Si spengono i riflettori sull'edizione numero 86 della All Star Game che quest'anno si è disputata a Cincinnati per la prima volta dal 1988. Nonostante la squalifica a vita per scommesse è stato concesso a Pete Rose, autentica e controversa leggenda dei "Big Red Machine", la franchigia dei Reds che dominarono la National League tra il 1970 ed il 1976, di calcare il diamante del Great American Ballpark. La vittoria dell'American League per 6-3 sui rivali della National League garantirà ai vincitori della prossima "Junior Circuit" il vantaggio del campo. La AL è passata subito in testa grazie ad un fuoricampo al primo inning di Mike Trout (vincitore dell'MVP) degli Angels battuto sul partente della NL Zack Greinke. Con il successo di questa edizione (il terzo consecutivo) la AL si porta a 41 vittorie e riduce ancora lo svantaggio sui rivali del "Senior Circuit" che sono fermi a 43 (nel 1961 e nel 2002 l'All Star Game si è chiuso in parità). L'ultimo successo della NL risale oramai al 2012 con un secco 0-8 al Kauffman Stadium di Kansas City.
I giocatori con più partecipazioni all'All Star Game sono stati il prima base dei Tigers Miguel Cabrera per la AL (10 volte di cui 4 nella NL) e l'esterno centro dei Cardinals Matt Holliday per la NL (settima presenza), entrambi presenti nello "starter roster". Tra le riserve il prima base degli Angels Albert Pujols (10 presenze pdi cui tre con la casacca della NL) e il catcher dei Cardinals Yader Molina (7 partecipazioni).
La Midsummer Classic è anche l'occasione per fare un bilancio della stagione quando, a quasi due terzi di campionato, le franchigie si prendono una breve pausa prima di riprendere la corsa delle 162 partite complessive che assegneranno i "Pennant" di division e le Wild Card.
Rispetto allo scorso anno, quando si erano giocate quasi 95 gare, allo stato attuale siamo a circa 90 gare stagionali, ma il confronto degli "standing" delle Division viene spontaneo. La prima grande delusione del 2015 è senza dubbio Oakland che è passata da leader di tutta la MLB (nel 2014 al break era a .621 con 59 vittorie e 36 sconfitte), a fanalino di coda di tutta l'American League con .451 (41-50). Non è stata una vera e propria sorpresa, visto le operazioni invernali di Billie Beane, ma il tracollo è di quelli significativi. Nella West Division gli A's sono -8.5 dagli Angels che guidano il girone con solo 0.5 di vantaggio sugli Astros, vera protagonista di questa prima fase di campionato. Il roster texano infatti, è sempre stata leader della West e solo le 6 sconfitte consecutive con il quale ha chiuso la prima parte di stagione ha permesso agli Angels di strappare la vetta proprio sul filo di lana. La squadra di Mike Scioscia viaggia a .545 (48-40) contro i .606 (57-37) del 2014, ma lo scorso anno era seconda ed ora è, seppur di poco, in testa.
Nella Central Division di AL la delusione si chiama Detroit. I Tigers nel 2014 avevano già un piede ai play-off visto i +6.5 con i quali guidavano la Central (.582 con 53-38), adesso hanno un piede fuori visto che, con un ruolino di marcia di .500 (44-44) occupano la terza posizione con un ritardo di 9 partita su Kansas City. I Royals dal canto loro hanno invertito la tendenza ed ora sembrano più solidi. Con 52 vittorie e 34 sconfitte sono l'unica squadra di AL ad aver superato quota.600 (.605 per la precisione), e tengono a -4.5 i risorti Minnesota Twins che sono passati da un triste .468 (44-50) ad un più che dignitoso .551 (49-40), che consente al roster del neo-manager Paul Molitor di togliersi più di qualche soddisfazione con chi aveva espresso più di un dubbio sulla solidita della squadra di Minneapolis.
Inversione di ruoli tra Baltimore e New York nella East Division di AL. Nel 2014 gli Yankees erano terzi con una media di .500 (47-47) ed in testa al girone c'erano i sorprendenti Orioles che con .553 (52-42), tenevano la testa del girone. Adesso al comando ci sono i ragazzi di Joe Girardi con .545 (48-40), con il roster del Maryland terza forza del girone esattamente a .500 (44-44). Tra loro Tampa Bay con .505 (46-45 che lo scorso anno era nettamente più indietro (.454 con 44-53). Fanalino di coda oggi come ieri i Red Sox che sono passati da .453 (43-52) del 2014 a .472 del 2015 (42-47), nonostante i copiosi investimenti invernali.
Nella National League la sorpresa più bella di questa prima parte di stagione sono i Chicago Cubs che chiusero prima del break dell'All Star Game 2014 come terzultimi di tutta la NL con .426 (40-54) ed ora sono in piena corsa per una Wild Card con un record di .540 (47-40). Sette vittorie in più con 7 partite in meno giocate per il roster di Joe Maddon che resta comunque al terzo posto della Central Division saldamente in mano ai soliti Cardinals che hanno il miglior record della MLB con .629 (56-33), migliorando quello che di buono avevano già fatto nella prima parte del 2014 quando con .542 (52-44) erano ad una sola partita dai Brewers. Ed a proposito di Milwaukee uno dei "crash" più importanti di questa stagione lo hanno registrato proprio loro che sono passati da un importante .552 (53-43), ad un deprimente .422 (38-52) che vale l'ultimo posto del girone.
Rapporti di forza sostanzialmente invariati nella West Division di NL dove i Dodgers ed i Giants si mantengono rispettivamente al primo e secondo posto. Los Angeles passa da un .557 (54-43) ad un più solido .567 (51-39), mentre San Francisco cala da .552 (53-43), all'attuale .517 (46-43) che ad oggi la lascerebbe fuori anche dalla Wild Card.
Anche nella East Division non ci sono cambi importanti di rapporti di forza. La buona prima parte di stagione dei Mets (.528 con 47 vittorie e 42 sconfitte ), migliora le prestazioni di New York rispetto al 2014 (.474 con 45-50), ma non sono sufficienti per scalfire la leadership di Washington che resta la prima forza del girone con .552 (48-39), così come lo era nel 2014 (.548 con 51-42). In calo le performance dei Braves che dalle 52 vittorie e 43 sconfitte del 2014 (.547), passa a 42-47 (.472) del 2015.
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