Giovani reporter crescono: Daniele Mattioli

In occasione del recente Galà dei diamanti, la Fibs ha voluto consegnare una targa al sito "Grande Slam" di Daniele Mattioli per il lavoro svolto durante la stagione 2013, con copertura dal vivo di tutti gli eventi nazionali e internazionali riservati a squadre di club, World Series comprese.
"Questo è stato il premio del gruppo di Grande Slam. – ha voluto sottolineare con grande umiltà Daniele, che abbiamo incontrato pochi giorni dopo a Bologna. –Io ci dedico tanto tempo, metto tanta passione in quello che faccio, ma anche gli altri ragazzi che collaborano con me si impegnano moltissimo e dedicano ugualmente tanto tempo, sia di notte che di giorno. Cercando di dare notizie nel miglior modo possibile. Anche nell'articolo che ho scritto nei giorni scorsi ho voluto evidenziare proprio l'apporto di questi ragazzi, dal Venezuela Ruben Hernandez, dal Giappone Mashairo Uraguchi, poi Mara Mennella, Michele Acacia, Matteo Petrucci, Angelo Cappa, Michele Italia, Roberto Mantovani, Alessandra Cirelli, i fotografi Simone Amaduzzi e Lorenzo Bellocchio e tanti altri che anche negli anni passati hanno contribuito alla crescita del sito."
Daniele parla con grande umiltà, sottolinea continuamente i meriti dei suoi collaboratori e ripete più volte le parole passione ed entusiasmo, che sono alla base dei risultati ottenuti in questi anni con il suo sito, che inizialmente era un blog, "nato dalla constatazione che non potevo più continuare a 17 anni a rincorrere le palline in foul e andare a chiedere l'autografo ai giocatori, – spiega – così, visto anche che mi era sempre piaciuto scrivere, ho deciso di provare a creare questo blog che guardava il baseball con gli occhi del tifoso. All'inizio seguivo principalmente la Fortitudo,squadra della mia città. Poi con il passare degli anni lo staff si è ampliato e Grande Slam è diventato più equilibrato, più professionale, meno di parte e da spazio al maggior numero di realtà possibili del baseball italiano e straniero. E anche del softball, grazie al fondamentale contributo di Alessandra Cirelli, leggenda vivente della palla soffice, che da poco è entrata a far parte del gruppo"
E' bello pensare che un ragazzo che non aveva mai visto il baseball fino all'età di 11 anni, si avvicina a questo mondo grazie ai genitori "che nel 2002 mi hanno regalato mazza, guantone e il video gioco Triple-Play e mi hanno portato le prime volte allo stadio" poi si appassiona talmente da diventarne un reporter sempre presente su tutti i campi, con grande costanza e professionalità. Dimostrazione che il baseball ha in realtà la possibilità di attrarre nuovi appassionati, che possano portare qualcosa di positivo al movimento, che sia sul campo, come tecnici o giocatori, dalle tribune, oppure, come nel caso di Daniele, come reporter. "Quando ti appassioni in qualcosa ti ci dedichi anima e corpo. Se si inizia un percorso va portato a termine nel miglior modo possibile. Quando ho iniziato con il sito ho cercato subito di realizzare un prodotto il più professionale possibile. Insieme agli altri ragazzi. Ne è uscita secondo me una creatura seria, ben fatta. Purtroppo anche con una notevole perdita di tempo." Eppure non deve essere facile per un giovane di 22 anni ritagliarsi il giusto spazio in un ambiente ancorato alle gerarchie e ai privilegi derivanti da anni di carriera. Ci si può riuscire con tanto entusiasmo, tanta passione : "Il baseball è universalmente ritenuto troppo complesso – ammette – ed è difficile per una persona che viene da fuori avvicinarsi e appassionarsi. Però quando succede, si crea un legame inscindibile ed è il caso anche di diversi sponsor entrati per caso e poi diventati principali tifosi delle loro squadre. Questo significa che il baseball ha delle potenzialità. Tocca a noi riuscire a coinvolgere chi non è appassionato e fare capire loro il clima che si può vivere durante una partita. Io stesso ho portato diversi amici allo stadio e ho cercato di fargli capire gli aspetti più intriganti di questo sport, anche gli aspetti che ad un estraneo possono apparire noiosi e che hanno invece una loro spiegazione.. Bisogna insomma cercare di valorizzarli. Con alcune persone ci sono riuscito,con altre no. Ma bisogna insistere, per aumentare il numero di appassionati e di conseguenza di futuri giocatori."
Negli ultimi anni Daniele ha avuto la possibilità e la fortuna di seguire per tre volte le World Series dal vivo e basandosi su una di queste esperienze ha deciso di scrivere un bel libro (Baseball e USA un binomio perfetto), che sta riscuotendo discreto successo e ha vinto un premio internazionale al festival di Montefiore: "Ho avuto questa possibilità inizialmente grazie al sito Arena Sportiva. E' stata una grande emozione, tanto che quando ho messo per la prima volta piede su un campo di Major League, in occasione di gara 1 tra Texas e S Francisco ad Arlington, mi tremavano le gambe. Sulla seconda avventura, quella del 2011, ho scritto il libro che racconta la vittoria dei ST Louis Cardinals. Poi quest'anno sono andato per il mio sito Grande Slam e questo ha rappresentato un risultato importante, che testimonia il livello raggiunto dal sito in sei anni di vita. Il risultato dell'impegno di tutto il gruppo. Per questo la Major League ci ha dato la possibilità di seguire le World Series per la nostra testata".
