Dove eravamo rimasti? Già, a Salsomaggiore, quasi un mese fa. Programmi, proclami, battaglie, sotterfugi, corridoi più affollati dell'aula dove si sviluppava il rituale dell'assemblea. E poi? E poi Fraccari ha vinto e Carnevale ha perso, ma molti hanno pensato che se Fraccari dà la tranquillità del certo, perdere Carnevale sarebbe stato comunque un peccato. E così è cominciato il quadriennio più nebuloso e problematico della storia del baseball.
Partiamo da una considerazione importante: alla luce di quanto avevamo scritto alla vigilia di Salsomaggiore, è importante che Claudio Carnevale non sia uscito di scena, non si sia arreso alla delusione delle urne. Il suo apporto al baseball italiano può essere ancora importante, anzi paradossalmente persino più importante adesso che può muoversi senza i lacci e i mille impegni di una presidenza federale. Carnevale ha rilanciato la sfida parlando subito di lega, di quell'elemento fondamentale che manca al baseball italiano per consentire alle società di governare in autonomia il campionato di vertice.
Adesso il presidente dell'Urbe Roma ha deciso di tornare in campo con questo progetto e siamo certi che anche Fraccari ne intuisce l'importanza se è vero, come è vero, che prima delle elezioni ha dichiarato che "la Federazione ha tutto l'interesse a far nascere una Lega che gestisca il campionato di vertice con una sua struttura, guidata da un Commissioner. Se ad oggi non è nata, non è certo perché la federazione non abbia voluto, ma semplicemente perché le società non hanno ritenuto o non hanno potuto farlo".
Ecco, Claudio Carnevale potrebbe interpretare proprio l'uomo della scintilla, quello che potrebbe finalmente accendere qualcosa nell'asfittico mondo del baseball italiano. Il problema è che Carnevale si sarà anche reso conto di qual è il livello delle nostre società, avrà capito che servirà la benedizione esplicita di Fraccari (se non l'ha già data in qualche modo) per far uscire allo scoperto tutti quei lamentosi che mugugnano per quattro anni e poi hanno sempre paura di schierarsi apertamente per non bruciarsi.
Pare che ci siano già state delle riunioni informali, alle quali hanno partecipato anche importanti esponenti della federazione. Nel weekend a Firenze dovrebbe tenersi un altro appuntamento chiave con le società che sarebbero pronte a mettere nero su bianco questo progetto. Bene, non sappiamo quali siano le precise intenzioni di Carnevale e nemmeno chi lo appoggi in prima linea, abbiamo solo letto la dichiarazione programmatica con cui è di nuovo sceso in campo una decina di giorni fa. Di certo l'uomo, per come l'abbiamo conosciuto prima a Milano poi a Salsomaggiore, ha le capacità e le potenzialità per portare avanti questo progetto. Adesso bisogna capire fin dove può e vuole spingersi: questo è un mondo talmente povero che se mettesse sul tavolo qualche sponsor o qualche progetto con le opportune coperture finanziarie, non avrebbe problemi a conquistare tutti. L'importante è che scelga bene i compagni di viaggio nel mettere in piedi questo progetto e non vada ad infilarsi in compromessi o in trattative con società che magari hanno poco da dare e tanto da pretendere.
Siamo in attesa di sapere qualcosa di concreto. Il baseball italiano ha bisogno di uscire velocemente dalla nebbia. Le società si sono lasciate ufficialmente il 30 settembre (è passato più di un mese e mezzo!) con un nulla di fatto sulla riforma dei campionati. La federazione ha proposto saggiamente un allargamento addirittura a 12 squadre, ma riducendo le partite a due settimanali per poter trovare società disposte a fare il salto di categoria. Cinquanta giorni dopo lo scenario è da brivido: qui si rischia realmente di non riuscire nemmeno più a fare un campionato a 8 squadre.
Le società interpellate per entrare in IBL (Reggio Emilia, Roma, Ronchi, Padova e prima ancora Arezzo e Torino) hanno tutte espresso molte perplessità se non un rifiuto netto a fare il fatidico passo. Mentre la posizione di Grosseto è sempre più fragile e altri stanno forse nascondendo i loro guai. Perché nessuno ci ha ancora detto che cosa succederà del nostro massimo campionato? Perché nessuno (e speriamo che Fraccari lo faccia presto) ha ancora deciso d'ufficio che si scenderà a due partite, visto che così non ha senso andare avanti? Ci rendiamo conto che – se fatichiamo così tanto a trovare qualcuno disposto a passare dalla A federale alla IBL – in questo tipo di campionato ci sono troppe cose che non quadrano? Il campionato di vertice di un movimento non può essere modellato sulle esigenze di tre-quattro squadre, ma deve essere l'espressione delle potenzialità medie delle prime venti-trenta.
Aspettiamo di conoscere i dettagli del progetto Carnevale, sperando che questa volta nessuno si nasconda e tutti concorrano a portare contributi al tavolo della discussione. Dove, ne siamo certi, troveranno anche Fraccari: se la lega funzionasse veramente la federazione sarebbe la prima a guadagnarci.
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