"Ripensare a una via tutta italiana per i nostri sport"

A Firenze, poco più di una settimana fa, le franchigie della Italian Baseball League insieme ai vertici federali e agli organi competenti si sono date appuntamento per una prima valutazione degli interventi sulla formula IBL, tenuto conto di alcune necessità espresse dagli stessi club come la riduzione dei costi di gestione e l'ampliamento a nuove realtà. E' emerso che occorre comunque andare verso una stagione più lunga (aprile-settembre), ma compatta. E Fraccari ha sottolineato che "insisterà a livello europeo per il massimo rispetto nei confronti dei campionati nazionali".
Nino Micali, candidato alle prossime elezioni per la Presidenza FIBS, è voluto intervenire attraverso Baseball.it per esprimere il suo pensiero a proposito delle idee e delle proposte di ristrutturazione del massimo campionato di baseball:
Abbiamo delle idee ben precise per il rilancio dell'intero movimento, compresa la revisione del campionato di massima serie che potrebbe essere strutturato in mille modi diversi. Ma ciò non può passare come la risoluzione dei problemi del baseball e del softball italiano. Necessita una strategia globale. Per quanto, oggi, si possa intervenire sulla formula del campionato IBL, alla fine il risultato non cambierebbe lo stato dell'arte. Qualsiasi cosa si faccia non troverebbe riscontro né sul pubblico, tantomeno sui media. Il baseball è uno sport che ha le sue fondamenta nella cultura e nella tradizione americana, in Italia è impensabile cercare di ottenere risultati scimmiottando il batti e corri e l'organizzazione statunitense. Occorre quindi ripensare a una via tutta italiana, basata su un'azione che coinvolga il movimento dalla base e contemporaneamente rilanciare anche il vertice attraverso un progetto che abbia un percorso ben definito, misurabile e soprattutto visibile. Mi chiedo se all'interno del Consiglio Federale compreso il Presidente si sia mai discusso in termini di progettualità, di strategie, di piani di comunicazione. La mia impressione è quella che ci troviamo davanti, ancora una volta, ad una strategia elettorale che ai fini reali non ha nulla di innovativo.

Il progetto IBL all'esame prevede, dal 2013, una struttura in 3 fasi con 12 squadre divise in 2 gironi. La convince questa ipotesi o quale potrebbe essere l'alternativa?
Qualcosa andava fatto e alla fine l'ampliamento ci sta tutto. La formula può anche andare bene, ma è incompleta. Se uno ammette, come sta facendo l'attuale Presidente, che sino ad oggi ha sbagliato con l'attuale formula rivelatasi fallimentare, bisognava avere il coraggio di arrivare sino in fondo e reinserire anche le retrocessioni ristabilendo il principio di meritocrazia che rientra nella cultura sportiva italiana. Ma questo sarebbe stata un'ammissione di colpa. Troppo per il modo di pensare di questa dirigenza che si è dimostrata passiva e inadatta al ruolo che ricopre. Per quanto mi riguarda, se questa Federazione mi vedrà impegnato nel ruolo di Presidente, insieme ai futuri dirigenti vareremo un progetto completamente diverso e mai visto nel panorama Italiano: un progetto che vedrà inevitabilmente coinvolte piazze importanti del Nord e del Sud Italia. La riforma di Fraccari geograficamente e numericamente parlando non cambia nulla. Noi per permettere di realizzare la nostra riforma, attraverso la Federazione, ci impegneremo anche economicamente con investimenti mirati. Presenteremo la nostra proposta al momento giusto perché in questo momento stiamo elaborando dati, chilometraggi, vantaggi e svantaggi, ma siamo convinti, alla fine, di presentare realmente qualcosa di diverso, avvincente e spendibile sul mercato della pubblicità e dei mass-media in generale. Aspettiamo comunque con ansia che questa riforma preannunciata sia quella che loro definitivamente propongono, prima delle elezioni proporrò la nostra.

E' anche emerso che per la prima fase, per calmierare i costi, gli stranieri (comunitari e non) verranno equiparati completamente a italiani NON ASI. Su questo fronte lei cosa proporrebbe?
Personalmente ritengo che il concetto di ASI è da abolire completamente prima, dopo e durante. Si ha il diritto di giocare o no secondo le norme vigenti di legge. Inutile negarcelo. Il concetto di ASI è stato coniato ad arte per far vedere che in fatto di atleti di scuola italiana siamo belli, bravi e tanti, andando a mascherare i problemi dei vivai. La regola attuale va quindi modificata: è ASI l'atleta di nazionalità italiana o di nazionalità estera, che ha giocato almeno 4 anni nel settore giovanile di squadre italiane. Tutti gli altri atleti sono da considerarsi di scuola estera e quindi non ASI. Se dovessi scegliere, secondo il mio pensiero, dico che in una società multirazziale bisognerebbe comunque aprire al mondo intero, ma sappiamo che non è reale, quindi l'unica soluzione è quella di essere chiari e smetterla con le invenzioni che di fatto creano delle disparità incredibili e chi ha più portafoglio ne abusa. In ogni caso, intendiamoci, con gli oriundi, già si sopperisce tanto alle carenze esistenti.

