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Rimini, continua la maledizione europea. La Coppa va ad Amsterdam.

Questa volta la Coppa dei Campioni la vincono i Pirati, ma sono quelli di Amsterdam. Il digiuno europeo continua invece per Rimini, che a 27 anni di distanza dal trionfo di Barcellona contro l'Haarlem Nicols, parte bene, va sotto, rimonta, sogna la vittoria e infine cede in un tie-break a dir poco fatale (4-5 al 10°). La squadra di Munoz infatti perde partita e un giocatore importante come Freddy Noguera, che sull'azione decisiva di tutto l'incontro subisce un grave infortunio al gomito in uno scontro fortuito con Croes sul cuscino di prima. Onore al merito per l'L&D Amsterdam, che nel corso della manifestazione si è dimostrata una squadra degna del titolo, ma certo rimpianti e recriminazioni la fanno da padrone nel dopo partita dei Pirati di Rimini.

Converrebbe quasi partire proprio dalla fine, se non fosse che prima si giocano nove riprese ad alta intensità e sempre sul filo dell'equilibrio. Per quattro riprese Candelario è tutt'altro pitcher rispetto a quello che proprio nella gara d'esordio della Coppa era andato in crisi contro l'Amsterdam. Nove i "k" a referto e soprattutto olandesi a zero sul tabellone. Dall'altra parte invece, dopo tre riprese perfette, l'incrollabile Heijstek barcolla nella parte bassa del 4° subendo le prime valide da Retrosi e Flores e soprattutto il doppio lungolinea di Mayora che vale il vantaggio riminese (1-0). A Ramos viene concessa l'intenzionale, l'occasione è grossa con le basi piene e un solo out ma Caradonna va solo a centimetri dallo scavalcare il terza base spilungone Aussens e Camargo resta al piatto. Chance sprecata e punizione che arriva puntuale al 5° perché nella stessa situazione (basi piene, due out e un punto entrato) Candelario scende dal monte ed Escalona subisce il classico stoppone da Croes che vale due pesantissimi punti (1-3). Al 6° la partita però gira perché sull'azione di un doppio gioco inventato dall'arbitro di prima, si infortuna proprio il partente Heijstek e con i rilievi in pedana la partita torna giocabilissima per Rimini.

Escalona tiene in partita i suoi e poi ci pensa Corradini a togliere le castagne dal fuoco all'8° facendo battere in diamante Duursma a basi piene. Noguera comincia l'8° di Rimini con la valida battuta su Hendrix, Di Fabio lo spinge in seconda e Desimoni prende la base. Altro cambio sul monte olandese, entra De Blok che spara subito un lancio pazzo e incassa prima da Retrosi la valida interna del 2-3 e poi la Flores la volata al centro del pareggio che fa esplodere i tifosi riminesi. Corradini è intoccabile ma i Pirati non sfruttano l'ultimo attacco a disposizione e si va al tie-break.

A proposito di regole assurde, questa del tie-break, specialmente in una finale di Coppa dei Campioni, si candida per vincere il titolo ma questa è un'altra storia. Croes va con il bunt di ordinanza, Corradini forza l'assistenza in prima per Noguera ma la palla passa dietro. Risultato: entra il punto di Draijer, c'è l'out a casa base di Rombley e il bravo seconda base riminese esce tra le lacrime di dolore per un infortunio al gomito patito nello scontro in prima con Croes. Corradini scende dal monte con zero valide concesse (perché?) e il pur straordinario Teran di 24 ore prima viene accolto dal doppio tra gli esterni di Berkenbosh (3-5). La parte bassa del 10° comincia bene perché con Di Fabio nel box a tentare il bunt, la doppia rubata di Zappone e Babini forza l'errore del catcher Gerard sul lancio in terza e Zappone va a segnare (4-5). Intanto però Di Fabio resta al piatto e Desimoni batte sull'interbase Duursma che brucia l'azzardato tentativo di Babini di arrivare in terza. Sul giro a vuoto di Retrosi (peraltro il miglior giocatore dei Pirati nella settimana europea) sfuma per l'ennesima volta il sogno riminese di tornare sul trono d'Europa. E' la terza sconfitta in finale negli ultimi 4 anni, un altro ko in casa a distanza di 13 anni dall'amarissima sconfitta con il Neptunus Rotterdam del 2003, anche quella volta per colpa dei bunt. Ce n'è abbastanza per definirla una maledizione.

Cristiano Cerbara

Nato a Rimini 38 anni fa, Cristiano Cerbara è entrato nel mondo del giornalismo sportivo dall'ottobre del 1998, ovvero da quando ha rivestito per quattro anni i panni di collaboratore esterno del quotidiano locale "La Voce di Rimini" curando principalmente e giornalmente le vicende calcistiche del Rimini e collaborando comunque anche per quanto riguarda il baseball fino a diventarne responsabile in prima persona dai play-off 2001. E nell'ottobre 2002 ecco il passaggio alla redazione del Corriere Romagna dove ha ricomposta la staffetta di baseball.it con l'amico Andrea. Ma quello per il "batti e corri" é un amore profondo, nato con un classico colpo di fulmine all'età di 19 anni. Era infatti il 1988 quando il baseball cominciò a fare parte della sua vita sfociando in una passione che lo ha portato a saltare (per cause di forza maggiore) appena 2 partite allo stadio dei Pirati di Rimini (le ultime ed ininfluenti della regular season 1997) negli ultimi 15 campionati. Sposato dal settembre del 2000 con Monica, collabora con "Il Biancorosso" (giornalino quindicinale che esce in occasione delle partite interne del Rimini Calcio) e con il settimanale "Romagna Sport". Segue con interesse il baseball delle Major League e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere dal vivo ad una partita di finale delle World Series ma per il momento si accontenta di entrare virtualmente nei templi del batti e corri a stelle e strisce consumando la sua Play-station a suon di fuoricampo e spettacolari prese in tuffo. Un altro desiderio forse irrealizzabile é quello di poter vedere un giorno il baseball italiano arrivare allo stesso grado di popolarità del calcio.

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