Ventidue mesi dopo, il Nettuno nel massimo campionato di baseball torna ad essere uno solo. Erano i primi giorni del marzo 2014, in riva al Tirreno si era arrivati ad avere una seconda squadra in Ibl al termine di un consiglio federale straordinario, che sanciva il ritiro del Mastiff e l’ingresso del Nettuno 2. Non a rappresentare una “costola” di quello storico, ma il risultato di una frattura insanabile dovuta alla corsa alla successione della società più titolata d’Italia dopo l’abbandono della storica dirigenza.
Ventidue mesi dopo mettiamoci a risentire i discorsi di quei giorni. Vale a dire le doppie opportunità, il movimento che cresce, più spazio per tutti e via discorrendo (purtroppo anche di recente, tanto per ricordarci che la lungimiranza è merce rara…). Verrebbe da sorridere ma anche da prendere a schiaffi qualcuno come una sorta di punizione, postdatata ma meritata.
Così drastici? Sì, i risultati dei due Nettuno sono stati inevitabilmente modesti. Il primo ha fatto forza sul blasone ma con poco “materiale umano” tanto che al primo anno ha dovuto rispolverare più di qualche ex, e ricorrere a un ingente mercato per coprire tutti i ruoli, riuscendo se non altro ad arrivare ad una finale di Coppa Italia. L’altro, il secondo, con un progetto più proiettato al futuro e con un settore giovanile consistente alle spalle, ma con ancora molta strada da fare. In mezzo, anche l’inagibilità dello Steno Borghese arrivata come una mazzata, e un’amministrazione comunale commissariata dopo un’implosione che è assomigliata molto ad un suicidio assistito.
Ventidue mesi dopo finalmente è stato annunciato il ritorno del grande Nettuno, a riprendere una storia iniziata nel baseball con la partecipazione al campionato del 1950. Il tutto in una conferenza stampa affollata presso la Sala Consiliare del Comune, non tanto da giornalisti quanto da tifosi e appassionati.
“Tra le situazioni ereditate dal commissariamento dell’amministrazione comunale, c’è stata anche quella dello Steno Borghese, un impianto che era in una situazione di degrado a dir poco offensivo nonostante sia lo stadio più importante in Italia. Quando la scorsa estate abbiamo ripristinato l’irrigazione al campo quello zampillo d’acqua è stato come un miraggio nel deserto – ha detto la dirigente comunale Rita Dello Cicchi, una di quelle che ha preso a cuore la questione del baseball – poi soprattutto a livello di attestazioni tecniche insieme al Commissario Prefettizio, che sta dando un contributo fondamentale, ci stiamo muovendo velocemente per tornare ad aprirlo nella prossima primavera, visto che per questo impianto costruito nel 1991 si è sempre andati in deroga”.
Poi la parola è passata ai due che hanno terminato questa guerra, iniziata da altre persone che oggi non erano presenti in sala. Il primo è stato il patron del Città di Nettuno, Piero Fortini, che ha voluto ringraziare chi gli è stato vicino in questo periodo.
“L’ultimo giorno utile, in otto ore di tempo, ho ripreso in mano il vero grande Nettuno, come lo chiamo io, salvo poi essere lasciato praticamente da solo con poche persone vicino a me, con il cerino in mano e con anche la questione dello stadio che è stata per me un incubo – ha detto – molti hanno anche criticato questa unione. Io, ed è vero, ho fatto una guerra serrata al Nettuno 2, ma rivolta ad altre persone. Alla fine mi sono incontrato con Salvatore Masala quasi per caso, per altri motivi. Parlando di baseball, ci siamo trovati subito quando abbiamo capito che questa divisione non serviva a nessuno. Lui mi ha messo a disposizione i suoi tecnici e le persone che gli sono vicino per ridiventare grandi e far tornare i tifosi allo stadio. Io dal canto mio non potevo prendere iniziative sul fronte tecnico, e questo è stato anche il motivo per cui avevo chiesto collaborazione all’Academy. Saltata quella, gli unici competenti per portare avanti il discorso erano proprio Masala ed i suoi dirigenti. Unendo i due budget si possono fare grandi cose”.
