Punto e a capo. Per la terza volta nella sua storia il Milano riparte dalla serie C: una scelta non facile, che ha significato mettere per il momento tra parentesi l'avventura della franchigia, ma una scelta dettata da due esigenze fondamentali. Una economica, perché purtroppo le risorse attuali della società sono decisamente ristrette e condizionate anche dalle spese assurde degli ultimi anni sul fronte del Kennedy, e l'altra proprio legata al recupero del campo di via Olivieri che è diventata una priorità assoluta nelle attività. Una scelta che non ha peraltro condizionato l'attività degli atleti che hanno deciso di restare a giocare in serie A con il Senago, ma che consente anche di valorizzare ulteriormente il vivaio, puntando su una prima squadra molto giovane affidata a un tecnico di grande carisma come Marco Fraschetti, protagonista con la maglia del Milano tra il 1981 e il 1998. Con lui a dare man forte alla squadra tre reduci della serie A dello United 2016, ovvero Nicola Bancora, Enrico Malli e Giovanni Vialetto, più due nuovi "acquisti" come il nettunese Mercuri (ex-Trieste) e il catcher americano Turner.
Domenica dunque il Milano torna finalmente al Kennedy per affrontare il Sannazzaro nella prima giornata di campionato, forte anche dei successi della pre-season che hanno visto la squadra di Fraschetti approdare ai quarti di finale della Coppa Italia di categoria. E il ritorno al Kennedy è particolarmente significativo se si pensa che la squadra mancava dal suo storico stadio in pratica da 8 stagioni, tutte quelle targate United, con la sola eccezione di due incontri giocati con il Verona nel 2011 e con il Bollate il 7 aprile 2013, ultima apparizione in una partita di campionato nello stadio milanese.
Dopo 4 anni, dunque, finalmente si può tornare nello storico impianto di via Olivieri e questa volta per giocarci anche con una certa continuità. Chiaramente è uno stadio che deve ancora fare i conti con parecchie inadeguatezze, a partire dal tabellone segnapunti completamente fuori uso, ma almeno si può ripartire con qualche prospettiva concreta.
"Abbiamo dovuto sospendere l'esperienza della franchigia United – spiega il presidente Alessandro Selmi – per due ragioni sostanziali: per motivi economici, ma anche perché non potevamo permetterci di impiegare le nostre poche risorse per una prima squadra che non giocava mai a Milano. Non aveva senso. Così abbiamo preferito privilegiare il recupero del nostro campo, tornare a contatto con la città. Questi otto anni di collaborazione con Senago hanno comunque rappresentato un esperimento utile per far crescere i nostri giovani, facendoli giocare ad alti livelli. Speriamo di poter riprendere il discorso in futuro".
Una svolta importante alla vigilia di quello che è il 70 campionato affrontato dal Milano, un record nel panorama italiano, visto che nessuna delle squadre che parteciparono alla prima edizione del 1948 è ancora in attività. E se è fortunatamente solo la terza volta che il Milano affronta la serie C, le altre stagioni lo hanno visto protagonista di 8 tornei di serie B, 20 di serie A2 e ben 39 di serie A1, l'attuale IBL. Non solo, ma le statistiche dicono che il Milano si appresta a disputare la 2200a partita di campionato della sua storia, visto che se ne è messe alle spalle 2198 con 1295 vittorie, 900 sconfittetonde tonde e 3 pareggi omologati ufficialmente. Con una media "vita" di 589 per chi ama leggere le classifiche in base a questo valore.
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