Da tempo il CNT si interroga sulla problematica "Obbligo di Tecnici Qualificati". Alcune società attraverso richieste di deroga, spesso ben motivate, scansano l'obbligo inserendo lo straniero di turno oppure un tecnico che non è ancora tecnico, ma che presto lo sarà eccetera eccetera.
Questa situazione è in un certo senso frustrante per il CNT che organizza corsi base, specializzazioni, corsi istruttori, allenatori, ecc. Da parte loro, i tecnici – specie a chi vuole tenersi sempre aggiornato – frequentano le coach convention per migliorare il proprio livello; poi magari si ritrovano senza lavoro, perché le società preferiscono lo straniero, e allora un po' i campanellini gli girano.
Ecco allora che essi chiedono maggiore rigore nell'applicazione degli obblighi e pene severe per chi non si attiene. Un tecnico di vecchio corso, come Franco Ludovisi, ritiene che se non si è in grado di far rispettare le qualifiche dei tecnici, tanto vale liberalizzarle. Il salumiere di Piazza Maggiore di Bologna, col massimo rispetto, potrebbe allenare la Fortitudo se questo è in grado di soddisfare le esigenze della società.
Non entro nel merito obbligo sì, obbligo no, ma la domanda è: si potrebbe fare qualcosa di diverso nel mondo dei tecnici italiani? Durante la riunione dei tecnici all'ultima Coach Convention, tra le vari proposte, ne ho fatta anch'io una personale. Perché non pubblicare un Albo dei Tecnici dove oltre alla qualifica c'è anche una sorta di curriculum? Esperienze, corsi di aggiornamento, risultati acquisiti, tempo di scadenza del proprio contratto, possibilità di spostarsi dal proprio domicilio etc. Il mio intervento, devo dire la verità, è stato accolto tiepidamente. Forse non sono stato in grado di spiegare bene le opportunità che questa novità potrebbe portare. Nel mio intervento paragonai il tecnico Paolo Castagnini con il tecnico Mauro Mazzotti. Guardando le liste, i due sono apparentemente simili; ambedue allenatori di terzo livello. Salvo che Mauro ha vinto quattro scudetti, quattro Coppe Italia, due Coppa delle Coppe, una Super Coppa e chissà quant'altro ancora. Il sottoscritto di scudetti non ne ha vinto manco uno.
Proseguendo nel ragionamento, che cosa fa un Presidente di Società quando è il momento di cercare un allenatore? A chi telefona? Che cosa va a vedere? In Italia nonostante i numeri elevati di tecnici ci si conosce quasi tutti, per lo meno chi frequenta regolarmente gli ambienti delle Convention o i tornei, campionati e altro. Nessuno però conosce bene la situazione del collega, figuriamoci i Presidenti di società. Alcuni tecnici si spostano frequentemente da una società all'altra, ma altri sembrano parte del campo dove giocano. Chi mai può pensare che Gino che da dieci anni vediamo accompagnare i ragazzini del Camacicci Baseball avrebbe l'aspirazione di poter cambiare società? Avere dei nuovi stimoli? Come farà Mr. Rossi, Presidente della squadra Tombazosana che gioca nello stesso girone a sapere che Gino vorrebbe cambiare? Come la mettiamo con il collega e amico Presidente a cui si va a rubare il tecnico? Ma è giusto che Gino non possa aspirare ad una nuova società magari con compiti più stimolanti e perché no, qualche piccolo rimborso spese, anziché rimetterci regolarmente la benzina della sua auto? A questo proposito mi viene da sorridere dopo aver sentito un intervento durante la stessa riunione su "quasi tutti i tecnici prendono qualcosa" ho visto le facce smarrite e sorridenti di tanti, veramente tanti tecnici.
Detto questo, attraverso un sito Internet, il sottoscritto e altre persone dell'Associazione abbiamo pensato di dare una risposta realizzando una bacheca per tecnici. Una piccola scheda online, un curriculum e la disponibilità ad accettare proposte. La cosa è più difficile da dire che da fare. Ecco fatto! Già arrivano i curricula accompagnati da messaggi di entusiasmo. Allora forse l'Italia non è ingessata solamente nel lavoro, o forse anche questo è lavoro? Che cosa servirà? Forse nulla? Forse a qualcuno sì e a qualcuno no? E chissà che forse in futuro i Presidenti non potranno più dire che scelgono gli stranieri perché in Italia non si trovano tecnici.
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