Il Cariparma ha celebrato la fine dell'annata agonistica 2011 con la tradizionale cena di chiusura allo stadio "Cavalli", preceduta da una sfida a calcio in famiglia. E' stata l'occasione per una lunga chiacchierata con il Presidente Rossano Rinaldi. In un'atmosfera a metà tra la soddisfazione per una stagione altamente positiva e l'amarezza per i titoli sfumati nel finale. Il numero uno del Parma Baseball, con grande disponibilità, ha parlato a 360° con BASEBALL.IT della situazione della squadra e della società. Affrontando anche argomenti "delicati".
Presidente Rinaldi, la stagione era iniziata con grandi aspettative, dopo la vittoria dello scudetto della stella e con la prospettiva di una Coppa Campioni con il girone eliminatorio da disputare a Parma. Nonostante non sia arrivato nessun titolo si può considerare un'annata positiva?
"Si, sicuramente. Se uno giudica positiva solo una stagione che culmina con un successo può storcere il naso, ma più ci penso, più credo che il Parma abbia fatto una stagione molto, molto positiva. Sono andato a riguardare gli andamenti delle passate stagioni e ho verificato che nessuna squadra senza il lanciatore straniero era riuscita a raggiungere i play-off e la finale di Coppa Campioni. Ovviamente un po' di amarezza per la finale, perchè quando si arriva a quel punto si spera sempre di vincere, ma secondo me la squadra ha fatto un'ottima stagione".
Il manager Gerali cita spesso la mancanza del lanciatore straniero come una delle cause delle mancate vittorie, mentre il General Manager Fochi, in un'intervista apparsa sul sito ufficiale prima della Final Four, probabilmente per stimolare la squadra, ha affermato di considerarlo un alibi che non accettava. Qual'è il pensiero del Presidente?
"A mio avviso è un dato di fatto inconfutabile. Non bisogna utilizzarlo come alibi per giustificare le sconfitte. Ma è evidente che ci è venuto a mancare un partente e abbiamo dovuto rivoluzionare la rotazione. Non è una giustificazione, perchè noi speravamo di poter vincere la Coppa dei Campioni comunque. Però è innegabile che avessimo un buco."
Gerali in 5 anni ha raggiunto 4 volte i play-off, vinto uno scudetto e guadagnato la partecipazione ad una finale di European Cup. Si parla di un imminente staffetta con Orlando Munoz sulla panchina del Cariparma. E' la naturale conclusione di un ciclo con un cambio fisiologico o la società ha ravvisato problemi nella gestione tecnica che suggerivano una sostituzione? Quali sono le eventuali motivazioni?
"Martedì sera abbiamo fatto la cena del "rompete le righe", poi, d'accordo con Gerali, ci incontreremo la settimana prossima per vedere di pianificare prima la sua posizione e, di conseguenza, tutto il resto. Quindi non abbiamo ancora parlato nel dettaglio. Sentiremo quali sono le sue motivazioni, se può restare, se può restare con una veste diversa. Se Munoz può fare il manager. E' ancora tutto da definire. La prima persona con cui parleremo sarà lui, sulla base di quelle che sono le nostre convinzioni e cosa vorrà fare lui. Gerali diventa il primo tassello del nostro progetto. E' logico che dopo 5 anni possa avere motivazioni diverse, magari anche in un altro ruolo. Non è scritto da nessuna parte che debba per forza fare l'allenatore vita natural durante. Prima però parliamo con lui. Abbiamo delle idee che vaglieremo con lui. Così come l'eventuale scelta del nuovo manager e della rosa di giocatori per il prossimo anno. Lui sarà un punto fermo. In un modo o nell'altro".
In sede di presentazione della stagione, si era accennato ad un piano industriale triennale programmato con la collaborazione di Luca Baraldi, che avrebbe dovuto permettere, nel tempo, alla società di arrivare ad autosostenersi. E che comunque al termine del primo anno si sarebbero fatte delle valutazioni e apportati gli eventuali correttivi. Grossi cambiamenti non si sono visti cosa non ha funzionato e quali modifiche pensate di apportare alla gestione attuale?
"Porteremo avanti il piano sicuramente. Non avevamo parlato di novità immediate. Indubbiamente, essendo un programma triennale, è destinato a portare frutti in un prossimo futuro. La figura di Gerali dovrebbe avere un ruolo importante, come manager o con altra funzione. Abbiamo già inserito Enrico Cavalca, dall'inizio del 2011. Di conseguenza procederemo. Rispetto all'anno scorso la situazione economica è cambiata considerevolmente. In peggio, purtroppo. Questo ci porterà a fare delle considerazioni indipendenti dal piano industriale".
Dal punto di vista tecnico è il momento di iniziare a programmare la stagione 2012. Sicuramente non si può prescindere da un budget adeguato: a che punto sono, se non sono già state concluse, le trattative per il rinnovo del contratto di sponsorizzazione con Cariparma-Credit Agricole, alle quali accennava, sempre in sede di presentazione dello scorso campionato?
"La firma sul contratto ancora non c'è. Ma l'accordo è già raggiunto. Su base biennale, con opzione per il terzo anno. Posso confermarlo senza timore di smentita. Addirittura stiamo lavorando, ma questo è un discorso ancora a livello embrionale, per vedere di coinvolgere la Cariparma nel progetto di tutta la franchigia".
