S.Marino e quella capacità di smontare Wilson

I momenti-chiave d'una sfida che rilancia totalmente il San Marino e che riporterà la serie sul Titano: 1) la capacità dei "Titano Bombers" di smontare Kris Wilson in poco più di due inning; 2) il suicidio del Nettuno con una falsa partenza così sconcertante e disastrosa che… al confronto quella di Usain Bolt ai Mondiali di atletica è roba da ridere; 3) la concentrazione, la concretezza e l'opportunismo di un San Marino che nelle prime due gare allo "Steno Borghese" è tornato a giocare da San Marino, quello vero; 4) Ruggero Bagialemani – il manager della "cenerentola" che è arrivata clamorosamente in questi mesi ad accarezzare il grande sogno – ieri sera ha perso la testa: quella sceneggiata eccessiva al quinto inning indica che non c'era la necessaria serenità per gestire lucidamente la partita; 5) le vibranti e plateali proteste di Bagialemani, per una chiamata dell'arbitro di prima base Fabrin che ha tolto un punto al Nettuno in rimonta, si sono rivelate controproducenti. Nel senso che quei dieci minuti di stop della partita – fra proteste e discussioni – hanno dato l'opportunità ai lanciatori di rilievo del San Marino di completare il loro "riscaldamento"; 6) il pieno recupero fisico di un campione come Anthony Granato – infortunatosi nel corso di gara1 e indisponibile in gara2 – sta facendo la differenza. Granato infatti è stato fondamentale per i successi del San Marino nelle prime due partite sul diamante di Nettuno.

Approfondiamoli, questi momenti-chiave.
Il San Marino ha recuperato la propria personalità, dopo le tante troppe incertezze sorprendentemente mostrate nelle prime due sfide della serie. Caduto due volte, la settimana scorsa sul proprio campo, lo squadrone di manager Doriano Bindi ha capito gli errori commessi. Ha saputo cambiare atteggiamento e rinchiudersi dentro una totale concentrazione. Si era fatto sorprendere in avvio di queste Italian Series, concedendo al Nettuno qualcosa come 22 punti in due partite! Trovatosi con le spalle al muro, ha smesso di gigioneggiare. Rendendosi conto che non basta essere più forti nel box di battuta. Si vince se c'è umiltà. Si vince se stai lì con la testa. Si vince con la capacità di soffrire. Il San Marino ha capito tutto questo e – proponendosi a Nettuno – ha dato una impressionante dimostrazione di saldezza di nervi e di sicurezza. Partendo da una delicatissima situazione di 0-2 e… nel colosseo dello Steno Borghese. L'intensissimo ed eccitante tifo del grande popolo nettunese non è riuscito a far breccia nel gruppo di Bindi. Sia giovedì sera, sia ieri, il San Marino non si è mai lasciato intimorire. Anzi, ha imposto immediatamente la propria forza, la propria personalità. Con impatti duri, gonfi di energia, di concretezza, di opportunismo, di cinismo. In pochi attimi, ha aggredito e messo in crisi Escalona in gara3. Togliendogli tutte le certezze. E ieri sera i "Titano Bombers" hanno bastonato e smontato Kris Wilson. Il quale non è riuscito a terminare il terzo inning. Scendendo dal monte sotto il peso di 7 valide e 5 punti subìti. Anche allo stadio di Serravalle, una settimana prima, i "Titano Bombers" avevano flagellato duramente il veterano pitcher americano costringendolo a prendere mestamente la strada del dugout dopo 2.1 riprese lanciate e 5 punti subìti. Ma… quella notte del 26 agosto i giocatori del San Marino furono troppo farfalloni e permissivi, andarono a complicarsi maledettamente la vita commettendo un errore di presunzione. E riuscendo così nell'impresa di regalare – alla distanza, dopo quasi cinque ore di gioco – una partita che in avvio stringevano in pugno con un perentorio 7 a 0.
Evidentemente i lanci di Wilson sono molto graditi a Anthony Granato, Jairo Ramos, Willi Vasquez. Ma anche Avagnina, Pantaleoni, Francesco Imperiali hanno dimostrato – tra venerdì scorso e ieri sera – di vedere e colpire efficacemente le palline lanciate dal trentacinquenne ex-pitcher dei Kansas City Royals, dei New York Yankees e dei Samsung Lions. Cinque volte, nel corso di questa stagione, Wilson ha incrociato le mazze dei "Titano Bombers". E soltanto una volta ne è uscito vincitore. Attualmente non è neanche nella miglior condizione fisica.

