Con ancora negli occhi la fantastica, emozionante e rocambolesca gara7 delle scorse World Series, degno epilogo di una serie piena di capovolgimenti di fronte e colpi di scena, dopo 151 giorni da quel 2 novembre che ha sancito la fine di una della più longeva maledizione del mondo ("The course of the Billy Goat"), dello sport professionistico americano, riparte la MLB. Il calendario prevede per il prossimo 2 aprile l'Opening day tra Cardinals ed i campioni in carica dei Cubs nel pomeriggio, ed a seguire i Rays ospiteranno gli Yankees ed D-Backs accoglieranno i Giants. Il giorno dopo scenderanno in campo tutte le altre franchigie ed il campionato 117 dell'era moderna del baseball avrà terminato il suo rodaggio. La Regular Season, che prevede le solite 162 partite per franchigia, andrà avanti fino al prossimo 1 ottobre, mentre le post-season sono previste a partire dal 3 ottobre. L'88esimo All Star Game si svolgerà quest'anno al Marlins Park di Miami, e per la prima volta dal 2002 non determinerà il fattore campo alle prossime World Series. Una delle novità di questa stagione riguarderà proprio l'assegnazione del vantaggio di casa per la serie finale, che verrà concesso alla squadra con il miglior record in Regular Season. Le World Series si disputeranno a partire dal 24 ottobre e l'eventuale gara7 è in calendario il 1 novembre 2017. Così come prevesito dal 2013 tutte le squadre affronteranno le rivali di Division per 19 volte, per un totale di 76 incontri, le rivali di Lega per 6 o 7 volte, per un totale di 66 incontri, ed avranno in calendario 20 gare di Interleague. A proposito di queste, eccezion fatta per le "stracittadine" (o per il "rivale designato"), avranno priorità gli incontri tra franchigie di AL East contro NL Central, AL Central contro NL West, ed AL West contro NL East. C'è curiosità per il nuovo regolamento, inserito non senza strascichi polemici dei puristi del "batti&corri", per tentare di velocizzare il gioco dal Commissioner Rob Manfred.
Ovviamente la corsa sarà sui Chicago Cubs, che per la prima partita da campioni dopo 108 anni indosseranno delle casacche speciali con rifiniture color oro. Il palmares dei "North Siders" parla di altri due titoli vinti prima di quello del 2016, e fu un "back-to-back" (1907-1908). Vero è che il baseball di questo millennio non ha mai visto franchigie vincere l'anello per due anni consecutivi, anche se gli Yankees di Joe Torre, ultimi a fare un "filotto", ne conquistarono tre dal 1998 al 2000. Il roster prevede un monte di lancio di tutto rispetto con Kyle Hendricks e Jake Arrieta, che sembrano crescere ogni anno di più e due "eterni giovanotti" come Jon Lester e John Lackey. Per questi ultimi due c'è qualche dubbio sulla tenuta dovuto alla carta d'identità, ma il bullpen è stato sufficentemente rafforzato. Sul diamante quest'anno i Cubs potranno contare su un Kyle Schwarber in più visto che lo scorso anno ha subito un brutto infortunio al ginocchio dopo appena due partite di campionato ed è tornato disponibile (come battitore designato o come pinch-hitter), solo per le World Series, ed in più può contare sul gruppo storico Kris Bryant, Anthony Rizzo e Ben Zobrist. Il nuovo swing di Jason Heyward e la crescita di Willson Contreras e Javier Baez dovrebbero essere sufficienti per tornare a vincere la Division anche se a contendere il titolo sembrano essere tornati forti proprio St.Louis, primi avversari di questa nuova stagione. Nonostante la cessione di Alex Reyes, che potrebbe indebolire ulteriormente il monte di lancio (vero problema dei Cards nel 2016), la rotazione dei partenti può contare su Carlos Martinez, Adam Wainwright, Mike Leake, Lance Lynn e Michael Wacha. Il roster di Mike Matheny ha perso Matt Holliday e Brandon Moss ma a far compagnia a Matt Carpenter e Aledmys Díaz è arrivato Dexter Fowler, sfilato proprio ai Cubs, che copre un altro problemino del 2016, l'esterno centro. Non sembra alla portata di Pittsburgh la possibilità di vincere la Central Division. I Pirates hanno tre ottimi partenti come Gerrit Cole, Jameson Taillon e Ivan Nova, ma dietro di loro non c'è profondità. Se Andrew McCutchen e Starling Marte torneranno ai loro livelli i Pirates potrebbero regalarsi qualche sorpresa. Anno di transizione invece per Cincinnati e Milwaukee. I Reds potrebbero vedere migliorare le prestazioni dei giovani lanciatori Raisel Iglesias, Tony Cingrani e Michael Lorenzen e sperare che l'attacco venga trascinato dal trio Joey Votto, Billy Hamilton e Jose Peraza. I Brewers hanno dato il via al processo di ricostruzione ed i giovani Keon Broxton e Jonathan Villar sono le nuove stelle emergenti di questo roster che può contare sull'esperienza di Ryan Braun, che sta dimostrando di poter dare ancora qualcosa a questo sport. Da osservare il giovane Orlando Arcia ed il trio di nuovi acquisti Eric Thames, Travis Shaw e Jett Bandy, presi per garantire la giusta esperienza al roster. Sul monte di lancio potrebbe proseguire la corsa di Junior Guerra e Zach Davies.
