Il "signor Rossi" al Siena College

Quella ormai alle porte sarà la sua 43esima stagione consecutiva come head coach del programma di baseball del Siena College, un ateneo con sede a Loudonville nello Stato di New York. Tony Rossi è secondo solo al mitico Augie Garrido di Texas come "anzianità" di servizio sui diamanti della Division 1 della NCAA e può vantarsi, con oltre 700 vittorie, di essere l'allenatore più vincente in tutte le discipline sportive del Siena College.
Negli ultimi quarant'anni ha allenato più di 30 giocatori che hanno poi firmato contratti professionistici, il più famoso dei quali è senza dubbio il lanciatore mancino John Lannan, ora nell'organizzazione dei Washington Nationals. L'ultimo, in ordine temporale, a fare il grande salto è stato il seconda base Dan Paolini, anche lui di chiare origini italiane, ora sotto contratto con la franchigia dei Seattle Mariners e che nei suoi anni a Siena ha ottenuto la nomina a Second Team All American (primo nella storia dei Saints) e ha guidato la NCAA nella classifica dei fuoricampo/partita (0.49).
Innumerevoli i riconoscimenti ottenuti da Tony Rossi nella conference di appartenenza, la Metro Atlantic Athletic, ma quello di cui va più fiero è certamente quello di aver portato Siena da college di Division 2 con soli 10 studenti-atleti al livello superiore con 24 borse di studio per la squadra di baseball.
Anche questa lunga off-season lo ha visto impegnato nel reclutamento di giovani talenti e nella raccolta di fondi per far crescere e mantenere competitivo il programma di baseball a Siena College. Tony Rossi è sempre stato in grado di rimanere al passo con i tempi e quest'anno ha inserito nel suo staff un nuovo hitting-coach, Ryan Myers (con un passato recente da giocatore nel campionato tedesco) così come George Brown, a cui affiderà la preparazione dei lanciatori. Punte di diamante per i Saints 2012 dovrebbero essere il forte lanciatore Justin Brantley e l'interbase Vincent Citro.
Coach Rossi, cosa conosce delle sue origini italiane?
So che la mia famiglia è originaria di Ceccano, un paese non lontano da Roma.
Ha mai avuto l'occasione di visitare l'Italia?
No, non sono mai stato nel vostro paese ma mi piacerebbe tanto venirci.
Cosa sa del baseball giocato da noi?
Non molto, però ricordo che un mio ex-giocatore Mike Serbalik ha giocato nel campionato italiano qualche anno fa, a Godo.
Quali sono le sue aspettative per l'imminente stagione?
Mi auguro di fare un buon campionato e arrivare al torneo della nostra conference che si presenta molto equilibrata anche quest'anno.
C'è qualcuno che l'ha influenzata come allenatore?
Sicuramente colui da cui ho appreso di più è stato un coach di basket di high-school per il quale ho lavorato allenando i giocatori al primo anno.
Ha mai pensato di fare il grande salto nel mondo professionistico?
Sinceramemte no, mai.
Per quanto tempo ancora ha intenzione di allenare?
Non saprei proprio dirlo.
Avrebbe mai detto che il baseball NCAA sarebbe arrivato a un tale livello di popolarità?
Ho sempre considerato il baseball a livello di college il più affascinante.

Andrea Palmia

Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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