Tra analisi e pronostici, in sede di presentazione del XVI campionato di baseball giocato da ciechi, avevamo speso parole davvero lusinghiere e apprezzamenti tecnici assai positivi nei confronti dei Tigers Cagliari, matricola già competitiva nel 2011, l'anno d'esordio ufficiale. L'ostinazione di un manipolo di indomiti cagliaritani, capitanati da Mario Trogu, Gianguido Marzi, a cui successivamente si è affiancata l'esperienza nel battiecorri isolano di Sandra Gallus e Nina Di Leo, erano infatti riuscite a realizzare un autentico miracolo reclutando in città una decina di ragazzi non vedenti, provenienti da esperienze sportive anche diversificate tra loro, accomunati tuttavia dalla passione e dalla voglia di cimentarsi in una disciplina singolare e nuova. Così in tempi rapidi è stato approntato dapprima un diamante idoneo (omologato dall'AIBXC) nell'hinterland del capoluogo sardo, contestualmente alla creazione di una formazione in grado di poter competere con le squadre più titolate e blasonate del baseball per ciechi.
L'onorevole sesto posto conquistato al termine dello scorso campionato con i Tigers a vestire sovente i panni dei guastafeste e la meticolosa opera promozionale condotta dallo staff manageriale dei sardi non poteva che far presagire risultati ancora migliori e ambizioni maggiori in vista del 2012. E infatti la corazzata Tigers, dopo la paurosa sbandata iniziale contro i campioni d'Italia dei Thunder's Five, prendeva slancio alla seconda giornata di campionato, schiantando impietosamente la flebile resistenza dei Patrini all'esordio sul diamante amico.
La prova del nove è arrivata però lo scorso weekend con la sfida che opponeva i giovani cagliaritani ai più esperti Lampi Milano in un double-header di estremo interesse in cui andavano in scena due filosofie diametralmente opposte di interpretare il baseball: da un lato, lo "small ball" tattico, intelligente e "velenoso" dei milanesi, contrapposto al "power ball" muscolare e scoppiettante, marchio di fabbrica dei Tigrotti sardi. Al termine di un'autentica "slugging fest", lo strapotere dei Tigers ha letteralmente schiantato la pur valida resistenza dei meneghini. Ciò che ha realmente impressionato nel roster affidato al binomio rosa Gallus-Di Leo sono i numeri registrati in attacco e l'estrema coesione tra rookie e veterani all'interno del line-up cagliaritano.
Ai più esperti "Lai Brothers", Spiga e Pes, si sono infatti perfettamente integrati il tunisino Issam Clai e l'etiope Dagne Tekelmariam, ragazzi dai grandi mezzi fisici, protagonisti con 6 fuoricampo complessivi che hanno contribuito a trascinare i Tigers ad una vittoria rotonda nel primo incontro (16-6 al quinto inning per manifesta superiorità) seguito un'ora più tardi da un 14-8 inequivocabile. Il risultato del secondo incontro potrebbe apparire eccessivamente punitivo nei confronti dei coriacei milanesi, autori di 29 valide contro le 34 dei sardi, in partita sino alla sesta ripresa (8-9), sospinti dai due fuoricampo del giovane rookie senegalese Bara Mbake Dieng e del grande vecchio Claudio "Minio" Levantini. Nella parte bassa del sesto, Tekelmariam, Giorgio Lai e Andrea Pisu aggiustavano comunque il mirino alle proprie mazze, trasformandole in autentiche catapulte, in grado di realizzare la grandinata finale di homer che di fatto stroncava le ultime velleità dei Lampi.
Da segnalare all'interno dell'homerun derby i 5 fuoricampo totali di Tekelmariam e Giorgio Lai, seguiti dai 3 di Pisu e i 2 di Antonello Lai, a cui i milanesi hanno saputo rispondere con soli 4 fuoricampo equamente distribuiti tra Levantini e Dieng. Il doppio successo consente ai sardi di consolidare il secondo posto all'interno del girone Ovest e di presentarsi sostanzialmente con un piede e mezzo alla fase finale del campionato in cui, a nostro parere, potrebbero fare molto rumore. I Lampi escono comunque a testa alta dal diamante cagliaritano, addolciti nella sconfitta dalla splendida ospitalità riservata loro dallo squisito comitato d'accoglienza approntato dalla franchigia sarda che non ha certo risparmiato ai milanesi sorrisi, simpatia e squisitezze enogastronomiche dell'antica tradizione sarda.
Contemporaneamente al più grande spettacolo offensivo in scena a Cagliari, sul Leoni di Casteldebole (Bologna), i vicecampioni d'Italia dei Bologna White Sox hanno affrontato la CVINTA Ravenna in un doppio derby della Via Emilia acceso e combattuto sino all'ultimo out in cui le due formazioni hanno conquistato un successo per parte. Denominatore di giornata l'attacco piuttosto prolifico delle rispettive formazioni, supportate da difese tutt'altro che impeccabili.
Nel primo match, i bolognesi a inseguire costantemente i romagnoli, partiti a razzo grazie a un Ferrigno in palla (3 su 7 nel box, 1 fuoricampo), splendidamente supportato da capitan Daniela Pierri (3 su 5), Mancinone (3 su 6) e Lazzarini (2 su 4). Nella parte bassa della quinta ripresa, i padroni di casa accendevano finalmente la luce, mostrando sprazzi di baseball cristallino e potente, raggiungendo gli avversari prima di superarli di slancio e fissare con la propria difesa il punteggio sul 7-6 finale.
Tra i felsinei, sugli scudi in attacco Giancarlo Berganti (3 su 6), Sahli che rientrava dall'infortunio al piede (3 su 6), Pierini (1 su 2) e Lomonaco (1 su 5), autore del punto decisivo. Galvanizzati dal successo in rimonta nel primo match, i White Sox partivano a spron battuto nel secondo match portandosi avanti per 3-0 dopo due riprese. Non si faceva attendere la reazione rabbiosa della CVINTA che realizzava 3 punti nella bassa del terzo, chiuso con i felsinei avanti 6-5. Allungo perentorio dei romagnoli nel corso della quarta ripresa con il solito immenso Ferrigno (4 su 6, 2 fuoricampo), Iorio (4 su 6) La Pietra e Merli fruttavano ben 4 punti alla CVINTA che successivamente chiudeva le maglie della propria difesa resistendo agli assalti finali di Bologna. Gli emilinai tuttavia devono recriminare parecchio su una prestazione difensiva balbettante e caratterizzata da troppi errori in fase di assistenza ed eliminazione sulle basi. Sarà quindi sull'aspetto più prettamente psicologico che dovrà concentrarsi il lavoro del nuovo manager felsineo Cesare Ghelfi, chiamato a ricompattare i ranghi di una squadra partita con l'intenzione di dare filo da torcere ai Thunder's Five in chiave scudetto ma che pare aver perso parecchio di quell'identità graffiante e risoluta che ne caratterizzava le prestazioni in diamante nel corso dell'ultimo biennio.
Il campionato giocato da ciechi disputerà questa settimana i recuperi delle gare rinviate per pioggia. In particolare, domani mercoledì 25 aprile, andrà in scena il derby di Milano tra Tuoni e Lampi sul "Tosi" di Senago, mentre domenica 29 aprile verranno recuperate le gare tra Fiorentina e Bologna e tra Roma ed Empoli al Leoni di Casteldebole.
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