Attorno alle 13,00 di oggi, ora italiana, eravamo tutti davanti alla tv, rapiti dalle immagini che arrivavano dal Tokyo Dome, sembrava quasi di essere tornati indietro di due anni, ai magici giorni di Phoenix e Miami del Classic 2013. Se allora però si gioiva di un'Italia veramente incredibile, questa volta la partecipazione era condivisa con tutto il baseball europeo. Si trattava di una sfida tutto sommato dimostrativa, ma di amichevole non aveva assolutamente nulla. Quella del team All Euro è da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria impresa. Che va dritta negli annali della storia del baseball. E soprattutto noi italiani dobbiamo andare fieri di questa impresa. Perché tra i protagonisti in campo c'erano tre azzurri, quattro quando è entrato Infante. Senza dimenticare la prova positiva di Maestri nel primo incontro. E soprattutto, due di loro, Chiarini e Vaglio, sono risultati determinanti. Chiarini ha colpito il doppio che ha sbloccato il risultato al secondo inning e poi segnato il raddoppio, Vaglio ha colpito anche lui un durissimo doppio all'ottavo, sul 5-2 con il Giappone in rimonta, dopo quattro inning di buio dell'attacco europeo e poi ha segnato su volata di sacrificio il punto che ha fissato il risultato sul definitivo 6-2, poi difeso dal closer olandese Stuifbergen, he già aveva ammutolito gli azzurri a Brno. In mezzo, certo, il tremendo fuoricampo di Yourrendel De Caster da tre punti al terzo, con due eliminati. Ma i nostri devono considerarsi a pieno titolo tra i maggiori protagonisti di un gruppo che si è integrato alla perfezione in pochi giorni e che ha permesso anche a giocatori meno attesi, come gli spagnoli Angulo e Ochoa o al tedesco Sammer sul monte di lancio, di esprimersi ai livelli dei campioni giapponesi, per la verità quasi sempre apparsi in sofferenza in queste due sfide. Leggermente indietro Desimoni, nel box di battuta, perché in difesa si è confermato degno della considerazione di Jaansen, che lo ritiene il miglior esterno centro d'Europa. In battuta, dopo le meraviglie dell'europeo, il neo riminese ha faticato, ma gli va dato atto di aver affrontato lanciatori di un livello al quale lui non è sicuramente abituato. Bene Infante, nel primo incontro, tanto che Jaansen ha deciso di ributtarlo oggi nella mischia quando c'era da difendere il vantaggio. Non c'era, per impegni con il club, Alessandro Maestri, che merita però gli applausi al pari di tutto il gruppo, così come è rimasto nel dug-out EScalona, protagonista senza macchie in gara-1.
Termina quindi questa "prima volta" per la selezione europea, con tanti sorrisi e tanti complimenti. Tutta Europa spera però che non si tratti del classico evento sporadico. E l'attenzione che stanno mostrando un po' tutte le federazioni europee verso questo tipo di collaborazione, aumenta la possibilità che in un futuro non molto lontano una selezione europea possa diventare presenza stabile anche in manifestazioni, per così dire, ufficiali. Per la felicità, ne siamo certi, delle grandi organizzazioni professionistiche, americane ed asiatiche. Perché un'Europa sempre più competitiva porterebbe vantaggi anche a loro. Ma a beneficiare di un progetto collettivo sarebbero sicuramente le stesse nazioni del vecchio continente. Pensiamo solo all'interesse che può suscitare nei media e di riflesso negli sponsor una squadra continentale. Quindi, per favore, per una volta, anche in Italia, guardiamo oltre Rimini-San Marino o Parma-Bologna o Grosseto-Nettuno. Voliamo alti, che ne siamo capaci. Se vogliamo…
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