Giovani che al momento giusto non sbagliano un colpo, i più esperti che nelle situazioni difficili battono la valida decisiva, come Peppe Mazzanti in gara due contro Padova. Un mix – non sembri azzardato – che ricorda il Nettuno degli anni d'oro. Quello nato dalla finale persa ad Anzio contro il Rimini, nel 1988, e poi vincente negli anni '90. Alberto D'Auria era in campo in quella finale, aveva 21 anni come oggi Leonardo Colagrossi, ad esempio, uno dei migliori nel momento del Nettuno che ha vinto le ultime tre gare e ha approfittato dello scontro diretto fra Unipol e T&A per agganciare proprio i "Titani".
Alberto D'Auria, oggi, è il manager e sta dosando con sapienza i ragazzi alle sue dipendenze. Certo, ritrovarsi Federico Giordani prima del via e Leonardo Colagrossi che altrimenti sarebbero stati negli Usa è stato un bel regalo, ma al Nettuno al secondo posto forse non credeva nemmeno lui alla vigilia. Sia chiaro, ai cronisti che erano al "Borghese" alla vigilia del via ha detto chiaramente che l'obiettivo erano i play off (minimo sindacale, ovvio) e quando si arriva lì non è mai certo quello che può succedere, ora farà gli scongiuri nel leggere che al momento sembra che tra i due litiganti – Bologna e San Marino – il terzo possa godere.
L'Angel Service Nettuno ai play off c'è già, la rotazione dei lanciatori sta funzionando sia nel primo sia nel secondo incontro, l'alternanza Davenport-Trinci dietro al piatto pure, la difesa nei momenti topici non sbaglia. Un paio di doppi giochi nella seconda sfida al Rimini, per esempio, dicono che il Nettuno pur al terzo posto in attacco (253 di media) e quarto sul monte (2.82 pgl) e per errori commessi (25) è quando la partita entra nella fase topica che viene fuori. Sellaroli ha 20 anni ma in seconda ha commesso un solo errore, finora, e la stoffa è quella del veterano. Mercuri, al quale è affidato il delicato ruolo di interbase, ha sbagliato molto (8 errori) ma va ricordato che ha solo 23 anni ed è quello che ha giocato più azioni in difesa. Imperiali, spostato in prima ormai da tempo, è una garanzia, come Ennio Retrosi – a non ancora 30 anni fra i più esperti – all'esterno centro. Gli stranieri? Fanno il loro, bene ad esempio la coppia Uviedo-Cesar sul monte.
Insomma, l'Angel Service al secondo posto sembra tutto fuorché un fenomeno passeggero o una sorpresa. Anzi, pare proprio il frutto delle cose fatte come si deve.
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