Nella East Division non possono più nascondersi i Washington Nationals hanno aggiunto al loro roster elementi chiave come l'esterno Adam Eaton, il catcher Matt Wieters, il seconda base Stephen Drew, ed il 36enne lanciatore Joe Blanton. Un mercato chirurgico che ha rafforzato una franchigia già molto competitiva con la quale il roster di Dusty Baker può candidarsi alla conquista della National League. Gli unici in grado di impensierire i Nats nel girone sono i Mets. New York lo scorso anno è stata molto prolifica in attacco ma i problemi di prima, terza base e nel ruolo di catcher hanno vanificato la potenzialità offensiva. Se la tenuta fisica di Jose Reyes, Lucas Duda e Travis d'Arnaud regge potrebbe essere sufficiente per migliorare le prestazioni rispetto alla scorsa stagione. Sul monte di lancio Noah Syndergaard è uno dei migliori partenti che ci sia, Jacob deGrom non è molto indietro rispetto a "Thor" e Steven Matz, Matt Harvey e Robert Gsellman sono un cast di supporto invidiabile. Il problema dei Metropolitans è nella ristretta qualità del roster anche se giovani come l'esterno Brandon Nimmo e l'interbase Gavin Cecchini, che si sono messi in evidenza agli ultimi WBC con la casacca dell'Italia, potrebbero risolvere qualche problema. A proposito di guai, la sospensione di 15 giorni che la Lega ha imposto al closer Jeurys Familia per aver violato la condotta personale imposta dalla MLB (è stato condannato per un episodio violenza domestica circa 4 mesi fa), è una cosa con cui Terry Collins deve fare i conti. Dietro il duo Washington – New York, la sorpresa potrebbe essere quella di Miami. La morte di Jose Fernandez, ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di tutte le persone che lo conoscevano e nella rotazione dei partenti dei Marlins che hanno scelto di dare profondità al bullpen con l'arrivo di Edinson Volquez, Dan Straily, Brad Ziegler e Junichi Tazawa che completano la roptazione dei partenti e coprono qualche mancanza dei rilievi dello scorso anno. Giancarlo Stanton, Martin Prado, Justin Bour e Dee Gordon devono garantire qualità al reparto offensivo che lo scorso anno ha chiuso al 13esimo posto nel ranking di punti realizzati in NL. Si apprestano a vivere un altro anno di transizione invece, nonostante abbiano operato bene nelle offseason, Atlanta e Philadelphia. I Braves, dopo il pessimo inizio dello scorso anno e con la conferma di Brian Snitker, arrivato alla guida del roster lo scorso 17 maggio, che ne aveva risollevato in parte le sorti, provano a risalire la china. Quest'anno, a differenza delle passate offseason, la proprietà ha messo insieme un roster rispettabile con gli arrivi di veterani affermati come Matt Kemp, Brandon Phillips, Bartolo Colon, R.A. Dickey, Jaime Garcia e Kurt Suzuki, chiamati a dare una mano alle stelle di questo roster Freddie Freeman e Ender Inciarte, e che portanno aiutare i giovani a crescere. Su tutti c'è attesa per l'interbase Dansby Swanson, che ha debuttato il MLB lo scorso 17 agosto e sembra pronto per una stagione da protagonista. Al alla rotazione di partenti Aaron Nola, Jerad Eickhoff, Vince Velasquez e Jeremy Hellickson è stato aggiunto Clay Buchholz che garantisce solidità e profondità, e gli innesti di Pat Neshek e Joaquin Benoit, migliorano la situazione dei rilievi. Howie Kendrick e Michael Saunders arrivano per migliorare il potenziale offensivo che lo scorso anno vedeva Tommy Joseph e Maikel Franco a predicare nel deserto.
