I Dodgers strapazzano i Cubs a Chicago con un 11-1 che non lascia spazio ad interpretazioni, conquistano il "pennant" della National League dopo oltre 29 anni da quel 12 ottobre del 1988 che sancì, per l'ultima volta prima di oggi, l'ingresso di Los Angeles alle World Series. Nello stesso anno nasceva il partente di LA di stanotte, Clayton Kershaw, autore di una prestazione di tutto rispetto con 3 valide ed un punto subito in 6 inning lanciati con 5 eliminazioni al piatto. Il successo ha permesso al 29enne mancino di raggiungere il mitico Burt "Happy" Hooton al primo posto del numero di vittorie in gare di post-season nella storia della franchigia.
La gara, dicevamo, è stata a senso unico ed ha visto tra i protagonisti Enrique Hernandez, autore di 3 fuoricampo, tra i quali un grande slam e 7 punti battuti a casa. L'esterno sinistro portoricano pareggia il record di punti battuti a casa in una partita delle Championship Series e decimo giocatore a realizzare 3 fuoricampo in una gara di post-season, primo dei Dodgers. Nelle NLCS non si vedeva una cosa del genere dai tempi di Bob Robertson, prima base dei Pittsburgh Pirates che li realizzò durante gara2 del 1971 contro San Francisco, mentre nella ALCS è più recente l'immagine del seconda base Adam Kennedy che con i Los Angeles Angels of Anaheim li realizza in gara5 del 2002 (contro i Minnesota Twins).
MVP di queste NLCS il duo Justin Turner e Chris Taylor, autentiche spine nel fianco del monte di lancio dei Cubs. Turner ha battuto .353 con 2 fuoricampo, 6 punti battuti a casa e 5 basi per ball conquistate, Taylor ha chiuso la serie con una media battuta di .316 con due fuoricampo, 3 punti battuti a casa e 4 basi per ball conquistate. E' il secondo anno consecutivo che vengono nominati due MVP. Lo scorso anno toccò a Jon Lester e Javier Baez e prima di allora bisogna risalire la 1990 con il duo dei Cincinnati Reds Randy Myers e Ron Dibble.
Per i Cubs, che per il terzo anno consecutivo raggiungono le NLCS, è tempo di analizzare la stagione, la prima affrontata da campioni in carica dopo quella del 1909. Le critiche più feroci sono state mosse a Joe Maddon in merito alla fallimentare gestione del bullpen. Theo Epstein, "deus-ex-machina" di questi Cubs, si è però mosso immediatamente nella difesa di uno dei migliori manager della MLB. La percezione che le cose si mettessero male per i padroni di casa è stata ben chiara per i circa 43mila presenti già al terzo inning quando il partente Josè Quintana viene rilevato da Hector Rondon dopo aver subito, senza out, un doppio di Taylor, un singolo di Tuner (per il provvisorio 0-3), e i singoli di Bellinger e Puig. Rondon entra in situazione di basi piene e subisce il Grande Slam di Hernandez che ammutolisce il Wrigley Field. Al quarto inning tocca a John Lackey rilevare Rondon, ma le cose non migliorano. Due singoli di Taylor e Bellinger, un lancio pazzo che li spinge in posizione punto, ed il doppio di Logan Forsythe per lo 0-9. Nella parte bassa del quarto inning il fuoricampo di Kris Bryant non serve a scuotere l'attacco dei Cubs, ma solo per le statistiche.
A chiudere definitivamente lo score sarà il fuoricampo di Hernandez da due punti su Mike Montgomery al nono inning, poi la festa a Los Angeles può iniziare. I Dodgers sono leader del "Senior Circuit" per la 22esima volta, ad una vittoria dai San Francisco Giants che detengono il primato dei "pennant" con 23. La franchigia, nata nel 1884 a Brooklyn e trasferita a Los Angeles nel 1958, ha vinto il titolo per 10 volte da quando si è stabilita a Los Angeles.
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