E' ovviamente presto per fare nomi di acquisti o cessioni, possiamo però dire quali saranno gli obiettivi primari della campagna acquisti? Lanciatore straniero, secondo ricevitore italiano o straniero? Pensate di utilizzare tutti i quattro visti a disposizione o ne terrete uno? Munoz giocherà o farà solo l'allenatore? Yepez prima della trasferta a Brno è stato visto parlare a lungo con Fochi, farà parte della squadra nel 2012 o si sta pensando a qualcosa di diverso?
"Tutto ruota intorno alla figura di Gilberto Gerali. Quello che posso dire è che Yepez potrebbe far parte ancora del nostro progetto. Munoz credo non giocherà più, ma dipenderà da lui e dallo stesso Gibo. Tengo a dire che continueremo a seguire la stessa filosofia degli ultimi anni, che prevede un continuo innesto di giovani locali. Anche perchè sta diventando una scelta non solo virtuosa, ma obbligata da quello che sta succedendo nel mondo. Io spero di non dover rinunciare a nessuno. Sicuramente useremo solo tre visti per evitare i rischi di quest'anno. Uno di questi visti lo utilizzeremo per il lanciatore e cercheremo di trattenere Medina. Quindi i tasselli fondamentali dovrebbero restare".
Quale giocatore ha maggiormente soddisfatto Rossano Rinaldi nel 2011 e da quale invece è rimasto deluso?
"Io ritengo che nel 2010 tutti abbiano giocato al 110{71c0f2df6a3eb788ea1fc388985ca12d75192dd22e3bd9fc8cd7933404c8ab89}. Quest'anno qualcuno ha reso meno. Non per minore impegno, anzi, ma perchè in una stagione sportiva può succedere. Delusioni non ce ne sono state, guardando le medie e non solo, si capisce chiaramente che qualcuno ha avuto un rendimento inferiore alle aspettative. Una sorpresa positiva è rappresentata senza dubbio da Medina. Sono soddisfatto anche da Grifantini. Per quanto riguarda i giocatori che già erano con noi, Bertagnon è stata la miglior conferma, e Burlea una piacevole sorpresa, rispetto alle stagioni passate".
Prima della Finale scudetto del 2010 lei aveva lasciato intendere che avrebbe potuto lasciare il timone del Parma Baseball, poi conquistata la stella, ha rilanciato. Quest'anno può affermare con sicurezza che Fochi e Rinaldi saranno anche nel 2012 alla guida della società? Sempre lo scorso anno aveva affermato: "Io e Fochi abbiamo obiettivi diversi per il nostro futuro". Ad un anno di distanza cos'è cambiato? E' vero che ci sono state trattative per un passaggio di società, naufragate con il passare dei mesi? Come mai?
"Trattative non ce ne sono state. Abbiamo sempre detto che se ci sono persone disposte a perdere tempo e soldi, siamo a disposizione, perchè non è un nostro privilegio, anzi, lo facciamo proprio perchè ci piace il baseball. Se c'è qualcuno che ha maggiori risorse economiche o più voglia di lavorare rispetto a noi, è ben accetto… Io parlo per me, ma credo anche per Fochi sia lo stesso: per il futuro abbiamo obiettivi diversi, come è logico, visto che sono ormai 15 anni che sono presidente. Il grande rammarico se mai, è non essere riusciti a creare una successione. Stiamo cercando di elaborare una struttura che sia indipendente dalle persone fisiche, in particolare da noi due. Quando parlavo di un ipotetico ruolo diverso per Gerali mi riferivo proprio alla necessità di avere dirigenti validi. Chiaro che la situazione congiunturale è molto difficile, però confermo, in un prossimo futuro, sia io che Massimo Fochi ci dedicheremo ad altro".
Fin qui, le dichiarazioni del massimo dirigente ducale. Che ovviamente, ancora non può sbilanciarsi su questioni che la società non ha ancora completamente definito. Per quanto riguarda la guida tecnica, però, la decisione sembrerebbe già essere stata presa. Come in qualche caso si evince anche da un'intervista rilasciata da Gilberto Gerali al collega Paolo Mulazzi per "Sportparma". Resta solo, appunto, da definire la situazione del tecnico che ha riportato a Parma lo scudetto nel 2010. Si legge anche tra le righe dell'intervista al Presidente: la società ha un'idea, che prevederebbe Gerali nel ruolo di General Manager, con la conseguente promozione di Munoz alla guida tecnica, i diretti interessati la accetteranno oppure no? Ma per quanto riguarda Munoz dovrebbe essere una formalità.
Una scelta che di primo acchito potrebbe prestare il fianco a critiche, ma che, dopo un'attenta riflessione, pare avere una certa logica. La squadra è molto legata a Gerali, molti giocatori sono rimasti a Parma, negli anni passati, soprattutto perché lui era il manager. E i risultati sono tutti dalla sua parte, è stato indubbiamente il miglior allenatore degli ultimi 10 anni. Ma è naturale che dopo tanti anni si presenti la necessità di creare nuovi stimoli, cambiare qualcosa. E Munoz, già allenatore in campo, garantisce una certa continuità. Ai tifosi non resta che aspettare una, forse due settimane, quando la società comunicherà ufficialmente le sue decisioni. Di sicuro, come ha spiegato anche Rinaldi, non ci saranno smobilitazioni. Il progetto prosegue, cresce. La base è solida, composta da uno zoccolo di italiani di grande valore, tutti sotto i trent'anni, con alle spalle un numero indefinito di giovani talenti smaniosi di diventare protagonisti. Alla faccia della crisi…
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