Quelle del 2011 erano le World Series numero 107 nella storia della Major. Per nulla scontate, anzi combattute e mai come quest'anno con tanti colpi di scena. C'è voluta gara-7 per stabilire chi tra i Texas Rangers e i St. Louis Cardinals dovesse diventare campione. L'hanno spuntata quelli del Missouri che coronano così nel migliore dei modi un incredibile finale di stagione in fondo al quale nessuno, ma proprio nessuno, due mesi fa avrebbe mai ipotizzato di poterli trovare a festeggiare sul gradino più alto del podio. A detta dei più, il primo ingrediente per questa formula vincente è stato il manager Tony La Russa. Skipper navigato, è riuscito a trasmettere ai suoi giocatori la voglia di non mollare mai e di combattere fino alla fine, caratteristiche queste risultate poi fondamentali per la conquista del titolo. E alla base le sue comprovate origini italiane. Che nel 1998 gli hanno permesso di essere indotto nella National Italian American Sports Hall of Fame, un'istituzione nata per onorare i grandi atleti italo-americani.
Del Tony La Russa giocatore non c'è particolare traccia. La sua carriera professionistica dura 10 anni, dal 1963 al 1973, durante i quali non riesce ad affermarsi sul palcoscenico delle Majors su cui fa brevi apparizioni senza mai lasciare il segno. Ma è nel doug-out che trova la sua dimensione ideale. Il primo incarico importante gli viene dato dai Chicago White Sox che prima gli affidano la squadra di Triplo-A per poi consegnargli nel 1979 le redini di comando della franchigia MLB. Da qui inizia quella è stata una tra le più brillanti e vincenti carriere manageriali dell'era moderna. Con la squadra di Chicago resta per 8 anni senza però raccogliere particolari successi. Dopo uno stentato avvio di stagione nel 1986, La Russa viene cacciato dai White Sox ma resta disoccupato per poco. Gli Oakland Athletics decidono di affidargli la panchina ed è qui che la sua carriera subisce la prima accelerazione importante. Guida la sua squadra a tre apparizioni consecutive alle World Series, conquistandone una ai danni dei rivali San Francisco Giants nel 1989.
Nel 1996 l'approdo ai St. Louis Cardinals dei quali resta manager per 16 anni. Conquista il suo secondo anello, il primo alla guida della franchigia dei cardellini rossi, nel 2006 divenendo così il secondo manager nella storia MLB a vincere una World Series sia come skipper di una franchigia dell'American League(Oakland 1989) che della National League (St. Louis 2006).
Il terzo trionfo è storia recente ma ancor di più l'annuncio del suo addio. Nella conferenza stampa di ieri lo stesso La Russa ha ammesso che la conquista del titolo non ha influito sulla scelta di ritirarsi in quanto questa decisione era stata presa già in agosto e comunicata ai vertici societari. Alla fine, ha allenato per 33 stagioni, con 5.097 partite totali, secondo solo al leggendario Connie Mack, e collezionando 2.728 vittorie che lo piazzano direttamente al terzo posto assoluto di ogni tempo.
Se il baseball è davvero un sport fatto di numeri, questi parlano più di qualsiasi altro. Con all'attivo 6 pennants e 3 World Series, Tony La Russa è senza dubbio destinato ad entrare un giorno nella Hall of Fame di Cooperstown. Si ritira un mito del baseball. E come sempre accade per i grandi, il caso ha voluto che lasciasse nel momento migliore. Dopo un trionfo.
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