Quando mancano poco meno di due mesi all'Opening Day, si apre ufficialmente la stagione 2015 con lanciatori e ricevitori ai nastri di partenza degli spring-training. La domanda che inizia ad insinuarsi come un tarlo in tutti noi è sempre la stessa: chi sarà protagonista della prossima stagione di Major? Allora si inizia ad analizzare il mercato, che ha senza dubbio vissuto il suo momento più caotico tra novembre e dicembre, e a vedere "a freddo" i numeri della passata stagione.
Partiamo da una constatazione: la MLB non ha prodotto un team in grado di vincere più di 100 partite in Regular Season dal 2011 (Philadelphia ne mise insieme 102 per poi perdere le Division Series con i Cardinals). Altro dato importante è che nessuna delle franchigie che nel 2014 ha vinto più di 94 partite nella stagione regolare (Angels, Orioles e Nationals), è stata protagonista delle offseason 2013. In questo biennio, solo tre franchigie hanno vinto i pennant di Division in entrambe le stagioni (Tigers, Cardinals ed Angeles), e solo 5 dei team protagonisti delle post-season 2013 hanno raggiunto i play-off nel 2014 (oltre ai tre citati anche Oakland e Pittsburgh). Oltre Anaheim, Baltimore e Washington protagoniste della stagione appena trascorsa, solo i Dodgers sono riusciti a mettere insieme più di 90 vittorie e nessuna della 4 è arrivata alle World Series, che invece è stata raggiunta dalle due franchigie che sono passate per la Wild Card (Giants e Royals, arrivate seconde rispettivamente della West Division di NL e della Central Division di AL).
Tutta questa analisi conferma quanto è difficile ipotizzare chi realmente sarà protagonista di questo 2015 e quanto sia azzardato prevedere non solo chi parteciperà alle prossime World Series (cosa praticamente impossibile), ma anche chi saranno i dieci roster che si andranno ad accaparrare i 10 slot delle offseason.
Iniziamo ad analizzare la situazione della franchigie della National League partendo dalla West Division (tra parentesi il record della Regular Season 2014):
Los Angeles Dodgers (94-68)
Difficile vedere un restyling così importante in una franchigia con oltre 90 vittorie nella Regular Season precedente. Eppure i Dodgers lo hanno fatto, a partire dalla dirigenza con gli arrivi di Andrew Friedman Presidente delle "baseball operations") e di Farhan Zaidi (nuovo GM). I due hanno dato subito importanza alla profondità del monte di lancio e per gli slot numero 4 e 5 della rotazione dei partenti dal mondo free-agent hanno fatto approdare a Los Angeles Brandon McCarthy e Brett Anderson. Per il primo (52-65, 4.09 media ERA e 698 strike-out in 11 anni da pro), esploso lo scorso anno agli Yankees, è stato perfezionato un accordo di 4 anni per complessive 48 milioni di dollari. Per il secondo (27-32, 3.73 media ERA, 386 strike-out in 6 anni da pro), 1 anno di contratto a 10 milioni di dollari. Sul 27enne mancino ex A's e Rockies, pesa l'infortunio che lo ha tenuto fermo gran parte della stagione scorsa. Ancora in chiave difensiva va letto l'acquisto del catcher Yasmani Grandal (.245 media battuta, 24 fuoricampo e 94 punti battuti a casa in 3 anni da pro con San Diego), in arrivo dai Padres in compagnia dei giovani lanciatori Joe Wieland e Zach Eflin, in cambio del fortissimo esterno Matt Kemp (che lascia i Dodgers dopo 9 stagioni che lo hanno consacrato come uno dei più importanti giocatori nel suo ruolo) ed il catcher Tim Federowicz. Per sostituire l'esterno centro passato a San Diego sembra si stia puntando forte sul rookie Joc Pederson indicato da MLB.com come il secondo prospetto tra gli esterni ed il 13esimo in assoluto. Perso tra i free-agent l'interbase Hanley Ramirez e ceduti ai Marlins il seconda base Dee Gordon, il lanciatore Dan Haren e l'interbase Miguel Rojas il mercato in entrata vede gli arrivi da Florida di due prospetti per il monte di lancio (Andrew Heaney, e Chris Hatcher), ed uno nel ruolo di catcher (Austin Barnes), insieme al seconda base Enrique Hernandez (.248 media battuta, 3 fuoricampo e 14 punti battuti a casa lo scorso anno, al suo esordio in MLB). Per il ruolo di interbase da Philadelphia arriva l'inossidabile Jimmy Rollins, 36enne fresco vincitore del Roberto Clemente Award (.267 media battuta, 2306 valide battute, 216 fuoricampo 887 punti battuti a casa, 453 basi rubate in 15 anni di carriera trascorse tutte con i Phillies), mentre per il ruolo di seconda base dagli Angels arriva il 31enne Howie Kendrick (.292 media battuta, 78 fuoricampo, 501 punti battuti a casa in 9 anni da pro agli Angels). Infine, come rilievo (o closer), dai Rays è stato acquistato Joel Peralta (16-33, 3,92 media battuta, 555 strike-out, 12 salvezze in 10 anni di MLB).
