Rimini campione d'Italia

E' una notte colorata di nero e arancione quella che comincia attorno alle 23.20 allo Stadio dei Pirati. Rimini è campione d'Italia per la tredicesima volta, 42 anni dopo il primo scudetto. Un cappotto, una finale senza pecche e non è una rarità per i Pirati, anzi: per la quinta volta infatti, i romagnoli hanno vinto la finale senza concedere successi agli avversari. Contro Nettuno nel 1988 e 2000, contro Bologna nel 1992 e 2015 e ora contro i "cugini" sammarinesi.
La T&A si è dimostrato avversario valido e combattivo, mai però seriamente in grado di svoltare una serie che si era messa malissimo dopo le prime due partite. I numeri sono spesso lo specchio di una stagione. Quelli delle tre finali dicono che la truppa di Marco Nanni non è mai affondata nel punteggio, fatta eccezione per il nono inning di garadue, lo conferma il fatto che due partite si sono decise per un punto. Quelli di ieri sera parlano di un San Marino che ha battuto tre valide, di cui due al secondo inning e una, il solo-homer di Reginato al quarto, tra l'altro è stato l'unico vantaggio sammarinese della serie.
Da quel momento buio totale del line-up biancazzurro, con il solo Chiarini ad arrivare in base sul'errore di Infante, Hernandez (mostruoso con 10 strike-out) con sette out di fila e Rosario con nove eliminazioni consecutive.
D'altronde è difficile costruire qualcosa di buono quando i primi quattro del line-up chiudono a 0/16. Rimini anche ieri ha fatto molto di più, sprecando anche parecchio, non sfruttando al quarto gli uomini agli angoli e zero eliminati, al sesto altri due corridori in posizione punto e anche negli inning dove sono arrivati i due punti, i padroni di casa potevano anche segnare qualcosa in più.
Alla fine l'eroe dello scudetto è Lino Zappone, insostituibile jolly nello scacchiere di Ceccaroli. Al quinto sull'ottimo Kimborowicz ha mandato a casa Celli con un batti e corri che è diventato un doppio e all'ottavo su Nieve ha trovato lo spazio giusto verso l'esterno sinistro consentendo a Vasquez di segnare il punto scudetto. Se è vero il detto "Rimini ai riminesi", nel giorno in cui Paolo Ceccaroli, riminese doc, vince il tricolore al primo colpo, a un altro made in Rimini, Federico Celli, viene consegnato il premio come mvp delle finali con 5/10 nel box.

Il tabellino

 

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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