Ed è stato, insieme ai fotografi Roberto Mantovani e Lorenzo Bellocchio, il primo italiano a seguire interamente dal vivo tre edizioni delle World Series, con aggiornamenti live continui e contenuti audio, video e testuali praticamente 24 ore su 24 e la chicca delle interviste dal campo e dagli spogliatoi. Questo, oltre a dare un servizio importante agli appassionati italiani, ha contribuito a regalare al baseball italiano un pizzico di visibilità in più. Solo il fatto di aver intervistato giocatori consapevoli di parlare con un reporter italiano, ha contribuito in un certo modo a fare conoscere il nostro baseball. "Verissimo. Quando ho detto che ero inviato di Grande Slam e specificato per la stampa italiana, sono rimasti tutti sorpresi. Ho verificato il loro stupore ma anche la loro soddisfazione nel sapere che anche in Italia il baseball americano è seguito. Ivan Rodriguez ha ricordato anche i successi italiani a livello giovanile. Sono rimasto molto contento, perché quando parli con uno dei migliori ricevitori della storia delle Major Leagues, oppure con un fenomeno come David Ortiz e dopo un'iniziale sorpresa ti fanno i complimenti e riferimenti precisi al baseball italiano, non solo sul World Baseball Classic, ma anche sui risultati delle nazionali giovanili, ti senti orgoglioso, perché ti rendi conto che la nazionale italiana non è considerata l'ultima della classe!"
Seguire dal vivo un evento come quello delle World Series, ha dato la possibilità di scoprire anche il "dietro le quinte" del baseball "vero", vedere da vicino e parlare con i grandi campioni che prima aveva ammirato solo su internet o in televisione "I giocatori USA sono molto disponibili. Non a caso, i giornalisti possono entrare anche nelle Club-House. Sono rimasto colpito da McDonald, dei Red Sox, al quale dopo gara-1 ho fatto qualche domanda, anche relativa alla sua esperienza con i Phillies, E lui è rimasto contento di questa domanda perché ha dimostrato conoscenza della sua carriera. Così, finita gara-6 ci siamo trovati in mezzo al campo durante i festeggiamenti e lui è venuto a stringermi la mano e salutarmi." C'è poi un aneddoto relativo alle World Series del 2011, quando "finita gara 6, dopo la vittoria dei Cardinals contro i Rangers, entrando nella Clubhouse di Texas di respirava già l'aria della sconfitta nella serie". Nel libro si parla anche di una sorta di amicizia nata tra Daniele e C.J. Wilson "Ha sentito il nome Italia ed è rimasto colpito. Era stato nel nostro paese in vacanza ed ha avuto un grande impatto su di lui. Da li si è messo a scherzare con me, addirittura una volta ci ha fatto passare davanti ai reporter americani. Queste cose per chi fa questo lavoro per passione sono stimoli e soddisfazioni maggiori rispetto al click sul sito in più. Finisci l'intervista e ti senti soddisfatto per esserti arricchito anche personalmente"
Ora, conseguita la laurea triennale, Daniele Mattioli è iscritto alla specialistica in Sport Management all'Università di Bologna, distaccamento di Rimini e sogna di potersi creare un futuro nel mondo dello sport, anche se al momento è difficile immaginare cosa succederà: "Sarebbe bello poter trasformare una passione in qualcosa di lavorativo, ma per ora cerco di fare al meglio quello che faccio, poi tireremo le somme"
Di sicuro l'esperienza acquisita nel mondo del baseball, che non si ferma certo qui, gli tornerà molto utile. E il mondo del baseball deve augurarsi di poter beneficiare ancora a lungo dell'apporto di persone con la sua passione e la sua determinazione, lontano dalle polemiche e dagli interessi personali. Che rappresentano uno stimolo anche per tanti giovani che vogliono intraprendere la sua strada.

Matteo Desimoni

Nato a Parma l'8 febbraio 1978, laureato all'Università di Parma in Scienze della comunicazione, con tesi di laurea "La comunicazione in una società sportiva: il caso dell'A.S.D. Baseball Parma", collaboratore della "Gazzetta di Parma", iscritto all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti, dal settembre 2009. Ha collaborato nel 2005 anche con "L'informazione di Parma". Dal luglio 2009 a fine agosto 2011 ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa della società A.S.D. Baseball Parma. E' l'ideatore e direttore responsabile del periodico gratuito "Baseballtime" distribuito sui campi da baseball della provincia di Parma. Ha iniziato la carriera da giocatore a 8 anni, nel 1986 nelle giovanili dell'Aran Group, poi ha militato in diverse squadre della provincia di Parma e debuttato in serie B con il Sala Baganza e in serie A2 con la Farma Crocetta nel 1998. Dal 2002 al 2008 ha allenato le giovanili di Crocetta e Junior Parma.

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