Nettuno, tra mercato, stadio e due squadre

L’inverno è alle porte e a Nettuno ci si trova ancora, esattamente come l’anno scorso e due anni fa, con due squadre in griglia di partenza per la stagione che verrà. Solo che rispetto alla situazione che si aveva nel 2013 e 2014 le cose sono in parte cambiate.

Di pochi giorni fa l’ufficialità di quanto era successo già da tempo, vale a dire il “divorzio” tra Alfonso Gualtieri e il patron Pietro Fortini dal Nettuno Bc, e di fatto una sorta di azzeramento dei ruoli cardine in seno alla squadra, a questo punto tutti da ridefinire. Dall’altro fronte, in casa Nettuno Baseball City (che ha preso il testimone dal Nettuno 2), un mercato che sta muovendo ora i primi passi.

Andiamo con ordine e partiamo proprio da quest’ultimi. Proprio il riavvicinamento di Gualtieri con quelli che sino a qualche mese prima erano considerati i “nemici” apre numerosi fronti, soprattutto per quello che concerne il ritorno dei giocatori nettunesi in giro per l’Italia, che è un po’ l’obiettivo cardine della società. Quello di ricreare una squadra di nettunesi.

Ci rendiamo conto che tre anni fa andare via è stato comunque una sorta di atto di coraggio, visto che non c’erano prospettive concrete e tutto era allo sfascio – ci fanno sapere dalla dirigenza del Nettuno Baseball City – oggi rappresenta un atto di coraggio ritornare qui per ricostruire una squadra sulla sua tradizione, la sua forza che è sempre stata nell’attaccamento alla maglia dei giocatori del posto, come è stato per il gruppo degli anni ’90. Anche pensando al fatto che si deve avere una sorta di debito di riconoscenza verso la città che ha permesso a molti di loro di diventare quel che sono”.

Le voci che si rincorrono sono tante. Secondo indiscrezioni carpite, il Nettuno Baseball City sarebbe pronto a fare un importante sacrificio, visto il riavvicinamento del massimo dirigente dei Lions, per Ennio Retrosi soprattutto, attendendo eventualmente il ritorno del giocatore dal Premier 12 per sedersi a tavolino e mettere sul banco un’offerta economica consistente. Lo stesso interesse c’è per Caradonna, e soprattutto per Giuseppe Mazzanti, che peraltro proprio a fine stagione aveva dichiarato su queste pagine che probabilmente, con la stagione a tre partite, difficilmente sarebbe tornato a fare il pendolare tra Nettuno e Rimini. Ma si tratta di una situazione in divenire, che emerge nel sottobosco di trattative che intanto proseguono, più o meno ufficiali e più o meno concrete.

Dall’altro fronte? Per ora tutto tace, di certo che non avere più a disposizione un serbatoio di giocatori come quello dei Lions è un fattore non da poco, a meno di riavvicinamenti mai da escludere. E’ chiaro che il Nettuno Bc dovrà ancora una volta ricostruire molto, andando sul mercato ma anche cercando di prendere qualche giocatore proprio dall’orbita nettunese. Il che, manco a dirlo, finirebbe per creare ancora una volta frizioni e polemiche.

E la questione Steno Borghese? Anche lì tutto tace, si attende il bando per l’assegnazione da parte dell’amministrazione comunale (che per ora è gestita dal Commissario Prefettizio), ma sempre dal Nettuno Baseball City arriva una lettura del problema che metterebbe fine a moltissime polemiche. “Siamo convinti che lo stadio dovrebbe rimanere di proprietà del Comune, evitando di cederlo a chi lo vuole sfruttare per attività commerciali e speculazioni – ci dicono – la formula ideale sarebbe quella dell’affitto, che consentirebbe di coprire le spese ed evitare che ci siano padroni”.

Anche qui, deve passare molta acqua sotto i ponti, anche se già a fine mese molte carte dovranno necessariamente venire scoperte. 

This post was published on 6 Novembre 2015 12:06

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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