La notizia era nell’aria, il forte interessamento dell’Angel Service Nettuno City nei confronti di Giuseppe Mazzanti. La trattativa è andata in porto proprio nei giorni scorsi, con la formula dello svincolo unilaterale che di fatto libera il terza base (di proprietà del Città di Nettuno) e gli permetterà di tornare a giocare in riva al Tirreno.
Per Mazzanti, dopo due anni di prestito al Rimini, come detto si tratta di un ritorno a casa. L’addio a Nettuno c’era stato al termine della turbolenta stagione del 2013, e soprattutto in un inverno che aveva visto la situazione nella “città del baseball” perlomeno caotica. Prima la drammatica possibilità che non ci fosse una squadra iscritta, quindi addirittura due ai nastri di partenza frutto di una lotta intestina che perdura tuttora con grande dispendio di energie e di risorse. Ma in quell’inverno con poche prospettive e con una “missione da portare a termine”, Giuseppe Mazzanti anche se a malincuore aveva deciso di spostarsi in direzione dell’Adriatico per provare a vincere da protagonista quello scudetto rincorso sin dal suo esordio nella massima serie, avvenuto nel 1999. Promettendo che se ci fossero state le condizioni sarebbe tornato…
Vinto finalmente lo scudetto, per giunta autore dell’ultimo decisivo out, è come se si fosse finalmente regolato un conto, o chiuso un ciclo se volete metterla così. “The Natural” lo aveva detto proprio nel momento del trionfo, gli impegni di lavoro rappresentavano un freno nel giocare a Rimini, e ci riferiamo all’affrontare viaggi, trasferte…
“E’ bello tornare a casa, al Rimini, ai suoi tifosi e alla dirigenza devo veramente molto e non solo un semplice grazie, sicuramente il fatto di esser riuscito finalmente a vincere uno scudetto, ma conciliare l’impegno di giocare fuori con tutto il resto era diventato veramente pesante – ci ha detto tre giorni fa poco dopo il termine della trattativa – non è una questione economica. Tornare qui poi ha un sapore particolare, giocare nella propria città dà sempre stimoli particolari. La dirigenza del Nettuno City ha deciso di investire su di me per allestire una formazione che ha tutte le carte in regola per essere competitiva”.
Come detto in apertura, svincolo unilaterale a cui fa seguito un accordo triennale con il giocatore, che a 32 anni può diventare il grande cardine di una squadra che proprio al momento della sua nascita, nel 2014, si era basata su progetto a medio-lungo respiro, tre anni per essere realmente competitivi. Ci sono altre trattative in porto per tentare di riformare una squadra formata più possibile da giocatori nettunesi, se ne saprà di più nelle prossime settimane.
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