San Francisco Giants (88-74)
Offseason molto strana quella dei campioni in carica. L'obiettivo di rafforzare il monte di lancio con i falliti acquisti di Lester prima e Shields poi non sembra essere riuscito e la rotazione alle spalle di Bumgarner lascia qualche dubbio. Jack Peavy, fresco di rinnovo, lascia qualche punto interrogativo per età e per i noti problemi di salute. Matt Cain torna dall'intervento al gomito, Ryan Vogelsong lo scorso anno ha chiuso con un record 8-13 (4.00 di media ERA e 151 strike-out). A chiudere il lungo elenco di punti interrogativi l'inaffidabilità di Tim Lincecum e l'età di Tim Hudson (il prossimo luglio arriva a 40 primavere), non fanno dormire sonni tranquilli ai tifosi dei Giants. La fase offensiva dovrebbe essere solida con Buster Posey, Hunter Pence e Brandon Belt. Brandon Crawford è un superbo difensore ed il bullpen dovrebbe ancora una volta essere profonda ed efficace. Infine l'addio di "Panda" Sandoval, che attraverso i freee-agent è volato a Boston, è stata in parte assorbita dall'arrivo di Casey McGehee, 32enne terza base dei Marlins che in 131 gare giocate la scorsa stagione (la prima nelle MLB dopo l'avventura nipponica del 2013) ha prodotto .289 di media battuta con 76 punti battuti a casa e 4 fuoricampo.
San Diego Padres (77-85)
Tutti sono entusiasti dei Padres, tanto da farli citare da più parti come accreditati alle prossime post-season. L'offseason ha portato a San Diego dei veri e propri colpi di mercato, uno su tutti l'acquisto di uno dei free-agent più ambiti, il lanciatore partente James Shields (114-90, 3.72 media ERA, 1626 strike-out dal 2006). Ma non solo: il neo GM A.J. Preller, sempre per il monte di lancio, oltre che due giovani prospetti di ottime prospettive come Josh Johnson e Brandon Morrow, si è assicurato le prestazioni di Brandon Maurer (6-12, 5.58 di media ERA e 125 strike-out nel biennio 13-14 ai Mariners). Altro colpo da maestro gli acquisti dell'esterno Matt Kemp (.292 media battuta, 1188 valide, 182 fuoricampo, 648 punti battuti a casa e 170 basi rubate in carriera), e del catcher Tim Federowicz dai Dodgers, che è costata però l'addio a Yasmani Grandal, solido catcher origianario di Cuba, oltre che a circa 32 milioni di dollari. Ancora sugli esterni da segnalare l'arrivo da Atlanta di Justin Upton (.274 media battuta, 1039 valide, 164 fuoricampo, 535 punti battuti a casa e 96 basi rubate), in cambio di quattro giovani di belle speranze, e da Tampa di Will Myers (.258 media battuta, 170 valide, 19 fuoricampo e 88 punti battuti a casa in due anni di attività). A far compagnia al Rookie of the Year 2013 l'ormai ex catcher dei Rays Ryan Hanigan che lo stesso giorno è stato poi girato ai Red Sox in cambio del terza base William Middlebrooks (.237 media battuta, 197 valide, 34 fuoricampo e 122 punti battuti a casa in 3 anni ai BoSox). Altro colpaccio, questa volta da Pittsburgh, l'interbase Clint Barmes (.246 media battuta, 884 valide, 86 fuoricampo, 399 punti battuti a casa dal 2003). Decisamente una franchigia che si è mossa tantissimo in questo mercato, anche se più solida in attacco che non in fase difensiva.
