I Cincinnati Reds rappresentano una delle franchigie "so and so", come le definirebbero negli USA. È opportuno però usare il condizionale in quanto i Reds, per diversi anni, sono stati il miglior gruppo di atleti delle Major Leagues. I tifosi dell'Ohio ricorderanno con piacere la "Big Red Machine" degli anni ‘70, una squadra formidabile composta da giocatori quali Bench, Rose, Perez, Concepcion, Morgan oltre a Foster, Griffey Sr. e Cesar Geronimo. Questo gruppo di atleti è stato quello più accreditato per rinvigorire l'immagine, sbiadita nel tempo, dell'illustre franchigia. Infatti i Cincinnati Red Stockings furono la prima squadra professionistica nella storia del baseball. L'idea nacque nel 1868 in seguito ad alcune riunioni dei magnati del tempo per poi essere ufficializzata nel 1869, anno in cui la squadra vinse il campionato aggiudicandosi tutti gli incontri e pareggiandone uno soltanto. Può sembrare poco attendibile, ma zero sconfitte su 58 incontri è tutt'ora un record e che rimarrà intoccabile per ogni squadra di qualsiasi sport professionistico. Però, come accade spesso in termini di valutazione, non è sufficiente un buon anno per affermarsi stabilmente ai vertici delle Major Leagues.
Nei decenni a seguire i "Red Stockings" hanno incontrato parecchie difficoltà tanto da essere considerati costantemente una squadra di "Seconda Lega", eccezione fatta per le "Controverse World Series" vinte nel 1919 contro Chicago e quelle del 1940 contro Detroit. La carenza di risultati portarono la squadra ad un vero collasso specialmente negli anni ‘30 quando dovettero far fronte alla paurosa crisi economica del periodo. Nel 1933 Powell Crosley Jr., magnate dell'elettronica, comprò la squadra tirandola fuori dalla bancarotta. Fondò nella città di Cincinnati diverse imprese, diventando di fatto un eroe cittadino. Sull'onda di questa ripresa, Johnny Vander Meer, Paul Derringer e Ernie Lombardi riempirono le pagine dei giornali con le loro prestazioni in campo. In particolare Vander Meer, lanciatore mancino, è l'unico ancora oggi ad aver realizzato due "no-hit" consecutive. La prima l'11 giugno del 1938 contro Boston; la seconda il 15 giugno contro Brooklyn all'Ebbets Field, una data storica perchè l'incontro venne disputato per la prima volta in notturna. Negli anni ‘50, in pieno maccartismo, la squadra di Cincinnati, per paura che il nome tradizionale fosse ricondotto all'appartenenza al comunismo, decise di cambiare il nome ufficiale da "Reds" a "Redlegs". Tra il 1956 e il 1960 il logo del club fu modificato per eliminare il termine "Reds" il quale ricomparve nel 1961 e ritornò all'uniforme originale nel 1967. Alla fine degli anni '60 la società impose delle regole ferree su barba, capelli e baffi dei giocatori (anche gli Yankees lo fecero). Il look pulito degli atleti doveva rappresentare il simbolo della difesa dei valori tradizionali in un periodo di forti contestazioni. Nella squadra esistevano regole anche relative all'abbigliamento dei giocatori i quali potevano indossare solo scarpe da gioco completamente nere, senza alcun simbolo di sponsor.
In mezzo a tutti questi cambiamenti e ai lunghi decenni di insuccessi c'è un argomento che si è sempre rivelato ai vertici nella città di Cincinnati: le donne. Curioso a dirsi, ma nello stato dell'Ohio, l'attaccamento del "gentil sesso" alla squadra è secondo solo alla loro bellezza. Non a caso, Marge Schott (deceduta nel 2004), fu la seconda donna ad essere proprietaria di una squadra di Major League. La prima fu Joan Whitney Payson quando nel 1968 venne eletta presidente dei New York Mets (Joan morì nel 1975). Ma a Cincinnati il baseball è "donna". Mogli, fidanzate, amiche, cheerleaders, tifose e "genuine nonnettine" da sempre hanno pattugliato l'ex "Riverfront Stadium", demolito nel 2002, meglio conosciuto oggi col nome di "Great American Ball Park". Nel vecchio stadio, le "bionde di Cincinnati" hanno assistito al primo homer battuto al Riverfront da parte di Hank Aaron nel 1970. La prima no-hit di Ken Holtzman nel 1971, l'unico storico evento di Rick Wise, che oltre a lanciare una "no-hit", è stato autore di due homers nel giugno del 1971. Altre "milestone" del vecchio Riverfront, che le "Cincy girls" ricorderanno certamente, riguardano Pete Rose quando realizzò il record di battute valide in carriera (4192, 11 settembre 1985), Tom Browning, quando lanciò la prima "perfect game" nel 1988. Un tragico avvenimento successe all'arbitro John McSherry. Dopo soli sette lanci della partita fra Reds e Expos, il direttore di gara chiamò "time-out". Camminando in direzione della panchina dei Reds si accasciò a terra e morì di collasso cardiaco. Il fuoricampo più lungo al vecchio Riverfront? Chi altri se non Mark McGwire, 473 piedi nel maggio del 2000.
