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Baseball è Blues, musica e armonia

Baseball è musica e armonia. Blues è musica e armonia. Baseball è Blues. Tutto inizia con una B.
È il blues di Tim Hudson, che dopo un intervento chirurgico di trapianto del legamento del gomito rientra in Major League. Dopo tante sofferenze e riabilitazione registra lo strike-out numero 1.600 e contribuisce al raggiungimento di 10.000 vittorie da parte dei Braves.
È il blues di Dallas Braden che dopo aver perso la mamma portata via dal cancro, col dolore nel cuore va a vivere con sua nonna. Dalla sedia a rotelle la nonna lo incita per continuare a giocare a baseball. Il 9 maggio del 2010, "Mother's day", Dallas Braden effettua 109 lanci (77 strike) contro la squadra di Tampa e ottiene la diciannovesima "partita perfetta" nella storia delle Major League.
È il blues di Brett Gardner, quando visita lo "Stanley Children's Hospital". Lì conosce la nipote di Babe Ruth che gli racconta di quando il nonno promise un fuoricampo ad un ragazzo malato. Gardner conosce Alyssa, 18 anni, che deve subire un trapianto di cuore. Nel suo letto di ospedale, Alyssa regala un braccialetto a Gardner e gli dice che lui farà un fuoricampo nella partita serale. Il blues continua perchè Gardner non è titolare. Al suo posto gioca Damon a sinistra. Alyssa è davanti al televisore e sorride. A metà partita Damon viene espulso dall'arbitro, il manager Girardi si rivolge a Gardner dicendo "You're in, Brett". Con due strike, Gardner realizza una volata all'esterno sinistro. Un doppio. Ma la palla prende un brutto rimbalzo allontanandosi dal difensore che la rincorre. Brett vola verso la terza e vede il suggeritore che lo incita a continuare la corsa verso casa base. Brett arriva in scivolata. È un punto. Un fuoricampo interno! Alyssa è contenta.
È il blues di Bengie Molina che viene trasferito ai Texas Rangers per far posto in squadra a Buster Posey. Un altro giocatore sarebbe amareggiato, ma non Bengie. "È stata una mossa giusta, Buster è un catcher più bravo di me" dice Molina dopo tanti anni a San Francisco.
È il blues di Josh "The Natural" Hamilton, quando crack e cocaina si insinuarono nel suo mondo allontanandolo dai "verdi prati d'estate", dalla moglie Katie e dalla piccola Julia. Anche in questo caso, le note del blues arrivarono alla nonna che ospitò Josh con la promessa di andare in un centro di riabilitazione. E così fu. Hamilton si avvicinò ancora ai campi da baseball con i suoi homer, ma più di tutto ritrovò la vicinanza della moglie e della piccola Julia.
È il blues di Torii Hunter che da piccolo doveva chiedere da mangiare ai vicini di casa perchè il padre drogato spendeva tutti i soldi e viveva in casa a lume di candela, senza elettricità. Ma Torii ama suo padre, il suo sogno si è avverato. È riuscito a strapparlo da quel tunnel e ora siede sulle tribune per guardare il figlio che gli ha restituito ciò che gli apparteneva: la dignità di un padre.
È il blues di Scott McClain con le sue lacrime e le 80 telefonate per comunicare che il suo sogno si è realizzato. Il primo giorno di settembre viene chiamato dai San Francisco Giants. È nel line-up, ottiene un homerun, la prima delle tante telefonate è diretta alla moglie Jennifer: "ce l'abbiamo fatta" dice il giocatore. Scott McClain è un rookie, Scott McClain ha 36 anni!
È il più bel blues italiano, quello di Alex "Stallion" Liddi, il rookie di Sanremo che gioca nei Mariners, i cui occhi hanno visto soltanto 23 primavere.
Baseball è il blues, il blues è bello. C'è un altro blues qui da noi, è il "Baby Band Blues", i terribili ragazzi della squadra di Nettuno, che in finale riescono a far tremare le solide fondamenta di uno squadrone massiccio e potente come quello di San Marino. È il blues dei tifosi che si accalcano allo "Steno Borghese" animati da quello che mesi prima non si sarebbero mai aspettato.
È il blues di Stevie, Jimi, Janis, Dwane, Howling, B.B…
È il blues di Filippo e Maurizio, che nelle pieghe della notte, mentre danzano le stelle, ci aiutano a rimanere saldamente in contatto con un mondo dove i sogni si possono realizzare.
Il baseball è il blues di tutti quanti noi, senza distinzione tra credenti e non credenti, senza distinzione tra razze e colori della pelle. È il blues di coloro che pensano e sono consapevoli che essere obbedienti non rappresenta una virtù, ma una subdola tentazione.

Il Blog di Beppe Carelli

Beppe Carelli

Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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