Sabato sera il Cariparma, uscito sconfitto per 6-3 nel terzo incontro con l'Unipol Bologna ha verosimilmente detto addio ai Play-off 2012, a meno di un clamoroso recupero e di una clamorosa debacle di una delle quattro big del campionato, in questo momento altamente improbabile.
Al termine della terza sfida con i felsinei, volti scuri e sguardi bassi tra i giocatori in silenziosa processione dal campo agli spogliatoi. Insieme a loro non c'era il manager Gilberto Gerali, già sotto la doccia, probabilmente per smaltire in solitudine l'amarezza e per riflettere con calma sulla situazione. Alle nostre domande ha quindi risposto il suo vice Orlando Munoz, che con grande tranquillità ha analizzato la partita e la situazione della squadra: "Ancora non siamo riusciti a giocare bene in battuta, in difesa e sul monte nella stessa partita- attacca "Pepita"-. Quando difendiamo bene, non siamo positivi in battuta oppure i lanciatori non vanno bene. Se non si riescono a mettere insieme questi tre fondamentali, specie per una squadra come la nostra è difficile vincere le partite. Abbiamo una squadra giovane, con anche diversi giocatori già esperti, ma al primo anno con una responsabilità così importante. Questa è una cosa positiva tanto per loro quanto per la società in ottica futura. Prima la difesa si basava su giocatori come Dallospedale, Yepez, Munoz, adesso ci sono loro ed è importante che abbiano questa possibilità di giocare e questa responsabilità. Hanno molto da imparare, piano piano, da soli. Devono imparare a lottare con la pressione."
Poi il coach di battuta dei vice-campioni d'Europa parla delle prospettive, partendo dalla prestazione di sabato: "Questa sera abbiamo sbagliato una partita fondamentale – dice– speravo nella rimonta, purtroppo ancora una volta ci siamo andati vicini senza riuscire a completarla. Io però sono ancora fiducioso. Abbiamo dei lanciatori fortissimi, non riusciamo ancora a tenere bene la partita, ma oggi siamo alla prima di ritorno e ci sono stati molti miglioramenti rispetto all'andata. Stiamo recuperando giocatori importanti, come Grifantini che è tornato su altissimi livelli e ci sta dando un grande aiuto. Dobbiamo solo aspettare che tutti i reparti funzionino in contemporanea". Chiaramente a questo punto, con cinque sconfitte in più del Rimini, pensare alla qualificazione ai play-off può sembrare assurdo, ma Orlando ha la sua teoria:"Tutti dicono che è difficile, però noi dobbiamo giocare ancora contro Nettuno e Rimini. All'andata abbiamo rischiato di vincerne due con entrambe, anche se non ci siamo riusciti per i motivi che ti ho detto prima, quindi tutto può ancora succedere. Adesso l'importante è giocare bene con il Novara, credo sia più difficile mentalmente che affrontare una squadra forte, perché abbiamo più pressioni. Pensiamo a queste tre partite e dopo penseremo agli scontri diretti"
Al di là delle dichiarazioni dei tecnici, però, la situazione della squadra va analizzata partendo da lontano. Dopo aver perso giocatori di prima fascia, il Cariparma si era presentato al via con una squadra giovanissima e oltretutto priva di giocatori importanti, out per infortunio: Grifantini, Zileri, Sambucci. Altri non erano in condizioni fisiche ottimali. Nelle prime giornate di campionato si sono fermati prima Machado, poi Ugolotti e infine Benetti. Tutto questo ha costretto il manager a dover inventare una formazione diversa ogni settimana per quasi tutto il girone di andata, a parziale spiegazione dell'altissimo numero di errori difensivi, commessi da un diamante ricostruito per 2-3/4 rispetto alla passata stagione. I lanciatori meritano un capitolo a parte. In inverno la società aveva scelto Josè Sanchez per la gara dei pitcher stranieri. Poi un'importante offerta fatta al giocatore da un club della lega messicana ha costretto ad una soluzione alternativa. A quel punto trovare una lanciatore di buon livello, con poche risorse economiche a disposizione risultava particolarmente difficile, così si era deciso di scommettere su un giovane, senza esperienza, ma con discrete prospettive. La scommessa è stata persa, tanto che, arrivato Sanchez e recuperato Grifantini, la società, come dichiarato dal GM Fochi alla Gazzetta di Parma, ha deciso di rimandare Salazar in Venezuela. L'infortunio di Grifantini a poche settimane dall'inizio della stagione aveva tra l'altro costretto lo staff tecnico ad ingaggiare un altro pitcher, tesserando, in prestito dal Bologna, l'italo-americano Adam Clerici. Che per fortuna si è rivelato ottimo, tanto da indurre la società, al rientro del compagno di reparto, a mantenerlo in rosa a discapito, come scritto sopra, del venezuelano Salazar.
