Presidente, il 2013 è stato un anno travagliato per il baseball italiano. Parlando di IBL quali sono state a suo avviso le reali difficoltà incontrate? Solo motivi congiunturali o altro?
Stiamo tutti vivendo la grave difficoltà economica in cui versa il nostro Paese e lo sport non è certamente estraneo a questa situazione. La Federazione, avvertendo le pressanti preoccupazioni e i segnali di allarme che venivano da più parti, ha fatto un passo indietro con il ritorno alle 2 gare per fine settimana. Una scelta non certo desiderata ma sicuramente necessaria. Questa scelta ha permesso d'altro canto di allargare la IBL ad altre realtà.
Ma la gestione della stagione potrebbe aver sofferto un pò anche della sua lontananza?
Onestamente non capisco, poiché la mia presenza in Federazione è costante e quando impegnato per l'attività internazionale sono in contatto giornaliero telefonicamente o tramite email.
Doppi incontri al sabato, rinvii su previsioni meteo spesso errate, alcuni recuperi con 3 partite in una giornata per risparmiare. Più che campionato degno di definirsi tale, tutto ciò non le ha dato l'idea di un torneo approssimativo e mi passi il termine "parrocchiale"?
Ritorno alle motivazioni che hanno portato alla scelta delle due partite. Vorrei precisare però che giornate con 3 partite ne abbiamo vissuta solo una. Concordo comunque che la "gestione" di tutte queste cose, che a mio avviso doveva essere fatta usando del buon senso, ha dato molto a desiderare e che la disponibilità della Federazione e della sua Commissione Gare è stata interpretata nel modo sbagliato da alcune società. Il Consiglio Federale ha evidenziato tutto ciò e infatti vogliamo tornare sui binari corretti.
Sinceramente, preferisce le due o le tre partite? E se potesse tornare indietro farebbe comunque questa scelta?
In cuor mio, ne vorrei giocare non 3 ma 4 a settimana. Finché le società erano in grado di affrontare i costi di un campionato con tre incontri nessuno aveva messo in discussione la formula, però i desideri debbono essere confrontati con le reali possibilità delle società. Lo scorso anno la scelta mi sembrò necessaria. E sì, nelle stesse condizioni la rifarei.
La Federazione intenderebbe ora riformare il campionato allargando la First Division, un obiettivo coerente per cercare di allargare la base. Pensa davvero di riuscire a trovare e confermare squadre disposte al sacrificio come Bollate e Padova?
Onestamente la Federazione non vuole imporre nessun "sacrificio". Cerchiamo società che aderiscano con entusiasmo a un progetto. Il Bollate ci ha rappresentato per quest'anno il problema del campo, mentre con il Padova stiamo dialogando. Una cosa è certa, l'allargamento è una cosa auspicabile se vogliamo coinvolgere l'intero territorio nazionale e attrarre maggior interesse dei media, di pubblico e di sponsor.
Una piazza storica come Nettuno sta attraversando forse il momento più difficile della sua storia e anche Grosseto vive una situazione delicata. Altri rumor riecheggiano qua e là. Cosa pensa di fare per evitare il rischio di ritrovarci con qualche squadra in meno rispetto alle 12?
Non voglio ripetere ciò che ho detto sopra, ma questa è la fotografia delle difficoltà economiche che stanno incontrando le società e dobbiamo prenderne atto cercando di proporre un campionato "fattibile", in attesa che la situazione migliori. Nel caso che a fine novembre le squadre siano 12 penso che varare un campionato con una prima fase a 2 partite e una seconda fase a 3 o, se le società lo riterranno possibile, anche 4 partite vada proprio in questa direzione.
E cosa succede se dopo il 30 novembre ci troveremo senza il fatidico quorum?
Ne prenderemo atto, partiremo dal dato concreto delle squadre iscritte e ci rimetteremo al lavoro per varare un campionato di vertice degno di questo nome.
E' di queste ore l'annuncio della rinuncia di Ronchi dei Legionari. Se l'aspettava e cosa cambia ora?
Non mi aspetto mai nulla, ma ho timore di tutto. Ho dovuto prendere atto della rinuncia di Ronchi e mi spiace molto perché era un altro pezzo di territorio che avevamo aggiunto. Ma li capisco e li comprendo. Le società non devono fallire ma disputare responsabilmente un campionato senza viverlo con angoscia. Ronchi è e resta una bella realtà che mi auguro possa tornare presto su.
