Il suo nome è legato a uno dei ricordi più belli e importanti del passato recente del Baseball Rimini. Esattamente dieci anni fa, correva l'anno 2002, Seth La Fera conquistò con i Pirati lo scudetto della "stella". Era l'interbase titolare e La Fera fu tra i protagonisti assoluti della splendida cavalcata che consegnò a Rimini il decimo titolo della sua storia.
Oggi, a un decennio di distanza, il 36enne di Macom (New York) torna a vestire nuovamente la casacca neroarancio. Come già preannunciato da Baseball.it, è stato scelto dalla dirigenza riminese come jolly prezioso in diamante nonché lanciatore sempre pronto a salire sul monte per ogni evenienza. Alto 180 centimetri per 83 chilogrammi, il neo Pirata, che batte e tira destro, è dotato di doppio passaporto e, dall'alto delle sue dieci stagioni trascorse sui diamanti del Belpaese, può disporre dello status di giocatore di scuola italiana.
Compagno di scuola ai tempi della Sprayberry High School di Marlon Byrd e Kris Benson, dopo l'esperienza biennale alle Kennesaw State University, La Fera esordisce nel campionato italiano nel 1999, chiamato dal Cariparma. Con i ducali, si divide tra monte di lancio (al tempo era ancora in vigore la regola del lanciatore "under" per garadue) e il ruolo di interbase. A un record di 5-3 in pedana (con 2,57 di pgl e un paio di salvezze), affianca così un buon .265 di media battuta, condito da 4 doppi e 7 pbc. Appena 5, invece, gli errori difensivi. Numeri che gli valgono l'immediata convocazione in nazionale, con cui disputa Europei e Coppa Intercontinentale. Un anno più tardi, sempre a Parma, sale la media offensiva (.288, con 2 fuoricampo e 14 pbc), mentre le cose, sul monte, vanno un po' peggio (1-3 e 5,40 di pgl in 43.1 riprese lanciate). A settembre del medesimo anno, comunque, la soddisfazione di partecipare alle Olimpiadi di Sydney.
Nel 2001, invece, sono solo 27 gli inning lanciati col Cariparma (1-1 il bilancio con 5,00 di pgl), mentre in attacco La Fera si esprime con un discreto .250, condito da 6 doppi, un triplo, un homer e 17 pbc. Con la nazionale conquista il bronzo agli Europei in Germania, entrando nell'All Star Team della manifestazione come interbase.
Un anno più tardi, l'arrivo a Rimini nella stagione della rifondazione dopo la conclusione del ciclo vincente del triennio precedente: con la casacca dell'allora Semenzato, in regular season, La Fera batte .216, con 4 doppi, altrettanti tripli e 22 pbc, il massimo nel campionato italiano. Dopo aver conquistato lo scudetto con i Pirati, decide quindi di trasferirsi in Olanda, più precisamente a Rotterdam, dove difende l'hot corner e risulta tra i migliori per punti segnati (29) e doppi (9). Con la casacca del Neptunus si toglie pure la soddisfazione di vincere sia il campionato olandese che la Coppa dei Campioni, superando in finale proprio i Pirati a Rimini.
Nel 2004, ecco il ritorno in Italia, di nuovo a Parma, con cui conclude la stagione battendo .231, con 10 doppi e 16 pbc. Nel dug out ducale, tra l'altro, siede come manager quel Chris Catanoso che La Fera ritroverà ora a Rimini. Ad agosto, seconda partecipazione alle Olimpiadi, questa volta ad Atene.
Nell'anno successivo, sempre con gli emiliani, il neo Pirata tocca quota .284 nel box con 6 doppi, un paio di tripli e 20 pbc. Nel 2006, all'ultima esperienza parmigiana, la media offensiva scende a .268, mentre aumentano leggermente i pbc (21). In novembre, partecipa quindi alla Coppa Intercontinentale di Taiwan come capitano della nazionale (in totale, sono 89 le presenze con gli azzurri).
Una stagione più tardi, La Fera si trasferisce così a San Marino, dove si mette subito in mostra in attacco (.302 di media con 9 doppi e 2 fuoricampo), oltre a garantire la consueta solidità difensiva. Nel 2008, sempre con la T&A, si mantiene sugli stessi livelli sia nel box (.291 con 20 pbc) sia all'interbase, dove commette soltanto 7 errori. A settembre, vince il suo terzo scudetto in carriera, con la terza squadra differente.
Nel campionato successivo, infine, La Fera batte .234, con 7 doppi, 2 homer e 15 pbc. Praticamente perfetto in difesa con appena 6 errori.
Dopo l'addio al San Marino e al campionato italiano, è quindi rimasto negli Stati Uniti, lavorando come coach di formazioni giovanili e come istruttore di baseball. "Ho deciso di tornare al baseball giocato perché mi mancano il campo e una lega, quella italiana, che è cresciuta tantissimo dal 1999 – ha detto La Fera – Attualmente in IBL ci sono parecchi ragazzi che ho visto giocare tanto tempo fa e che ora si esprimono su livelli molto alti, e per questo sarà molto eccitante affrontarli. Che cosa mi aspetto da questo ritorno a Rimini? Mi metto a disposizione del manager e sono pronto a giocare sia da interno che a dare una mano sul monte. In altre parole, voglio rendermi utile per la squadra".
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