Come sarà la nuova IBL? Tre partite con sette squadre? Oppure due partite con otto? In due serate oppure nello stesso giorno? Quanti stranieri? E quanti ASI in campo?
Su tali quesiti si dibatte ormai da mesi, sia tra gli addetti ai lavori che tra i tifosi. E tra pochi giorni, dovremmo conoscere le decisioni definitive del Consiglio Federale. Uno stato di incertezza che non fa il bene del nostro sport: per questo vorremmo provare ad analizzare il problema e proporre una soluzione. Innanzitutto: qual è lo scopo che ci si prefigge? E soprattutto, siamo sicuri che sia condivisibile da tutte le parti in gioco?
Sembra di capire, ed è giusto che sia così, che l'obiettivo primario da raggiungere sia il contenimento dei costi, vista la situazione di crisi economica generale che non risparmia certo il mondo del baseball. Ma chi è maggiormente interessato? Per almeno due società su otto (Rimini e probabilmente San Marino) la riduzione dei costi non dovrebbe rappresentare in questo momento una priorità assoluta, anche se possiamo ben immaginare che farebbe certamente comodo anche a loro. Parma è al limite di sopportazione, Godo e Novara non ridono. Bologna e Nettuno da che parte stanno? Secondo logica dovrebbero spingere pure loro per un abbassamento delle spese, ma ascoltando le voci di mercato, ammesso siano vere, le cose non sembrano esattamente stare in questi termini. Ecco che con una situazione di questo genere trovare un accordo appare quanto meno arduo. Ed ecco perché l'idea della costituzione di una Lega, cosa della quale sento personalmente parlare almeno da quando sono entrato nel mondo del baseball (era il 1986), sembra ormai definitivamente tramontata.
A questo punto dovrebbe essere la federazione a dover prendere una decisione e imporla a tutti i costi. Quale decisione? Cerchiamo di suggerirlo. Da una parte abbiamo solo sette squadre iscritte alla IBL: da qui la necessità di coinvolgere altre franchigie/società per far si che il campionato non perda ulteriore appeal e di allungare una stagione che anche quest'anno è stata giudicata troppo breve. Dall'altra la necessità per gran parte delle società iscritte di ridurre costi di trasferte, illuminazione, ingaggi giocatori ecc.
La soluzione, personalissima si intende, è la seguente: campionato IBL 1 a otto squadre, con due partite settimanali da giocarsi il sabato pomeriggio e sabato sera, con possibilità (a discrezione delle squadre e in base alle eventuali esigenze televisive) di anticipare al venerdì sera o al giovedì sera. Non importa quanti stranieri, ma assolutamente almeno sette giocatori ASI in campo in gara-1, otto in gara-2, quando non è impegnato il lanciatore straniero. Prima partita aperta a lanciatori stranieri, NON ASI e comunitari. Gara-2 riservata solo ai lanciatori ASI. Play-off con round robin tra le prime quattro sempre con due partite settimanali, ma con fasi di andata e ritorno. Finale scudetto al meglio delle cinque partite.
Inizio di campionato il 25 aprile, termine regular season prima di ferragosto, poi play-off con gara decisiva della serie finale entro la fine di settembre. E prima del 25 aprile? Si potrebbe inserire la prima fase di una Coppa Italia "riformata", aperta anche a tutte le squadre di serie A federale. Sei gironi da quattro squadre, con teste di serie e soprattutto criteri di vicinanza o "prossimità". Start la prima settimana di marzo, sei settimane (andata e ritorno) prima dell'inizio del campionato. Poi durante la stagione le sei prime, le sei seconde e le due migliori terze si disputano la seconda fase infrasettimanale, con partite di andata, ritorno ed eventuale bella. Ottavi e quarti di finale. In piena estate, in occasione della "All Star Game", l'organizzazione della Final Four. Possibilmente in una località turistica (esempio Nettuno, Grosseto, Rimini, San Marino) da organizzare per tempo con una massiccia campagna di comunicazione e promozione. Come faceva e fa ancora la pallavolo.
Altra idea che si potrebbe attuare è quella di considerare validi, anche per la classifica di IBL 1, i risultati delle squadre di IBL 2. Che dovrebbero però essere obbligate a schierare una quota consistente (da decidere) di Under 21. Le partite dovrebbero però essere giocate in contemporanea a quelle della First Division e con la regola che chi gioca un week-end con la prima squadra non può giocare con l'altra. Poi è fondamentale che si ritorni ai roster bloccati (massimo 25), pur variabili nei componenti da settimana a settimana, per ogni squadra. E con quota minima di ASI (diciamo intorno al 60{939b46130b4f2fbcf9bb5ab388a2323375c9174475c2b854eedc8f07f9acc2d8})
Credo infine che sarebbe utile aprire una finestra di mercato a metà stagione o al termine della regular season. Permetterebbe ad esempio a quei giocatori promettenti, ai quali una società di alto livello ha voluto far assaporare l'atmosfera della prima squadra ma che non trovano spazio, di andare a fare esperienza sul campo con una squadra di ambizioni inferiori e magari contribuire ad alzarne il livello tecnico. Nello stesso tempo, chi è stato condizionato da infortuni a giocatori in ruoli importanti, potrebbe trovare un rimedio.
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