Colorado Rockies (66-96)
Pochi i movimenti di mercato per il roster all'ombra delle Montagne Rocciose. E' evidente che Walt Weiss punta molto sul solito Troy Tulowitzki (.299 media battuta, 1068 valide, 176 fuoricampo, 604 punti battuti a casa in carriera), interbase in attività dal 2006, sempre con la casacca dei Rockies e considerato l'erede di Dereck Jeter, e sull'esterno sinistro Carlos Gonzalez (.297 media battuta, 828 valide, 136 fuoricampo, 457 punti battuti a casa e 110 basi rubate dal 2008). Per puntellare il monte di lancio, negli ultimi due anni vero tallone d'achille della franchigia, dai Phillies è arrivato il lanciatore 30enne Kyle Kendrick (74-68, 4.42 media ERA, 622 strike-out dal 2007). L'addio del seconda base Josh Rutledge, migrato verso gli Angels in cambio del prospetto Jairo Diaz (che guida una nutrita flotta di giovani lanciatori di belle speranze), è stato colmato con l'arrivo dell'interno Daniel Descalso (.243 media battuta, 10 fuoricampo e 111 punti battuti a casa tra il 2010 ed il 2014 ai Cardinals). I problemi da risolvere per Colorado sono due: la crisi di risultati lontano dal Coors Field (45-36 il record casalingo contro il 21-60 lontano da Denver), e come già detto, il problema del monte di lancio: 26 partenti in due anni rendono l'idea di come Walt Weiss sia alla disperata ricerca di una soluzione che ancora non ha trovato. E la perdita di giocatori del calibro di, Brett Anderson e Matt Belisle (volati nel meraviglioso mondo dei Free-agent insieme all'esterno Michael Cuddyer), non aiutano alla risoluzione del problema. I 16 lanciatori invitati a provare (sui 24 complessivi del "roster non-invitees" durante gli spring training sono la riprova che si cercano soluzioni.
Arizona Diamondback (64-98)
il nuovo GM Dave Stewart ed il nuovo "Chief Baseball Officer", un certo Tony LaRussa, hanno affidato le chiavi del roster ad una vecchia conoscenza di Arizona, Chip Hale. Tra il 2006 ed il 2009, l'ex interno di Twins e Dodgers, è stato uno dei coach di Bob Melvin e manager in Triplo A con Tucson, affiliata dei D_Backs, dove ha lasciato il record di vittorie della franchigia. Adesso a distanza di 6 anni, nei quali si è diviso tra il ruolo di coach di terza base nei Mets e di bench coach negli A's, torna a Phoenix per recitare per la prima volta nelle Major il ruolo di Manager. Partendo dal presupposto del pieno recupero dei due grandi infortunati dello scorso anno, il prima base Paul Goldschmidt (prima di rompersi la mano il 1° agosto aveva una media battuta di .300, 19 fuoricampo, 75 corse a casa, and 69 RBI) e dell'esterno Mark Trumbo ( frattura del piede sinistro per l'esterno ex Angels), l'acquisto più significativo è senza dubbio il cubano Yasmany Tomas (68 milioni di dollari in 6 anni), 24enne terza base proveniente dagli Industriales de L'Havana. I tre dovrebbero caricarsi sulle spalle la responsabilità del reparto offensivo della squadra. Per il monte di lancio (finito 27esimo nella media ERA della MLB 2014), da valutare lo scambio che ha portato all'addio del lanciatore partente Wade Miley (38-35, 3.79 media ERA e 499 strike-out dal 2011), migrato verso Boston, in cambio dei colleghi Allen Webster (6-5 6.25 mdia ERA e 59 strike-out dal 2013), e Rubby De La Rosa (8-15, 4.34 media ERA e 140 strike-out), più il giovane "Minors" interno Raymel Flores. Per puntellare il monte di lancio e sopperire alla perdita di Miley, tra i partenti arriva Jeremy Hellickson dai Rays (40-36, 3.78 media ERA e 463 strike-out dal 2010). L'interbase Didi Gregorius saluta Arizona e vola a New York, sponda Yankees nelle more di uno scambio a tre che porta ai D-Backs da Detroit il giovane Robbie Ray (1-4, 8.16 media ERA e 19 strike-out dal 2014). Sempre da Cuba arriva il lanciatore Yoan Lopez (3.12 media ERA, 28 strike-out nei 49 inning lancoati lo scorso anno con Isla de la Juventud. Nel ruolo di catcher l'addio di Miguel Montero, prelevato dai Cubs in cambiod i due giocatori di Minors, lascia un enorme vuoto che il solo Tuffy Gosewisch (esordio nella MLB lo scorso 1 agosto), non può assolutamente colmare.
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