La West Division di NL racconta una storia molto particolare che ha per protagoniste due franchigie, quella di San Francisco, l'unica in gradi di vincere 3 titoli in questo millennio (2010, 2012, 2014) e quella di Los Angeles, capace di vincere quattro pennant di Division consecutive (2013-2016). I Giants, che nella prima parte della scorsa stagione hanno dominato il girone, per poi cedere lo scettro a LA, ha individuato nel closer uno dei punti deboli del roster e si è rafforzata con l'arrivo dell'ex Nationals Mark Melancon, ma sul monte ha perso il rilievo Sergio Romo, che lasciato i "Gigantes" proprio per i Dodgers. La rotazione dei partenti gode di quattro "starting pitcher" di assoluto valore come Madison Bumgarner, Johnny Cueto, Jeff Samardzija e Matt Moore con con Matt Cain promosso nello spot numero 5. Per colmare la distanza dai Dodgers sarà sufficiente migliorare la potenza offensiva chiedendo un ulteriore sforzo a Buster Posey, Hunter Pence e Joe Panik. Dal canto suo Los Angeles può contare sulla continuità. Corey Seager è una superstar emergente, e Justin Turner, Adrian Gonzalez, Joc Pederson, Yasmani Grandal ed il nuovo arrivo Logan Forsythe, che sistema il punto debole dello scorso anno, la seconda base, sono un ottimo cast di supporto. L'arma in più potrebbe essere la costanza di Yasiel Puig, che se veramente maturato, potrebbe far compiere ai Dodgers un ulteriore passo in avanti. L'arrivo di Sergio Romo, strappato ai Giants, rafforza i rilievi. A proposito del monte di lancio, la rotazione dei partenti di LA annovera uno dei migliori lanciatori del mondo, Clayton Kershaw, con Kenley Jansen e Rich Hill che seguono in successione. Tra le due contendenti, in quello che sarà probabilmente uno dei giorni più equilibrati della MLB, spuntano le possibili "underdog" Rockies e D-Backs, entrambe con nuovi manager, Bud Black per Colorado e Torey Lovullo per Arizona alla guida di roster interessanti. Colorado ha piazzato il colpo Ian Desmond in prima, anche se il destino avverso lo ha fatto infortunare negli spring training ("hit-by-pitch" e frattura del metacarpo dell amano sinistra con conseguente intervento chirurgico), che andava a completare un reparto offensivo che già annovera Nolan Arenado, Carlos Gonzalez, Charlie Blackmon, DJ LeMahieu, e David Dahl. Anche la il monte di lancio, che già ha fatto vedere molto nel 2016, avrebbe dovuto consolidarsi con le conferme di Jon Gray e Tyler Anderson Chad Bettis e Chris Rusin. Ma l'infortunio di Anderson e la chemioterapia di Bettis (cancro ai testicoli per il 27enne texano), minano seriamente le ambizioni di Colorado. Per Bettis, a cui ovviamente vanno prima di tutto tutti i nostri auguri per una pronta guarigione, si riparlerà di giocare dopo l'All Star Game. Per Arizona si tratta di raccogliere i cocci dopo il deludente 2016. Per la rotazione dei partenti a far compagnia a Zack Greinke, Patrick Corbin, Robbie Ray e Shelby Miller arriva Taijuan Walker che da Seattle fa il viaggio insieme a Chris Iannetta chiamato a dare spessore al reparto offensivo che verrà molto aiutato se Paul Goldschmidt si riprenderà dal suo "down". A chiudere la Division si San Diego Padres che hanno nella ritrovata buona salute di Wil Myers il loro motivo di interesse. La trasformazione di Christian Bethancourt da catcher/utility player a lanciatore prosegue ed è un altro spunto di intersse. Per il resto il roster di Andy Green non potrà far molto di più che far proseguire nella maturazione le giovani speranze Manuel Margot, Austin Hedges, Hunter Renfroe e Ryan Schimpf.
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