Bologna vede la stella

Dopo una maratona di oltre 4 ore e mezza di gioco, è la Fortitudo a esultare ancora sul diamante dello "Stadio dei Pirati" portando così la serie sul 3-1. Gara4 è stata una vera e propria partita spartiacque per il suo svolgimento. L'avesse vinta Rimini (che comunque se la sta giocando assolutamente alla pari) dopo essere stata sotto ancora 0-3 al 1° inning esattamente come in gara3, non solo la situazione sarebbe in parità ma probabilmente l'inerzia sarebbe passata sulla sponda adriatica. Ma sono proprio i "se" a farla da padrone in casa neroarancione mentre la realtà vede Bologna a un passo dalla conquista del decimo scudetto.

Per raccontare l'incredibile serie di occasioni sprecate (e nemmeno la squadra di Frignani si è tirata indietro) servirebbe probabilmente un cantico della Divina Commedia. Limitiamoci a evidenziare le 14 valide battute dai Pirati (contro le 8 biancoblù) che unite alle 9 di gara3 fanno un totale di 23. Ventitre valide per partorire la miseria di 7 punti e quando si perdono due partite di una lungezza, è già detto tutto. Mettiamoci pure che anche stavolta la difesa bolognese è stata tutt'altro che immune da pecche (altri 3 errori sul groppone) e fanno 15 rimasti in base per Rimini (più 11 della serata precedente). Perché ha vinto due volte Bologna? Semplice: in una finale vince chi sa cogliere l'attimo. E in gara4 non poteva che toccare a capitan Liverziani trovare la valida al momento giusto, quella che all'11° inning ha portato i suoi sul 4-3, risultato raggiunto con il giovane Bocchi in pedana di lancio (appena 3 inning lanciati in tutta la stagione, oltre la finalina di Coppa Campioni) e salvato da De Santis su Zappone, che stavolta non è riuscito a vestire i panni dell'uomo della provvidenza per Rimini.

Frignani pesca risorse insospettabili da chi finora aveva visto poco il campo. Detto di Bocchi, non bisogna assolutamente dimenticare l'unico out, ma fondamentale, messo a segno da Cadoni, chiamato in causa per affrontare il mancino Desimoni al 10° con basi piene e un out. Quella è stata la madre di tutte le occasioni gettate al vento dai Pirati in una partita che difficilmente potrà essere dimenticata in casa neroarancione. Da ricordare anche la disastrosa serata di Ricardo Hernandez, il pitcher numero uno della rotazione riminese, capace di resistere sul monte per 0.1 con 3 pgl a carico. Non sono bastate però le ottime performance di Teran e Cubillan mentre il punto decisivo va a carico di Padron, ancora troppo preda dei ball. Dall'altra parte non ha brillato Zielinski come non aveva brillato Searle in gara3 ma con l'aiuto di tutti, Bologna è riuscita a conquistarsi due vittorie che valgono ben più di mezzo scudetto.

Cristiano Cerbara

Nato a Rimini 38 anni fa, Cristiano Cerbara è entrato nel mondo del giornalismo sportivo dall'ottobre del 1998, ovvero da quando ha rivestito per quattro anni i panni di collaboratore esterno del quotidiano locale "La Voce di Rimini" curando principalmente e giornalmente le vicende calcistiche del Rimini e collaborando comunque anche per quanto riguarda il baseball fino a diventarne responsabile in prima persona dai play-off 2001. E nell'ottobre 2002 ecco il passaggio alla redazione del Corriere Romagna dove ha ricomposta la staffetta di baseball.it con l'amico Andrea. Ma quello per il "batti e corri" é un amore profondo, nato con un classico colpo di fulmine all'età di 19 anni. Era infatti il 1988 quando il baseball cominciò a fare parte della sua vita sfociando in una passione che lo ha portato a saltare (per cause di forza maggiore) appena 2 partite allo stadio dei Pirati di Rimini (le ultime ed ininfluenti della regular season 1997) negli ultimi 15 campionati. Sposato dal settembre del 2000 con Monica, collabora con "Il Biancorosso" (giornalino quindicinale che esce in occasione delle partite interne del Rimini Calcio) e con il settimanale "Romagna Sport". Segue con interesse il baseball delle Major League e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere dal vivo ad una partita di finale delle World Series ma per il momento si accontenta di entrare virtualmente nei templi del batti e corri a stelle e strisce consumando la sua Play-station a suon di fuoricampo e spettacolari prese in tuffo. Un altro desiderio forse irrealizzabile é quello di poter vedere un giorno il baseball italiano arrivare allo stesso grado di popolarità del calcio.

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