E poi c'è la Seconda Divisione della IBL, le cui 12 formazioni potrebbero essere accorpate al campionato di Serie A Federale, suddividendolo quindi in 4 gironi da 8…
Per quanto riguarda l'IBL 2 non c'è nulla da dire, va abolita cosi come l'IBL 1. L'organizzazione complessiva dei campionati sarà consequenziale e semplice, tutto dovrà ritornare alle normali promozioni e retrocessioni. Per quanto riguarda i giovani avranno modo di giocare nelle loro categorie. A tal proposito valuteremo l'opportunità di tornei e concentramenti istituzionali che serviranno a fare mettere in mostra i migliori talenti del baseball nostrano e anche qui abbiamo delle idee che comunque andranno pianificate e confrontate con la base.

Senza soffermarsi solo "ai piani alti", quale sarebbe concretamente il suo piano per organizzare le attività agonistiche per le altre serie?
Con il progetto che ci accingiamo a presentare, vista l'attuale situazione numerica delle società e delle squadre, le serie rimarranno 4 ma avranno una distribuzione completamente diversa, dove la serie di ingresso sarà facilmente accessibile per i tanti provvedimenti che adotteremo e che saranno, credetemi, rivoluzionari. Bisogna determinare la crescita del movimento dal basso. Questi provvedimenti riguarderanno anche l'attività giovanile. Siamo convinti che quello che proporremo farà aumentare esponenzialmente il numero di società sia di baseball che di softball.

Appunto, e il softball?
Il softball deve crescere soprattutto numericamente. Molte delle cose che intendiamo portare avanti per il baseball riguarderanno in egual misura il softball. Per questo ho intenzione di mettere insieme un gruppo di saggi allo scopo di elaborare un progetto di crescita quantitativa e qualitativa. Logicamente non parliamo di apposite commissioni che, come già preannunciato, saranno tutte completamente abolite: nella federazione che verrà si lavorerà a progetto, con un inizio e una fine e solo con coperture economiche certe. I danni subiti dal softball sono gravi, bisognerà ridare credibilità all'intero movimento. Il softball ha bisogno di una campagna promozionale massiccia. Dopo il volley ed il basket, dovrà essere la disciplina più giocata dalle donne nell'intero stivale.

Filippo Fantasia

Nato nel 1964 ad Anzio (Roma) è giornalista pubblicista dal 1987. Grande appassionato di sport USA, e in particolare di baseball e basket, svolge a tempo pieno attività professionale a Milano come Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni con i Media italiani e internazionali presso importanti corporate. Nel corso degli anni, ha collaborato con diverse testate nazionali e locali tra cui Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Tuttosport, Guerin Sportivo, Il Tirreno, Corriere di Rimini, e con testate specializzate come Play-off, Newsport, Sport Usa, Baseball International e Tuttobaseball. In ambito radio-tv ha lavorato per molti anni come commentatore realizzando anche servizi giornalistici per diversi network ed emittenti quali Radio Italia Solo Musica Italiana, Dimensione Suono Network, RDS Roma, Italia Radio e Radio Luna. Ha inoltre condotto programmi e realizzato speciali legati ad importanti avvenimenti sul territorio per alcune televisioni locali. Nel 1998 ha ideato e realizzato il video "Fantastico Nettuno" dedicato alla conquista dello scudetto tricolore della squadra tirrenica di cui è stato per oltre un decennio anche capo ufficio stampa. Significative sono state anche le esperienze professionali negli USA, grazie agli ottimi rapporti instaurati con gli uffici di Media Relations di diversi club (in particolare dei Boston Red Sox) e con le redazioni dei quotidiani Boston Globe e Boston Herald che gli hanno permesso di approfondire i diversi aspetti legati alla comunicazione sui media del baseball professionistico americano. E' stato il primo Responsabile Editoriale di Baseball.it nel 1998, anno di nascita della testata giornalistica online, incarico che ha dovuto momentaneamente abbandonare per impegni professionali, tornando poi in seguito ad assumere il ruolo di Direttore Responsabile. Nell'ottobre del 1997, ha curato il primo “play-by-play” in diretta su Internet del baseball italiano durante le finali nazionali del massimo campionato. Nell'estate del 1998 ha fatto parte del team dell'Ufficio Stampa del Campionato del Mondo di baseball.

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