Un esperienza esaltante, pur con il rammarico per aver mancato di un soffio almeno un’altra vittoria storica sia con Repubblica Dominicana che con Porto Rico. Perché chissà se questa occasione potrà mai ripresentarsi.
A dieci giorni “e quattro notti insonni” dal termine della splendida avventura degli azzurri al World Baseball Classic, il capitano di Rimini e nazionale Super Mario Chiarini ha accettato di ricordare quelle due settimane che hanno scritto la storia del baseball non solo italiano. Potete ascoltare qui la nostra audio intervista con il campione romagnolo, che parte dall’analisi dei difficili momenti che hanno sancito l’eliminazione dalla rassegna iridata, passa per le emozioni vissute durante il torneo e si chiude con le prospettive del Rimini sul campionato al via tra quindici giorni.
“E’ stata una grande esperienza, ma ormai siamo tornati in Italia e adesso bisogna pensare alla stagione – ha spiegato Super Mario, tradendo ancora un pizzico di amarezza- Sono partite molto intense, i cinque giorni volano, quindi sono momenti di grandissima tensione e sicuramente bisognava sfruttare meglio la grande opportunità che avevamo di passare il turno. Almeno vincendo con Porto Rico, per poi avere un’altra chance contro gli USA. Per giocare a certi livelli bisogna essere perfetti, noi in quella partita non li siamo stati e siamo usciti”
“Prima della manifestazione eravamo consapevoli della nostra forza, ma era difficile prevedere una prestazione di questo livello. Peccato non essere riusciti a compiere un’ultima impresa perché nella carriera di un giocatore queste occasioni potrebbero non ripresentarsi, trattandosi di un torneo che si gioca ogni quattro anni. Questa è la cosa più difficile da digerire”
Come già all’europeo ha avuto la possibilità di giocare insieme ad un vecchio amico:“Giocare con Colabello dopo tanti anni è stato molto emozionante. Anche rivedere i suoi genitori dopo tanto tempo è stato molto bello”
Chiarini è ancora oggi il miglior giocatore italiano, grande merito suo, che è un grande campione, ma anche segnale di come il movimento abbia faticato ad esprimere grandi talenti all’inizio degli anni ’80:“Credo ci siano diversi giocatori forti come o più di me – si schernisce- però adesso l’Italia sta pagando un movimento ancora troppo piccolo e soprattutto un gap generazionale nella prima parte degli anni 80. Ci stiamo riprendendo con la classe 88-89-90. Sta a noi cercare di mettere i giocatori nelle condizioni di crescere. Quest’anno con le due partite secondo me abbiamo fatto dieci passi indietro."
In tanti a casa hanno fatto le ore piccole emozionandosi davanti alla tv per le imprese della nazionale: “Grande soddisfazione sapere che dall’Italia in tanti ci seguivano con affetto”
Difficile prevedere cosa succederà tra quattro anni, ma la sua speranza è quella di avere una terza possibilità: “Vediamo, viviamo un anno per volta. Dopo i trenta bisogna fare così, tra quattro anni spero di esserci ma ora non è possibile prevederlo.”
Chiusura sul Rimini: “Ora è presto, soprattutto a causa del tempo siamo tutti un po’ indietro. Credo che le favorite saranno le stesse dell’anno scorso. Noi non possiamo far altro che puntare a vincere”
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