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Ricordando il grande Yogi Berra…

Nacque da emigrati da Malvaglio, vicino Milano, nel quartiere italiano di St. Louis chiamato "the Hill", un'area dove i paisà cercavano casa per stare più vicino possibile al loro principale luogo di lavoro: le miniere di argilla. Lawrence Peter Berra era vicino di casa e amico di Joe Garagiola. Furono entrambi visti dai Cardinals che però offrirono a Joe il doppio di quanto proposero a Lawrence, che rifiutò e venne poi preso dagli Yankees.
Nella sua brillante carriera da professionista Berra ha giocato 15 All Star Game consecutive, ha vinto per 10 volte il titolo di campione del mondo, come manager ha condotto sia gli Yankees che i Mets alle World Series, presente in tantissime classifiche di record importanti, specialmente per ciò che riguarda i catcher, nella Hall of fame dal 1972.
Veterano di guerra (partecipò allo sbarco in Normandia), amato dai tifosi di ogni squadra, personaggio popolarissimo anche tra i non appassionati di sport. Diventa "Yogi" quando un suo amico nota una somiglianza con lo Yogi indiano di un film, ambientato in parte nel paese dell'Asia meridionale. Quel soprannome lo contraddistinguerà per sempre: Hanna e Barbera nel 1958 chiamarono il personaggio del loro cartone Yogi Bear, proprio ispirandosi al celebre numero 8 degli Yankees.
Il suo umorismo brillante e allo stesso tempo disarmante e profondo, lo ha reso immortale, più ancora dei suoi record. I suoi celebri "yogismi", aforismi e paradossi, a volte surreali, che contengono potentissimi messaggi, lo hanno reso un riferimento per chiunque ami questo sport.
La moglie Carmen, sposata nel 1949, ricordava di quando ricevette un biglietto per un anniversario firmato Yogi Berra e ringraziò il marito per averle permesso di capire da quale dei tanti Yogi che conosceva provenisse il biglietto.
Yogi Berra, il giocatore che ha giocato più partite di World Series nella storia del baseball, è morto la scorsa settimana all'età di 90 anni. Lascia una fondazione con cui si impegnò in prima persona per diffondere nelle scuole i valori dello sport, un museo che raccoglie 9 dei 10 anelli da campione del mondo, il guanto con cui ricevette l'unico perfect game della storia delle finali ed altri cimeli, uno stadio in cui giocano i New Jersey Jackals, ma soprattutto un ricordo indelebile: con la sua morte, l'America ha perso soprattutto l'uomo, prima ancora del giocatore.
Yogi è stato, e continuerà ad essere, una vera e propria icona del baseball e della cultura americana. It ain't over, ‘til it's over. Thanks Yogi.

Davide Garzia

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