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“Non lasciamo morire questo nostro, amato baseball”

Leggo ogni giorno articoli e interviste che la redazione di Baseball.it produce accuratamente. Talvolta faccio anche qualche giro più ampio, navigando tra notizie vere e "fake news". Devo però dire che, da uomo di sport ed ex-atleta, fa davvero male vedere in che condizioni siamo ridotti. Tanti sacrifici, tante rinunce, vittorie, sconfitte, per arrivare al nulla. Non migliorare lo stato delle cose è una sconfitta della mia generazione: non siamo riusciti a produrre dirigenti di livello in grado di dettare le regole e impartire ordini per cambiare in meglio, sia il livello che la situazione dei nostri giovani. Non abbiamo il coraggio di dire loro la verità: siamo vicino alla morte del baseball e loro (i ragazzi), con questo sport, non avranno un futuro assicurato. Non si è capito, o non si è voluto capire, che bisogna iniziare tutto daccapo. E poco centrano gli sponsor (purtroppo nessuno investe nel baseball).
Tutti, e dico tutti, dovrebbero fare un esame di coscienza. Tutti dovrebbero adeguarsi alle proprie possibilità, senza correre il rischio di partecipare da spettatori e poi fallire dopo un paio di stagioni. La Federazione dovrebbe modificare i campionati cercando di far spendere il meno possibile alle società, giocare di più (siamo uno sport povero), sacrificarsi per qualche stagione e poi eventualmente alzare l'asticella ma non subito di colpo, un po' per volta. Ciò vuol dire radicare nella mente dei dirigenti la possibilità di poter migliorare anno dopo anno. Adesso con l'apertura dei comunitari, andremo incontro ad un ulteriore indebolimento del nostro movimento e dei nostri ragazzi. Sicuramente chi avrà la possibilità prenderà un giocatore già fatto piuttosto che uno da formare. A mio avviso il Consiglio Federale dovrebbe imporre le regole a cui le società devono adeguarsi. Ho sempre forti dubbi che si mettano d'accordo e sono anche certo che non ci sarà nessuna Lega. Nessuno ha voglia di uscire dal campionato italiano e perdere i posti in Europa (cosa direbbero allo sponsor?). Spero quindi che questa Federazione faccia una scelta drastica allineando tutti al progetto FIBS (se la FIBS ha un progetto), ricordando che i soldi sono pochi e che le squadre devono giocare.
E vengo al mio Nettuno. Una tristezza vedere la nostra storia calpestata senza rispetto. Non è giusto per tutte quelle persone che non ci sono più (giocatori, dirigenti, tifosi), coloro che hanno contribuito a far si che la nostra storia diventasse leggenda, come recitava un vecchio striscione che ha fatto epoca. Il bello di essere nettunese era di essere "poveri e vincere contro i ricchi", le grandi potenze del Nord, come Milano, Parma, Bologna, Rimini. Disputare battaglie epiche contro Grosseto, un'altra grande città che ha contribuito a scrivere la storia del baseball italiano, essendo dopo Milano, Firenze e Roma – in epoche diverse – insieme al Nettuno, le uniche squadre a portare il tricolore fuori dall'Emilia-Romagna. Questo era il Nettuno, Davide che batteva Golia. Una famiglia, tutti con un solo obiettivo. Davvero tutti per uno e uno per tutti. Vedere adesso due squadre è una sconfitta di tutta la comunità. Non vinceremo mai più dividendo le forze, si fa solo il gioco degli altri. Per non parlare poi delle emozioni vedendo (per esempio) Trinci da una parte, D'Auria dall'altra e mi dico ma come è possibile? Per non parlare poi dei coach, tutti schierati chi da una parte chi dall'altra… non so. Vorrei ricordare a tutti i giocatori o i ragazzi di Nettuno che il difficile è vincere proprio a Nettuno, non a Bologna, Rimini o San Marino dove trovano squadre gia formate e l'inserimento è molto più facile. Del resto sarebbe stato molto più facile per giocatori del calibro di Ubani, Taglienti, Masin (giusto per fare qualche nome) cambiare squadra e andare in un organico come ad esempio quello del Rimini doce c'erano Carelli, Ceccaroli, Mike Romano, oppure del Parma con Fochi, Valle, Bianchi, Tondi, Schianchi. Entrando in squadre così era molto più facile vincere e avemmo vinto di più anche noi. Invece abbiamo preferito restare a Nettuno, a lottare e raggiungere i risultati con la nostra squadra. Il difficile sta proprio nel prendere la squadra per mano, caricarla sulle spalle e guidarla alla vittoria e per fare questo ci vogliono attributi e cuore oltre l'ostacolo. Si va avanti soltanto con unione di intenti altrimenti saranno sempre e soltanto degli spettatori e non protagonisti del campionato Italiano.
Personalmente spero di vedere una sola squadra partecipante al massimo campionato ma soprattutto che il mio stadio torni a splendere di luce propria e soltanto per il baseball, come in passato e non per altri scopi. Agli Europei del 1991 due ore prima l'inizio della partita in programma alle 21 erano già presenti allo Steno Borghese per il riscaldamento almeno 5.000 persone. Uno spettacolo. Finali di tutti i tipi, partite storiche e memorabili, questo deve tornare ad essere il Nettuno Baseball altrimenti non ha senso continuare con i dispetti personali. Mi sono dilungato. Oggi è andata cosi. Troppo e tanto ancora ci sarebbe da dire. Speriamo solo di risollevare le sorti o fare comunque qualcosa di buono per il nostro sport.

 

Ruggero Bagialemani

Ruggero Bagialemani è nato a Roma nel 1963. Inizia a giocare sin da bambino e si mette in luce già nelle giovanili. La sua carriera da giocatore è piena di successi, mentre l'ultima affermazione da allenatore è quella ottenuta l'anno scorso in Coppa Italia. E' alla guida della formazione verde-azzurra dal 2002 (con una interruzione nel 2009 e 2010, quando allenò il Grosseto) dopo aver vinto come giocatore 4 scudetti, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee, 2 coppe Italia e 3 coppe Ceb. Ha al suo attivo 14 "guanti d'oro", 10 come interbase e 4 da terza base. Bandiera per anni della Nazionale (convocato per ben 18 anni consecutivi, dall'82 al '98) con la quale ha vinto - unico in Italia - quattro campionati europei. Della formazione azzurra detiene ancora il record di presenze e battute valide, nell'89 è stato eletto miglior giocatore d'Europa e convocato con la All Star del resto del mondo nella partita disputata (e vinta) ad Atlanta nel '90. Di lui si ricorda anche la valida decisiva, agli extra inning, contro l'Australia a Grosseto, che portò l'Italia alla seminifale del Mondiale '98 e poi al quarto posto, miglior risultato di sempre mai raggiunto dagli azzurri. Vanta anche la partecipazione a 3 Olimpiadi, 7 campionati del Mondo e 5 coppe intercontinentali. Detiene ancora il record di battute valide (1.348) con il Nettuno, di cui è stato per 10 anni il capitano, vanta anche uno scudetto nei ranghi di dirigente nel 2001. Bagialemani detiene anche un singoolo primato: quello di 7 valide in un solo incontro (storico derby vinto dal Nettuno sull'Anzio per 44-0). Da quando guida la squadra laziale ha raggiunto quattro volte la finale scudetto, le ultime tre consecutive perse a gara-7.

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