La Fibs volta dunque pagina. Dopo quindici lunghi anni il livornese Riccardo Fraccari lascia la presidenza della Federazione Baseball e softball per dedicarsi allo sviluppo del movimento nel mondo: dal 2009 è presidente Ibaf e dal maggio 2014 guida anche la World Baseball Softball Confederation, decisiva per il ritorno alle Olimpiadi.Sabato all'assemblea elettiva di Salsomaggiore Alberto Antolini, Massimo Fochi e Andrea Marcon si contenderanno la poltrona di Fraccari, che saluterà il movimento con una lunga e dettagliata relazione.
«Sono stato quindici anni alla presidenza – dice Fraccari – ma la mia avventura nella Fibs è iniziata addirittura 32 anni anni fa, dalla presidenza del Comitato nazionale arbitri, al primo consiglio federale al fianco di Aldo Notari nel 1984». Nel 1989 arrivò la promozione a vicepresidente, incarico ricoperto per undici anni, fino al 2000. Dopo l'uscita di scena del presidente Notari, spodestato da Everardo Della Noce, venne eletto nel consiglio. L'8 dicembre 2001 diventò presidente, con uno scarto di 216 preferenze su Bruno Bertani (1.327 contro 1.111). E per quindici anni (un primato che condivide con Bruno Beneck e Aldo Notari) è stato lui il punto di riferimento per il movimento del baseball e softball italiano, uscendo da vincitore per quattro assemblee, prima di annunciare, nel 2013 l'intenzione di farsi da parte.
Arbitro di valore internazionale (ha diretto la finale dei Mondiali in Corea nel 1982 e delle Olimpiadi di Los Angeles 1984 ed è stato il miglior arbitro ai Mondiali di Cuba 1984), Fraccari è stato anche un valido dirigente di società: negli anni Novanta fu il general manager del Bc Livorno che portò dalla serie B all'allora A1, nel 1996. E' stato Fraccari a dar vita, nel 2007, all'italian Baseball league che, nelle intenzioni, doveva essere il primo passo verso il professionismo e che ora è costretta a fare un passo indietro ("Io fui il primo a lanciare l'allarme e a chiedere un ridimensionamento", tiene a precisare il presidente uscente). Grazie a Fraccari l'Italia ospitò il Mondiale 2009, il più importante di sempre, con 22 nazioni partecipanti.
E' tempo di bilanci. Presidente, qual è stata la vittoria più grande della sua gestione?
«Sarebbe scontato dire aver riportato il baseball e il softball alle Olimpiadi, ma preferisco ricordare il progetto che ha messo l'atleta al centro del movimento e che abbiamo sviluppato con la creazione dell'Accademia, con il Torneo delle Regioni, il Verde azzurro e il Verde rosa; abbiamo sviluppato la scuola italiana con la pulitura dai doppi passaporti. Tengo a precisare che dal 1995 abbiamo aumentato il numero dei tesserati».
C'è qualcosa di cui si rammarica, che non è andato come sperava?
«Non sono riuscito a completare il progetto dell'Ibl, con la nascita del farm-system all'americana, anche perché sono incappato in un periodo buio per la nazione, per lo sport italiano».
Cosa lascia in eredità?
«Lascio una Fibs che può guardare al futuro con serenità e fiducia. Tanto per cominciare abbiamo garantito ai nostri atleti di continuare a cullare il sogno olimpico».
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