Tanto hanno visto le donne di Cincinnati e tanto vedranno perché la loro vicinanza alla squadra e il loro supporto è tanto alto quanto le stelle nel cielo. "Essere donna di baseball è come essere una pellegrina, una zingara", dice Barbara Adams, moglie del seconda base Bobby Adams. Con due figli più un cane dalmata, lei è sempre alle prese con valigie e bagagli per poter seguire il marito a Tampa durante gli "spring-training" e successivamente prepararsi per affrontare la regular-season. "Quando si gioca in notturna ceniamo tutti insieme in famiglia alle 3 del pomeriggio. Lo so, è un orario strano, ma ai figli piace stare a tavola con papà"! Ewell "The Whip" Blackwell non lancia se non è presente la sua dolce metà al Crosley Field. Lei è una deliziosa giovane donna di Glendale, California, ma dice che Cincinnati è una città così amichevole e così tanto familiare. "Quando Ewell è sul monte, sono agitata e incrocio le dita per tutta la partita. La vita di una donna del baseball non è diversa da quella delle altre donne. Ci sono difficoltà ma tutto sommato, è divertente. Essere allo stadio è come ritrovarsi in famiglia, ci si sente a proprio agio… è la nostra seconda casa!".
"The Cincy Women" sanno tutto. Un sinker, uno slider, una posizione in battuta chiusa o aperta. Anne McCluskey conosce tutti i giocatori e tutti i giocatori conoscono Anne McCluskey. Lei è stata di servizio ai tavoli del grill del vecchio Crosley Field. I suoi breakfast erano i più appetitosi quanto la dolcezza del suo sorriso. Dizzy Dean, lanciatore dei St. Louis, quando la vide per la prima volta, si avvicinò e la sollevò da terra stringendosela al petto e riempiendola di baci. Tanti sono i ricordi nella mente di Anne, tanti sono gli amori passati. Tante sono le braccia che hanno lanciato una pallina o che hanno girato la mazza su un lancio strike e tante sono le braccia che hanno stretto Anne calorosamente al petto facendola sentire come una vera regina dell'Old Game. Il suo preferito è stato Stan Musial. "Lo ricordo dal primo giorno che l'ho visto, sempre sorridente e disponibile. Un vero gentleman. Di Maggio e Durocher erano sempre generosi con le mance. I fratelli Waner invece erano di poche parole e Jimmy Foxx voleva sempre extra bacon e salsicce. Io li amavo tutti, erano dei grandi giocatori." Con i suoi occhioni lucidi, Anne McCluskey elenca la sua squadra preferita e dice: "All'esterno Musial, DiMaggio, e Williams. In prima Foxx, in seconda Joe Gordon, Cronin all'interbase e Pinky Higgins in terza. Lopez a ricevere e sul monte il mio caro Dizzy Dean!" Una squadra del genere non ha bisogno di commenti, potrebbe rappresentare il top di un ventennio, di un trentennio o anche oltre. Senza dubbio la cara Anne era un'esperta intenditrice. Il vecchio Crosley Field è stato demolito come anche il Riverfront Stadium. Ora i Reds giocano nel nuovo Great American Park. Ma quello che sempre rimarrà è il dolce odore dei petali di rosa, unica testimonianza di un baseball dove l'abbraccio femminile di una notte è tenace come un battitore con due strike. Queste sono le donne di Cincinnati, sublimi sacerdotesse col compito di mantenere accesa la fiamma nel tempio, dove il diamante e la corsa a casa base rappresentano il culto millenario di eternità.
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