Chiaro comunque che con queste premesse, pensare che la squadra di Gerali potesse lottare alla pari con le altre quattro grandi per i play-off potesse apparire quanto meno azzardato. Eppure, recuperati alcuni giocatori importanti, ha iniziato a crescere, tanto da superare il Nettuno in gara 1, perdendo solo agli extra inning il terzo incontro, sfiorare la vittoria nella prima sfida con il Rimini di Cruceta, battuto poi la sera successiva alla dodicesima ripresa. Anche con l'Unipol, memore dell'umiliante 20-2 del terzo incontro di andata, la squadra ducale, dopo aver perso male gara 1, ha lottato alla pari, aggiudicandosi meritatamente gara 2 e arrivando alle riprese finali di gara 3 con il risultato ancora in bilico. Giusto che i giocatori siano arrabbiati dopo le sconfitte, giusto che i tecnici non siano soddisfatti del rendimento generale. Per ottenere cento, bisogna per forza puntare a mille. La verità però è che questa squadra non ha in questo momento le possibilità di giocarsi alla pari con le grandi un intero campionato. Non può perché, è sotto gli occhi di tutti, ha sbagliato la scelta di due stranieri su tre, non può perché i giocatori italiani oggi più esperti, non sono ancora pronti per il ruolo che si è pensato per loro. E qui andrebbe poi fatto un discorso particolare. Negli anni scorsi, Bertagnon, Desimoni, Sambucci, Scalera, Zileri erano perfetti per integrarsi con i campioni che trainavano la squadra. Ma per caratteristiche, difficilmente potranno raccoglierne l'eredità. Ottimi giocatori, che sarebbero titolari in ogni squadra e sono quasi tutti nel giro della nazionale, ma non sono e mai saranno i campioni che risolvono le partite. Senza nulla togliere al loro straordinario attaccamento alla maglia, al loro entusiasmo e alla loro grandissima dedizione al lavoro sul campo. Oltretutto quasi tutti hanno al momento statistiche leggermente superiori a quelle registrate al termine delle ultime due stagioni. Ad oggi, dopo Marval, il miglior battitore del Parma è Scalera, che batte a .310, mentre al termine della regular season 2011 batteva .235 e al termine del 2010 (ma era rimasto fuori a lungo per infortunio) si era attestato sui .253. Zileri, che ha saltato i primi quattro week-end, batte .291 (ed è in grande crescita), contro il 261 del 2011 e il 254 del 2010. Poi c'è Desimoni, calato nell'ultimo week-end, che da questa settimana ha un rendimento inferiore (.286) rispetto al 2011 (.305), ma maggiore rispetto al 2010 (.254). Sambucci (225) è sullo stesso livello sia del 2011 che del 2010 (.222 in entrambe le stagioni). Ad avere un rendimento, per ora, decisamente sotto il suo standard, è Riccardo Bertagnon, che è attestato sui .204, contro il 224 della scorsa stagione e il .256 dell'anno dello scudetto. Ma il ricevitore ha avuto qualche problema fisico e, comunque, in alcune occasioni è risultato preziosissimo. Il suo rendimento è destinato a crescere. Questi dati però dimostrano come a grandi linee, lo standard di rendimento di questi giocatori sia ormai stabile da anni e pretendere che di punto in bianco si carichino la squadra sulle spalle è decisamente fuori luogo e rischia di danneggiarne ulteriormente il morale in caso di risultati negativi. Quello che manca, è ovvio, sono i giocatori che fanno la differenza. Non a caso i primi tre battitori della squadra lo scorso anno erano Medina, Dallospedale e Munoz, nel 2010 Munoz, Camilo e Yepez, seguiti da Dallospedale e Gasparri. Alle loro spalle, il primo, in entrambe le stagioni, è stato Desimoni. Un lead-off, un limatore di basi, con un'altissima on base percentage, ma non un battitore da extra-base, non un fuoricampista, non il giocatore con il guizzo risolutivo. Adesso ci sono loro e tanti giovani promettenti. Che stanno già dimostrando il loro valore,stanno crescendo. Basti guardare i miglioramenti di Giannetti, che ad inizio stagione era partito come riserva. Ci vuole tempo, non bisogna avere fretta. Tra un paio di stagioni, se la società sarà brava a proseguire in questo progetto vincente basato sui giovani e, soprattutto, a trattenere i migliori, con due stranieri sul livello del Marval di quest'anno potrà puntare ad aprire un ciclo vincente. Adesso è presto. E bollare come deludente una stagione comunque non positiva se non arriveranno i play-off è a mio parere decisamente sbagliato.
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