Mentre, in giro per l'Italia si susseguono gli incontri con le società e le cene di lavoro, in vista delle future elezioni federali, in Viale Tiziano a comandare è intanto lui: Riccardo Fraccari. In sella dall'8 dicembre 2001: 15 anni come Beneck, a un passo dal record di Notari (1985-2001). Magari è per questo che si sente parlare in giro di assemblea della FIBS a gennaio 2017.
Col presidente parliamo d'altro, visto che dall'ufficio stampa mi aveva fatto sapere che non avrebbe risposto a domande su candidati, cordate e cose collegate.
Partiamo così dal fatto che è un'epoca che sta per finire, e chiedo conferma ufficialmente-ufficiale al fatto che non ci sarà un Fraccari quinquies.
"L'ho detto quattro anni fa che questo sarebbe stato l'ultimo mandato e confermo assolutamente quanto detto sistematicamente in questi anni".
Passerai la mano l'8 di dicembre, data che dalla tua prima elezione è diventata un po' un tuo simbolo, con la Notte dei Diamanti?
"Diciamo che l'assemblea si farà entro l'anno, verso fine anno, più o meno sono quelle le date".
Veniamo allora a un primo bilancio su questo 2016?
"Diciamo che qualcosa si sta muovendo. Veniamo da anni terribili dal punto di vista economico, che hanno ridotto tanti progetti. Per quel che riguarda l'IBL, ad esempio, adesso abbiamo un Nettuno che si sta rimettendo in pista, il consolidamento di Parma. Per il resto, dai dati che sto guardando, vedo che c'è un netto sviluppo nei numeri a livello giovanile, anche se il nostro tallone d'Achille storicamente è il passaggio dai cadetti alla juniores, che rimane. Sicuramente un bilancio positivo è già quello sull'Accademia e l'interesse per i ragazzi da parte dei professionisti, che conferma come questa sia stata una scelta giusta. Valutazioni complessive più serie si potranno fare solo più avanti, anche perché c'è ancora gli Europei tutti da giocare".
Ecco, gli Europei. Cosa dobbiamo aspettarci?
"Come federazione mondiale ho innescato un meccanismo perverso aprendo ai professionisti. Adesso bisogna pensare in maniera diversa. Con la juniores l'Italia nelle ultime cinque edizione è stata quattro volte campione d'Europa. Quando si sale il gap aumenta. Noi dobbiamo fare questo altro salto di qualità. Ed essere primi in Europa non basta più. Come ho detto tante volte noi siamo un vagone e dobbiamo trovare la locomotiva che ci tira, e il traino non possono essere che i professionisti. E' stata fatta una selezione europea che ha giocato contro il Giappone e sopratutto una che ha partecipato all'Asia Winter League, a spese della federazione mondiale, e ha portato giovani prospetti, 12 dei quali italiani, a giocare per un mese ad altissimo livello e in inverno. Adesso voglio fare la stessa cosa con le leghe professionistiche invernali. Da sole Italia ed Europa non ce la possono fare ad essere un prodotto vendibile".
Ma che ordine di scuderia ha Mazzieri?
"Gli olandesi non hanno problemi, hanno possibilità di scegliere chi vogliono pescando nelle Antille. Per noi le generazioni degli italo americani stanno esaurendosi, e la nostra sfida dovrà essere quella di consolidare lo zoccolo duro della nazionale dando la possibilità ai nostri di giocare tutto l'anno e concentrare lì le risorse: per intenderci il Club Italia di una volta ma per la nazionale seniores".
Anche perché, World Baseball Classic a parte, adesso c'è anche la Premier 12, che tradotto in soldi significa?
"La Premier 12 vale un milione e duecentomila il Classic un milione e mezzo, e sono risorse per tutto il movimento".
Quindi all'Europeo una nazionale con i migliori possibili guardando al passaporto?
"Certo. Ma bisognerà però pensare non a giocatori a gettone, ma legati a un progetto italiano, proseguimento dell'Accademia".
Cosa troverà chi ti succederà?
"Io quando sono stato eletto la prima volta non avevo tante delle cose che ci sono adesso. Credo che il prossimo presidente federale avrà una base migliore da cui partire, poi dovrà portare del suo, correggere quel che c'è da correggere. Probabilmente potrà contare su un baseball alle Olimpiadi, con quel che ne consegue in contributi Coni".
Diversa anche la macchina federale oggi rispetto a 15 anni fa. Allora era una cinquecento, adesso è un Tir, da guidare in centro. Per un eventuale nuovo questo cosa significherà?
"Questa è una domanda capziosa. Certo anche con una Mercedes non vai da nessuna parte senza benzina, e io avevo dietro di me 16 anni di vicepresidenza con Notari. Io mi auguravo, quattro anni fa quando dissi che non mi sarei ricandidato, che ci fosse la voglia di mettersi attorno a un tavolo per costruire il dopo. Io per quel che mi sarà, se mi sarà richiesto una mano continuerò a darla a una federazione a cui ho dato tanto ma che mi ha anche dato tanto".
Dell'assemblea straordinaria dello scorso marzo a Parma cosa mi dici: è stato uno sbaglio?
"C'erano delle richieste del Coni da soddisfare in materia di statuto. Noi volevamo tornare in pratica a quello precedente, che lo stesso Coni allora ci aveva imposto di modificare con una norma che però adesso non è più cogente. E io continuo ad essere dell'idea che il voto unico di base per l'elezione del presidente sia giusta. Nessun secondo fine, nessuna regola ad personam, nessuna campagna, qualcuno invece ha voluto strumentalizzarla. Il presidente onorario c'era prima e c'è adesso, senza limiti. Il risultato è quello che le società minori continuano a contare poco o nulla".
Andando più indietro del 2016, qualcosa che non rifaresti di quel che hai fatto nel quadriennio: l'IBL?
"Anzi! L'IBL la rifarei assolutamente, se poi è stata letta o usata in maniera sbagliata… Il progetto originario con IBL-1, IBL-2, Under 21 probabilmente non l'avrei mollato se non fossi stato costretto dalla congiuntura economica".
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