In questo momento, è più alta la responsabilità della Federazione o delle società?
Non so a quali responsabilità ci si riferisce. Società e Federazione devono lavorare con l'obiettivo comune del bene del nostro sport. Non parliamo di responsabili.
Tra le società ci sono giudizi contrastanti sulla formula. Anche a Bologna si è molto dibattuto. Con quale logica e attraverso quali azioni è possibile trovare una convergenza? Insomma come si supera il nodo?
Ora sì parliamo di responsabilità: la Federazione ha il compito di fare una sintesi e prendersi la responsabilità di decidere, se non c'è un orientamento chiaro dei club, tenendo conto dell'interesse collettivo e perseguendo lo sviluppo del baseball a livello nazionale. Ciò che reputo importante è che tutti si concordi l'obiettivo finale da raggiungere. I tempi e i modi saranno dettati ovviamente dalle condizioni e dalle possibilità reali.
Quello dell'Unipol Bologna alle Asian Series è stato un bel colpo: pensa che prima o poi anche gli americani faranno qualcosa per il baseball europeo?
Sono due cose completamente diverse. Gli americani stanno già facendo parecchio, per il baseball europeo. Vedi ad esempio il loro impegno con le varie Accademie.
L'Olanda sta procedendo con la realizzazione dell'impianto di Hoofddorp, seppur con qualche problema e mal di pancia. Di fatto però ci hanno sorpassato, perché noi siamo sempre fermi ai progetti romani o c'è qualche evoluzione?
Innanzitutto occorre dire che in Olanda c'è un investimento privato e la disponibilità di una città come Hoofddorp è già di per sé un gran risultato. La Federazione non ha certo le risorse per affrontare da sola un'impresa come la costruzione di uno stadio ad uso esclusivo per il baseball e conforme agli standard MLB, fermo restando che vorrei che anche in Italia ci fossero città disposte a fare altrettanto. Roma è la sede che da sempre "ha fatto gola" agli americani e l'ex sindaco Alemanno venne a mostrare piantine e terreni disponibili durante una riunione della IBAF e poi come al solito la nostra burocrazia italica… ha colpito ancora ! Stiamo oggi dialogando con la nuova Amministrazione comunale.
Il successo della Nazionale al Classic ha portato lustro al baseball nazionale e un po' di gettito alle casse federali, risorse stimate intorno ai 300.000 dollari. Sono fondi già disponibili e come saranno investiti? Esiste già qualche progetto allo studio?
I fondi non sono ancora disponibili e li stiamo aspettando. Bisogna considerare che metà di quella cifra spetta ai giocatori. Sono fondi che andranno allo sviluppo e che libereranno qualche risorsa per altri scopi.
Presidente, una domanda obbligata. Recentemente Claudio Carnevale ha annunciato che, cito testualmente, intende "lavorare su due linee parallele. Una per creare una Lega alternativa, attraverso una coesione di tutti i team che vogliono questo netto cambiamento La seconda atta ad evidenziare e portare alla luce tutte le azioni che hanno devastato il nostro sport oltre a mettere a nudo la persona che impedisce a questo movimento di esplodere come dovrebbe". Come giudica queste affermazioni e cosa si sente di rispondere a questa netta presa di posizione di Carnevale?
Non sono parole nuove. Avrei molte cose da dire ma rispondo senza essere offensivo come questo signore lo è stato nei confronti del nostro movimento e nei miei confronti personalmente. Diciamo che a volte le parole rischiano di essere proprio vuote. Questo è uno di quei casi. Il dato concreto è che a Roma occorre ricominciare da capo, visto che in questi ultimi anni invece di aumentare, le società sono sparite.
Un'ultima domanda sul dopo Fraccari. Chi "comanderà" il baseball italiano e quale futuro intravede per il movimento?
Al momento siamo concentrati sulla preparazione della nuova stagione. Il nostro è un gruppo di lavoro, che a suo tempo esprimerà anche un leader che possa continuare a lavorare nel segno della continuità e proprio per le esperienze passate mi auguro che venga dal nostro movimento, persone che concretamente conoscano i problemi reali delle nostre società. Non abbiamo bisogno di avventure.
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