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Tripudio Cubs, campioni della National League

Dopo un'attesa lunga 71 anni i Chicago Cubs riescono nell'impresa di conquistare la più antica delle leghe che compongono la Major League. In gara-6, la prima a Chicago dopo la trasferta di Los Angeles, i "North Siders" annientano un fin qui perfetto Clayton Kershaw (7 valide, tra cui 2 fuoricampo, 4 strike-ou, 5 punti subiti in altrettanti inning lanciati), lasciato forse troppo solo sul monte di lancio. Gli oltre 42.000 presenti al Wrigley Field sono così riusciti finalmente a vedere i loro beniamini vincere la National League per la prima volta dal 1945. I collegamenti video fuori dallo stadio e per i pub delle città raccontano, casomai ce ne fosse mai stato bisogno di un popolo intero in trepidazione ed in attesa di veder finalmente la propria franchigia lottare per la conquista dell'anello. Il primo capolavoro del manager Joe Maddon è stato forse proprio quello di essere riuscito ad isolare il suo roster da tutta questa aspettativa, da questa tensione che man mano che la stagione andava avanti cresceva attorno alla squadra. E così nelle varie interviste che sono state fatte nel corso dell'anno, ma ancora di più durante queste post-season si vedevano i volti distesi e sorridenti dei vari Kris Bryant (24 anni), Addison Russell (22 anni), Anthony Rizzo (27 anni), Willson Contreras (24 anni), e di tutti i giocatori di questo storico roster, rispondere candidamente che si, conoscevano la storia della Maledizione della Capra, ma che erano vecchie storie con le quali loro, giovani figli del nuovo millennio, in realtà non avevano nulla a cui spartire. Un mantra che ci siamo sentiti ripetere anche questa mattina all'alba, quando la domanda è stata loro posta al termine della vittoria per 5-0 che ha portati la serie sul definitivo 4-2. Maddon aveva iniziato già dagli spring training questa opera di "allentamento" delle aspettative sui proprio ragazzi mischiando spesso le carte, tanto da chiudere la sessione primaverile al penultimo posto della Cactus League con appena 11 vittorie e 19 sconfitte, salvo poi ricompattare la squadra quando i giochi sono diventati seri. Ritornando alle National League Championship Series, avevamo lasciato Chicago e Los Angeles sul 2-2 con l'ultima gara da disputare al Dodgers Stadium. Sul monte di lancio Jon Lester per gli ospiti e Kenta Meda per i padroni di casa aprono le danze davanti a quasi 55.000 presenti. Il giapponese subisce il primo punto con un doppio di un redivivo Anthony Rizzo, che riporta a casa Fowler. Lester vede sporcare il suo score alla quarta ripresa con una rimbalzante di Adrian Gonzalez che spinge al pareggio Kendrick. Al sesto inning, con il rilievo Blanton sul monte, un fuoricampo (il secondo in questa serie), di Addison Russell spinge a casa Baez per il provvisiorio 1-3. Ma sarà all'ottava ripresa che i Cubs dilagheranno. Con due giocatori sulle basi, i singoli consecutivi di Dexter Fowler, che spinge a casa Russell, e di Kris Bryant, che permette a Contreras di correre a casa, innervosiscono molto Pedro Baez, il rilievo dei Dodgers che però, prima di essere sostituito, riesca a regalare la base per ball a Bryant. Ross Stripling prende il posto di Baez ma viene colpito subito da un doppio di Javier Baez che porta il parziale sull'1-8 per Chicago. La reazione di Los Angeles si limita ad un doppio di Carlos Ruiz su Pedro Strop che porta a casa Toles all'ottavo ed un singolo di Josh Reddick seguito dalla volata di sacrificio di Andrew Toles che portano a punto rispettivamente Gonzalez e Pederson, entrambi all'ultima ripresa ed entrambi su Aroldis Chapman che chiudono la gara sul 4-8. Un giorno di pausa e la serie riprende al Wrigley Filed con i padroni di casa che si giocavano la possibilità di avere 2 match-point forti del vantaggio di 3-2 nella serie. I Cubs si erano già trovati per due volte in situazioni analoghe: contro i San Diego Padres nel 1984 (avanti per 2-0 con la serie che allora era al meglio delle 5), e soprattutto contro i Florida Marlins nel 2003 (la serie compromessa dal povero Steve Bartman), ed in entrambe le occasioni i Cubs erano rimasti vittima delle loro incertezze ed inesorabilmente della Maledizione della Capra. Le premesse non erano delle migliori visto anche che sul monte di lancio saliva un certo Clayton Kershaw che fino a quel momento, in queste post-season, era stato pressochè perfetto. Contro di lui il candidato Cy Young Award Kyle Hendricks, soprannominato "Il Professore" che ha chiuso l'anno con 16 vittorie 8 sconfitte ed una media ERA di 2.13 in 190 inning lanciati, la media ERA più bassa della MLB. "The Professor" è il primo lanciatore dei Cubs a vincere questa speciale classifica dal 1945 in National League e dal 1938 in tutta la MLB. Il 26enne partente destro è rimasto sul monte per 7.1 solidissimi inning nei quali ha concesso appena 2 valide (una in apertura di primo inning ed un'altra all'ottava ripresa), contro 6 strike-out. Di contro Kershaw ha sofferto da subito le mazze dei padroni di casa. Al primo inning, con ancora nessun eliminato, si becca un doppio da Fowler che viene riportato a casa dal singolo di Kris Bryant al turno di battuta successivo. Il tempo di osservare l'esterno sinistro Toles ciccare una facile eliminazione su una battuta alta ma non profonda di Rizzo, che una volata di sacrificio di Zobrist porta il parziale sul 2-0. Kershaw, che aveva chiuso gara2 con 2 valide concesse in 7 inning lanciati, ritrova il controllo della fastball e chiude l'inning. La sensazione che lascia però è che non riesca a controllare né la slider né la curva, gli altri sui marchi di fabbrica. Questa sensazione di instabilità del partente mancino cresce alla ripresa successiva, quando Dexter Fowler spinge a casa Russell per il terzo punto della gara, e soprattutto al quarto, quando si becca il primo fuoricampo della serie da Willson Contreras. Lascia perplesso l'atteggiamento di Dave Roberts che non è mai andato a trovare il suo partente per farlo respirare, per scambiare un rapido consiglio. Clayton Kershaw è rimasto sempre solo con i suoi pensieri sul monte fino al momento della sua sostituzione, alla quinta ripresa, dopo il fuoricampo di Anthony Rizzo per il definitivo 5-0. La partita si trascina senza grandi sussulti fino al nono inning con un buon controllo del rilievo di LA Kenley Jansen, che affronterà i successivi 3 inning senza concedere nulla regalandosi 4 strike-out. Il bullpen di Chicago presenta invece Aroldis Chapman al posto di Hendricks, che concederà 1 sola base per ball in 1.2 inning lanciati con uno strike-out. Così, con la rimbalzante di Puig che innesca un doppio gioco perfetto della difesa dei Cubs, i fan dei "£North Siders" possono finalmente scatenarsi e dare il via alla festa, con la tv che inquadra uno dei piùgrandi artefici di questo successo, que Theo Epstein, già capace di costruire a Boston la squadra capace di distruggere la Maledizione del Bambino grazie alla vittoria delle World Series del 2004 e che ora, a soli 42 anni, può divenire l'artefice di quest'altra fantastica ed incredibile favola.

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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