Ray Sadler, l'altro colpo della Danesi Nettuno

Adesso è ufficializzata anche la firma, a dir la verità apposta già da qualche settimana orsono, così come il permesso di soggiorno. Il roster della Danesi Nettuno si arricchisce di un altro nome di spicco, quello di Raymond Lee Sadler, destro texano originario di Clifton e nato nel 1980. Sarà il sostituto di Juan Camilo nel ruolo di esterno destro, e soprattutto nel box dove non dovrà far rimpiangere il dominicano, peraltro sottotono soprattutto nelle due partite finali della serie scudetto contro il San Marino.

La sua carriera non è caratterizzata da chissà quali numeri in Major League. In compenso, però, ha un solidissimo background di triplo A che rappresentano una base su cui contare. Infatti dopo tutta la trafila nelle minors, iniziata nel 1999 con la Rookie League e proseguita con progressi costanti e regolari nell'organizzazione dei Pirates, Sadler si trovò di colpo nel mese di maggio 2005 ad essere chiamato a sostituire l'infortunato Craig Wilson. Singolare il fatto che la chiamata arrivò di colpo, quando ancora era in Doppio A, e dovette presentarsi senza preavviso al campo di gioco. Un perfetto sconosciuto, tanto da non essere nemmeno riconosciuto dallo stesso manager Lloyd McClendon, che a dirla tutta lo confuse per un addetto alla manutenzione…

A maggio, in quei tre giorni, concentrò le sue uniche tre presenze in Major, coronate nell'ultima apparizione con un fuoricampo contro i Giants. Sembrava dovesse essere, a 25 anni, l'inizio di una luminosa carriera. Invece, come a volte accade, Sadler venne spedito in Triplo A e per una serie di circostanze tutt'altro che fortunate finì nel dimenticatoio, nonostante mantenesse livelli tutto sommato buoni in termini di statistiche e dove, nel 2007 ma in AA, ottenne il premio di Mvp di squadra con la formazione degli Astros ai quali nel frattempo era stato ceduto. C'è stato anche un passaggio ai Devil Rays, ma dopo esser diventato free agent Sadler ha trascorso le ultime due stagioni con i Kansas City T-Bones nella Northern League, campionato indipendente ma di buon livello e affidabilità. In altre parole selettivo, tanto che i numeri che parlano di una media battuta abbondantemente superiore ai 300, un numero di fuoricampo sempre superiore a quota venti in oltre 100 partite disputate a stagione. Se proprio c'è da trovargli un difetto, forse è l'elevato numero di volte che rimane al piatto. Molto vicino al 20 per cento (18,4), tipico comunque dei bombardieri che cercano le battute lunghe o da extrabase (nell'ultimo campionato le ha trovate nel 35,7 per cento delle volte), a fronte di una percentuale di basi ball inferiore al 10 per cento, 8,6 per la precisione.

Numeri a parte, il Nettuno disporrà di uno slugger di gran livello per il campionato italiano, che si unirà al roster a metà marzo. A questo punto manca solamente un tassello, un altro lanciatore per la partita del venerdì che affianchi Santos Hernandez. I rumors danno la dirigenza vicinissima ad un pitcher in grado di ottenere anche il doppio passaporto, rendendolo così abile e arruolato per il match dei non Asi.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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