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Boston, New York e Atlanta, tonfi storici

Red Sox, Braves e Yankees, tre storiche e notissime franchigie della Major League, tutte estromesse dalla corsa al titolo.
Solo una era comunque riuscita a raggiungere i playoff, quella dei "Bronx Bombers", che però in gara-5, alla fine di un'equilibrata ed appassionante serie con Detroit, si è vista impedire l'accesso alla fase succesiva. Obiettivo invece raggiunto proprio dai Tigers che se la vedranno con i Texas Rangers. La caduta del cosiddetto "Evil Empire" ha innescato una serie di rumor che coinvolgono il futuro di molti giocatori tra cui anche qualche stella: come il lanciatore CC Sabathia, che potrebbe far valere una clausola presente nel suo contratto tramite cui può svincolarsi dall'accordo siglato con gli Yankees nel 2009 (durata di 7 anni per un totale di 161 milioni di dollari) per cercarsi un contratto ancora più ricco altrove. Oppure come Alex Rodriguez che all'alba dei 36 anni, e con alle spalle la peggior stagione della sua carriera (diversi infortuni), non viene più ritenuto così affidabile come qualche tempo fa pur restando un giocatore che ha fatto e farà ancora la storia del baseball d'oltreoceano. Ed ancora alcuni gregari di lusso come il ricevitore Russel Martin e l'esterno Nick Swisher, tutti in attesa di capire le decisioni della dirigenza newyorkese .L'off-season porterà con sè le risposte a tutti questi quesiti.
Discorso diverso per Boston e Atlanta che ai play-off non ci sono nemmeno arrivate nonostante si fossero presentate allo sprint finale con una vantaggio che lasciava poco spazio ad un finale a sorpresa.
I Red Sox, a causa di un mese settembre concluso con solo 7 vittorie e ben 19 sconfitte, hanno dovuto cedere la wild card dell'American League all'ultima partita ai giovani ed esuberanti TampaBay Rays. E' la prima volta nella storia che una squadra che ad inizio settembre si presenta con un vantaggio così largo sulle dirette inseguitrici riesce a fallire l'appuntamento con i playoff. Terry Francona, manager di Boston, qualche giorno dopo l'incredibile debacle, in accordo con la dirigenza, si è chiamato fuori dal progetto Red Sox ottenendo così che la dirigenza non esercitasse l'opzione di 4,25 milioni di dollari per tenerlo alla guida della squadra per le stagioni 2011-12 e 2012-13. In conferenza stampa è stato lo stesso Francona ha ammesso di aver perso il polso della squadra e che quella dell'addio era l'unica soluzione possibile per garantire un nuovo futuro vincente a Boston. Lascia dopo 8 stagioni con all'attivo 744 vittorie e ben 2 World Series vinte, le prime dal 1918.
Come per Boston anche Atlanta, a seguito di un disastroso settembre di gioco, perde all'ultima partita di regular season la leadership della wild card della National Leauge a favore dei St. Louis Cardinals. Per i Braves questa era la prima stagione in cui in panchina non sedeva più Bobby Cox, storico skipper di Atlanta, bensì Freddy Gonzalez che sembrava poter cancellare in fretta il ricordo del predecessore dalle menti dei tifosi attraverso la conquista di un posto per la post-season. Almeno fino all'insospettabile tracollo, simile per i risultati a quello di Boston, ma difforme nella sostanza.
Da quando si assegnano le due wild card (1995) non si era mai registrato un finale di stagione del genere. 161 partite, 1.449 inning, migliaia e migliaia di lanci non sono bastati per emettere un verdetto. Che è stato emesso solo alla partita numero 162.

Andrea Croso

Andrea Croso è nato a Milano il 24 gennaio 1986 ed è laureando triennalista in Economia e Gestione Aziendale all'Università Cattolica di Milano. La grande passione per il baseball arriva solo verso i 18 anni, grazie alle telecronache di Elio e Faso su Tele+, e da allora inizia anche la carriera da giocatore che lo vede partecipare per 6 anni nel campionato di Serie C con la casacca dei gloriosi Ares Milano (assumendo anche il ruolo di dirigente). Nella stagione 2010-11 passa, in prestito, al Bergamo Baseball dove ricopre il ruolo di prima base. Il baseball d'oltreoceano è materia in cui si muove con estrema disinvoltura ed il tifo per i San Francisco Giants si è in breve tempo trasformato in passione per l'intero mondo delle Major Leagues.

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