'era "un bel casino": il potere dello stato, forze politiche di destra e di sinistra che si scontrarono aspramente per finire con assurdi bagni di sangue che, tristemente, rimarranno nella nostra storia. Ricordo nel maggio del 1974 a Brescia, la "Strage della Loggia". Nel giugno dello stesso anno a Padova vennero uccisi due attivisti dell'MSI da parte di un commando delle BR e così via. Se a tutto questo aggiungiamo i delitti di mafia, le manifestazioni, i comizi e le proteste del movimento studentesco, vi garantisco che, in qualità di ex-studente milanese, non passava giorno senza sorprese. Talvolta vi era un corteo di protesta, uno sciopero, oppure il"picchettaggio" davanti alla scuola… insomma non ci si annoiava. Ma il 1974 ci ha regalato una perla di alto valore artistico come "The Lamb lies down on Broadway" dei Genesis. I Jethro Tull uscirono con l'album "War Child", i Deep Purple con "Burn". In Italia nel 1974, uscì "Isola di niente" della PFM, mentre Rino Gaetano esordì col suo primo album "Ingresso libero". Nelle sale cinematografiche proiettarono "Frankenstein Junior", "Il grande Gatsby", "La Stangata", "Il fantasma del palcoscenico". Ma nel 1974 fece anche scalpore il film "Gola profonda".

Passando al baseball, nell'aprile di quell'anno, a Cincinnati, un uomo di colore ottenne il fuoricampo numero 714. Una settimana più tardi ad Atlanta, lo stesso diventò il "Re dei fuoricampo", il record più prestigioso di tutto lo sport moderno. Gli Oakland vinsero le World Series mentre la Fortitudo Bologna conquistò lo scudetto in Italia. Tante cose successero nel 1974, belle e brutte, eventi mondiali, eventi nazionali e locali. Proprio in quell'anno, la FIBS mandò in America Bruno Laurenzi e Giorgio Castelli, due grandi campioni del passato e fonte d'ispirazione per la generazione successiva di "baseball players" italiani (me compreso). Questo progetto della Federazione era iniziato anni prima, quando altri giocatori furono "ospitati" agli spring-training dei pro (Alberto "Toro" Rinaldi, Giulio Glorioso, Bob Gandini, vincitore della Tripla Corona (1962 con .375 di media, 12 fuoricampo e 40 punti battuti a casa), poi l'imponente e massiccio Lallo Carmignani, un vero e proprio "guerriero".

Tornando alla trasferta di Laurenzi e Castelli, eccovi un piccolo aneddoto raccontato proprio dal catcher del Nettuno: "Quell'anno, 1974, la Federazione Italiana, mandò me e Giorgio, con Giulio Glorioso che ci faceva da guida, a Tampa, al campo dei Cincinnati Reds per la preparazione ai campionati Mondiali che si tenevano lo stesso anno. Fu una bellissima esperienza, un mese tra i più forti giocatori di baseball al mondo. Ricordo di aver fatto amicizia con alcuni di loro, Joe Morgan, Tony Perez, Dave Concepcion… Ma in particolare, rimasì ben impressionato dalla simpatia e disponibilità di Pete Rose che ogni giorno mi dava consigli con il suo modo un po' rude di fare le cose. Tutte le mattine, mi si avvicinava, mi toglieva il guanto da ricevitore e con molta grinta mi faceva vedere come bloccare la palla o andare incontro all'avversario con la palla tra guanto e mano e toccare il corridore con grande sicurezza. Pete Rose era un giocatore pieno di energia che a volte mi metteva paura per la sua carica. Io e Giorgio abbiamo giocato per un mese con la squadra di Cincinnati di doppio A. Facevamo delle piccole trasferte per andare a giocare, con i Mets, con gli Astros e con i Cardinals ecc… spostandoci con il loro pullman. Ma un giorno al campo dove eravamo noi doveva arrivare Hank Aaron, allora io e Giorgio abbiamo inventato una scusa per non partire per la trasferta e siamo rimasti a vedere il grande campione che nello stesso anno oltre a tutti gli altri record, avrebbe battuto il fuoricampo numero 715, il maggior numero di fuoricampo nella carriera, scavalcando Babe Ruth. La festa è durata poco, perché dopo un po' è arrivato Giulio Glorioso che incazzato ci ha portato al campo dei Cardinals con la nostra auto noleggiata in precedenza per i nostri spostamenti nella città di Tampa. Una Volkswagen, il famoso maggiolino".

Il Blog di Beppe Carelli

Beppe Carelli

Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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