Pochissime, come d’abitudine, le parole di Salvatore Masala, se non che si tornerà ad ambire ad alti livelli. Interessanti invece alcuni dettagli dell’operazione, svelati dal direttore sportivo Gianluca Faraone. Di fatto il Città di Nettuno entrerà con pari dignità di quote nel Baseball City, le maggiori competenze a livello sportivo le prenderanno in carico gli elementi della società di Masala, mentre dalla parte del Città di Nettuno si gestirà maggiormente la parte extrasportiva a livello di iniziative ed eventi, “in particolare – come ci ha detto Fortini – ad agosto quando il campionato sarà fermo e la struttura potrà essere messa a resa, una cosa fondamentale per le società sportive al giorno d’oggi”.
I titoli sportivi, da come hanno assicurato dalla Federazione, passeranno alla società nata dall’accordo "perché 70 anni di storia non li regaliamo a nessuno", ha detto Fortini. Proprio la Fibs, ed il presidente Fraccari che ha spinto fortemente per questa soluzione, ridisegnerà con una nuova formula un campionato a sette squadre e non più ad otto con due gironi.
Poi ci sono altri aspetti molto interessanti. Per il settore giovanile, che è stata la scintilla della guerra conclusasi solo oggi, si collaborerà attivamente con tutte le società del territorio facendo in modo che i giocatori cresciuti nel Nettuno restino qui, a meno di scelte personali “di cui se ne dovranno assumere le responsabilità”, ha ammonito Faraone. A tal proposito potrebbe esser creata una seconda squadra, di A Federale e sotto l’egida del Città di Nettuno, proprio per dare spazio a chi non rientra nel roster principale. Così come potrebbe partire (anche già in questo 2016) un progetto parallelo a Roma. Per quanto riguarda i cartellini, i passaggi saranno a titolo gratuito compresi quelli oggetto di svincolo degli ultimi mesi.
Discorso squadra: ci sono due roster che si uniscono e che inevitabilmente porteranno a dover fare delle scelte. La dote di giocatori italiani del Città di Nettuno a dire il vero è molto esigua, ma nelle prossime settimane si giungerà alla definizione dei ruoli a livello tecnico, con in pole position comunque lo staff del City. Sabato è previsto il primo allenamento.
Applausi, speranza e abbracci liberatori, il giorno della vittoria (molto effimera, va detto, nda) di chi sin da subito aveva sperato in una riunificazione e ancora prima era rimasto inorridito dalla scissione. Intercettiamo Nicola Burrini, ex consigliere comunale che aveva immediatamente lanciato l’allarme, proprio come noi di baseball.it, sull’inutilità della doppia squadra in tempi in cui le due fazioni si lanciavano accuse a vicenda. “Quando ero in maggioranza mi resi conto che l’ingresso di determinate figure nel vecchio Nettuno avrebbe inevitabilmente portato alla scissione. Adesso speriamo che si torni ad essere grandi, anche con un settore giovanile forte e compatto”.
Rieccolo il Nettuno dunque. Manca solamente il grande pubblico a gremire quelle stesse tribune sulle quali ancora campeggia il busto di Rolando Belleudi, il primo storico tifoso. Lui è morto nel 2012 e tutto questo non lo ha visto fortunatamente. “Daje, che pure questa cosa del campo si risolverà”, ci sentiamo dire alle spalle oggetto poi di una generosa quanto potente pacca, che riconosciamo subito. E’ stata una rimpatriata per molti, quelli che causa l’esilio all’Acquacetosa di Roma avevano rinunciato a seguire il baseball. A Nettuno nell’ultimo decennio se ne sono viste di tutti i colori e non solo a livello sportivo, la speranza è che oggi sia stata sancita veramente una rinascita. “Daje…”
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