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La preparazione del pitcher secondo Shinji Kurano

D. In questa convention hai tenuto due relazioni importanti sulla preparazione dei pitcher delle giovanili e sugli aspetti mentali della preparazione del lanciatore alla partita. A partire dalla tua esperienza come pitching coach hai elaborato un preciso percorso per la preparazione dei lanciatori, un vero e proprio "metodo Kurano". Quali ne sono i principi generali?

R. Anzitutto va detto che stiamo parlando di un ambito professionistico, quello del baseball giapponese dove l'obiettivo è ovviamente anche di tipo economico. Si tratta di cercare di migliorare al massimo le prestazioni dei giocatori. Per la tecnica di lancio la questione va quindi affrontata centrando la preparazione negli arti inferiori, nella muscolatura superiore e negli aspetti mentali del gioco.

Nella tua relazione hai parlato del cosiddetto "punto zero".

È venuto fuori dal nostro dialogo con i medici alla ricerca dell'angolazione giusta del braccio al momento del lancio , per ridurre al minimo i rischi di conseguenze fisiche negative sul giocatore dovute a un'impostazione sbagliata. Si collocano le mani dietro la nuca con la testa eretta, ci si rilassa chiudendo leggermente i gomiti in avanti, poi sempre mantenendo l'altezza del gomito si stende l'avambraccio: quello è il "punto zero", l'angolo ideale del braccio al momento del rilascio della palla. 

Un'altra cosa che ha sorpreso molti è quella della preparazione del lanciatore ad uscire dai momenti di difficoltà. Sul conto di due o tre ball e zero strike preferite far tirare una curva.

Lavoriamo su questo, uscire dalle situazioni difficili con lanci che il battitore non si aspetta. Ovviamente dietro c'è molta preparazione anche mentale per poter poi gestire la situazione in partita. È importante che il pitcher sappia superare le difficoltà anche con lanci ad effetto.

Alex Maestri intervistato nella prima giornata della Convention ha raccontato il suo percorso di adattamento al baseball giapponese. Ad esempio il fatto che ha dovuto lavorare sul slide step con uomini in base e modificare il caricamento. quali altre caratteristiche differenziano l'impostazione del pitcher giapponese da quello europeo o americano?

In Giappone si tende a studiare e approfittare delle debolezze del pitcher avversario. In situazioni con corridore in prima devi necessariamente migliorare il passo per evitare la rubata, perché altrimenti il tentativo di rubata è sicuro e andrà probabilmente a buon porto. In Giappone si studiano molto anche altri difetti pitcher, ad esempio il fielding, la capacità di giocare in difesa la palla corta. Se il lanciatore è debole su questo punto bisognerà attendersi molti bunt su di lui.

Un'ultima domanda. che immagine ha ilbaseball italiano in Giappone? Anni fa in IBL giocò Takahiko Sato, che immagine ha riportato del nostro baseball da voi?

Era diffcile vedere immagini di quella sua esperienza sui media giapponesi, ma Sato ha rilasciato a suo tempo delle interviste in cui parlava di un baseball in crescita, da seguire.

 

Luigi Giuliani

Un vita spezzata in tre: venticinque anni a Roma (lanciatore e ricevitore in serie C), venticinque anni in Spagna (con il Sant Andreu, il Barcelona e il Sabadell, squadra di cui è stato anche tecnico, e come docente di Letteratura Comparata presso le università Autónoma de Barcelona e Extremadura), per approdare poi in terra umbra (come professore associato di Letteratura Spagnola presso l'Università di Perugia). Due grandi passioni: il baseball e la letteratura (se avesse scelto il calcio e l'odontoiatria adesso sarebbe ricco, ma è molto meglio così...).

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