Mayora rimanda il verdetto

Seguendo il classico motto bostoniano "not in our home", Rimini annulla il primo match-point scudetto della UnipolSai riportando quindi la serie al "Falchi" dove sabato si giocherà gara6. Il merito principale della squadra di "Pepita" Munoz è stato senza dubbio quello di lavare il cervello dalle pericolosissime scorie di una gara4 che grida ancora vendetta e il cui esito avrebbe potuto azzerare il morale neroarancione. Invece testa bassa e immediata aggressione sui lanci di Panerati, sorpreso al 1° attacco dal doppio di Retrosi e dal singolo vincente di Flores. Rimini in vantaggio per prima, non era mai accaduto in questa serie scudetto.

Bologna non si sfalda anche se per tre riprese va in bianco contro un Richetti che pare in serata decisamente positiva ma al 4° cambia lo scenario perché il partente dei Pirati va in ball e dopo il legno di un Marval sempre ispirato nel box (altri 2 doppi) regala il pareggio con tre "walk". Se l'abbrivio era stato di chiara marca riminese, non sfruttato pienamente soprattutto per colpa del remake del 10° inning di gara4 (al 2° con basi piene e un solo out, ancora "k" Desimoni e ancora "F6" Retrosi), a metà partita il settore occupato dai tifosi felsinei comincia a sentire profumo di scudetto. Dopo l'uscita di Richetti, è Corradini a subire al 6° il punto del vantaggio ospite battuto a casa da Grimaudo. Non solo. Il rilievo accusa un problema al braccio e deve alzare bandiera bianca sostituito da Rivera.

Ma ecco che entra prepotentemente in scena Daniel Mayora. Reduce da un poco edificante 3/20 nella serie finale, il prima base rimette le cose a posto al cambio di campo con il solo-homer che scava anche la crepa decisiva in Panerati, sostituito da Pizziconi sulla successiva valida interna di Ramos. E mentre Rivera tiene a bada il line-up biancoblù, la vera svolta arriva al 7°. Il manager Frignani decide di passare in base il mancino Flores con due in base, due fuori e la prima libera. Dopodichè ecco il cambio De Santis-Pizziconi per affrontare Mayora. Decisione rischiosa che non paga perché il rinfrancato slugger battezza l'ex grossetano addirittura con un grande slam al centro che affossa la partita (6-2). Vince Rivera, Rimini mette altri due punti sul tabellone all'8° e torna al Falchi con rinnovata fiducia. Stavolta i numeri parlano diversamente dalle precedenti due partite in riva al Marecchia: 8 punti con 8 valide e solo 6 rimasti in base mentre Bologna di corridori sui cuscini ne lascia ben 13.

Cristiano Cerbara

Nato a Rimini 38 anni fa, Cristiano Cerbara è entrato nel mondo del giornalismo sportivo dall'ottobre del 1998, ovvero da quando ha rivestito per quattro anni i panni di collaboratore esterno del quotidiano locale "La Voce di Rimini" curando principalmente e giornalmente le vicende calcistiche del Rimini e collaborando comunque anche per quanto riguarda il baseball fino a diventarne responsabile in prima persona dai play-off 2001. E nell'ottobre 2002 ecco il passaggio alla redazione del Corriere Romagna dove ha ricomposta la staffetta di baseball.it con l'amico Andrea. Ma quello per il "batti e corri" é un amore profondo, nato con un classico colpo di fulmine all'età di 19 anni. Era infatti il 1988 quando il baseball cominciò a fare parte della sua vita sfociando in una passione che lo ha portato a saltare (per cause di forza maggiore) appena 2 partite allo stadio dei Pirati di Rimini (le ultime ed ininfluenti della regular season 1997) negli ultimi 15 campionati. Sposato dal settembre del 2000 con Monica, collabora con "Il Biancorosso" (giornalino quindicinale che esce in occasione delle partite interne del Rimini Calcio) e con il settimanale "Romagna Sport". Segue con interesse il baseball delle Major League e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere dal vivo ad una partita di finale delle World Series ma per il momento si accontenta di entrare virtualmente nei templi del batti e corri a stelle e strisce consumando la sua Play-station a suon di fuoricampo e spettacolari prese in tuffo. Un altro desiderio forse irrealizzabile é quello di poter vedere un giorno il baseball italiano arrivare allo stesso grado di popolarità del calcio.

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