Il San Marino arrivava a Nettuno portandosi dietro uno svantaggio inquietante. Si supponeva che si portasse dietro anche una evidente preoccupazione. E invece… ad apparire timidi e incerti sono stati i nettunesi, sia giovedì, sia venerdì. Con partenze molli, lanciatori "partenti" che si sono fatti aggredire e una difesa che non ha potuto arginare l'intensità dei battitori avversari. Impatto traumatico soprattutto ieri sera: pronti, via e partita già compromessa. Un punto sammarinese subito con il leadoff Granato. E poi il big inning da 5 punti, in quel terzo attacco del San Marino aperto da un "solo homer" di Granato. Un inning da 5 battute valide, 2 basi-ball e una volata di sacrificio RBI. Ben 9 i punti concessi dal Nettuno nelle prime quattro riprese. Inesorabile Jairo Ramos con le sue battute "chirurgiche". Travolgente Anthony Granato, che al quinto inning ha confezionato il suo secondo fuoricampo da 1 punto (alla fine, per l'italocanadese, 4 su 5 nel box di battuta).
Si conferma giocatore fondamentale, Granato, per la T&A San Marino. Oltre ad essere – già dal campionato scorso – il miglior interbase della Italian Baseball League, nonché corridore molto veloce sulle basi, Anthony sa interpretare magistralmente il ruolo offensivo di leadoff. In questa stagione ha migliorato in maniera considerevole la media-battuta: dal 284 di average del campionato scorso al 315 della regular season 2011 e al 333 del round robin. Attualmente, dopo gara4 delle Italian Series, sta viaggiando con 7 battute valide (2 fuoricampo e 1 doppio) su 15 turni nel box. Leader del gruppo, giocatore di grande sapienza e importante punto di riferimento al centro del diamante, Granato per problemi alla schiena aveva lasciato orfano il San Marino sabato scorso nella partita che il Nettuno aveva vinto facile per 10 a 2.

Ruggero Bagialemani l'ho sempre apprezzato per il suo "spirito", per come interpreta il baseball, per la capacità di osare e di essere imprevedibile, per la dinamicità e l'intensità che le sue squadre esprimono, per il coraggio nel lanciare in mischia giocatori italiani giovani, per la passione con la quale coltiva talenti. Ha scritto una favola quest'anno assieme alla sua banda di monelli. Adesso, però, Ruggero non deve rischiare di "sporcare" la bella immagine di questa favola. Deve restare concentrato e trasmettere energia positiva al suo gruppo. L'allenatore non può perdere il controllo dei nervi. Ieri sera Ruggero lo ha fatto. Protestare (civilmente) per un errore arbitrale e pretendere rispetto è sicuramente legittimo. Ma… eccedere, esagerare, prodursi in una sceneggiata plateale e inutile come quella di ieri sera, non è ammissibile. Quando si va troppo fuori dalle righe, significa che non c'è più la necessaria lucidità. Mi era piaciuto il Bagialemani calmo (dentro), sornione, controllato, lucido, furbo delle prime due partite. Ieri sera no. Ieri sera si è fatto assalire dalle tensioni, dalla rabbia, dall'eccesso di passionalità. E dal vittimismo. Ruggero vede gli arbitri "nemici". D'accordo, su quell'arrivo stretto di Olmo Rosario in prima base, al quinto inning, Lino Fabrin ha probabilmente commesso un errore chiamando l'out. L'impressione è che Rosario fosse salvo. Il successivo fuoricampo di Juan Camilo sarebbe stato un Grand Slam, anziché da tre punti. E il Nettuno si sarebbe portato sul 6-10 (anziché chiudere l'inning sul 5-10). E restavano alla banda tirrenica altri quattro attacchi…
Comprensibile il disappunto di manager Bagialemani. Comprensibile che andasse a chiedere spiegazioni e a protestare con gli arbitri (sempre entro certi limiti…). Ci sta. C'è uno scudetto in palio. La posta è alta. Il problema è che Bagialemani ha esasperato tutto. Sarebbe stato meglio se questa "rabbia" l'avesse usata per trasmettere più grinta, più coraggio, più sicurezza, più convinzione ai suoi lanciatori partenti: l'Escalona preoccupatissimo e contratto di giovedì e l'irriconoscibile Wilson di ieri sera.
Inoltre, la sceneggiata di Bagialemani (con diversi altri giocatori sul campo, e qualche parolina scappata a qualcuno…), ha tenuto interrotta la partita per una decina di minuti. Con tanti ringraziamenti da parte di Bindi: i "rilievi" del San Marino hanno avuto – così – il tempo di completare il riscaldamento. In particolare Cubillan. Penso che senza quella interruzione, Palanzo e Cubillan sarebbero stati meno pronti.

E che dire di quell'ingenuità commessa da Vinicio Sparagna? S'è fatto "piccionare", al sesto inning, dimenticandosi di toccare la seconda base e permettendo al San Marino un doppio gioco difensivo. Poco dopo, Ambrosino si guadagnava la base su ball e Caradonna veniva colpito. Pertanto, se Sparagna fosse stato più avveduto, ci sarebbe stata situazione di basi piene…
Insomma, non sbaglia soltanto l'arbitro… Il Nettuno ha perso gara4 (facendosi così raggiungere nella serie) anche per propri demeriti. Oltre che per meriti – evidenti – del San Marino.

A proposito dei meriti del San Marino. Chiudo con una riflessione tecnica. Doriano Bindi, dopo i ko delle prime due sfide, ha fatto un aggiustamento nel lineup. Avanzando Vasquez nella posizione numero 3 e spostando Duran nello "spot" numero 6 (alle spalle di Chapelli). Sembra più equilibrato così, l'ordine di battuta dei Titani. Di sicuro, è stato più efficace.

Maurizio Roveri

Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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