Manca poco meno di un mese al "Pitcher and catcher report", il momento in cui le franchigie della Major si ritrovano aprendo così ufficialmente la nuova stagione. Tra il 13 ed il 14 febbraio si raduneranno infatti lanciatori e ricevitori delle 30 squadre, mentre mercoledì 21 febbraio, con la gara tra Arizona Diamondbacks e la squadra dell'Università dell'Arizona State (i Sun Devils), si darà il via alle partite degli spring-training che proseguiranno ininterrottamente fino al 27 marzo. Due giorni dopo, giovedì 29 marzo, scatterà invece la regular season che si concluderà il 30 settembre. Le franchigie qualificate dopo le fatidiche 162 partite daranno il via alla post-season dal 2 ottobre con la disputa delle wild-card. Le World Series sono in programma dal 23 al 31 ottobre. Nel mezzo della regular season, il 17 luglio, al Nationals Park di Washington andrà in scena l'89esima edizione della All Star Game.
La stagione che si appresta ad iniziare ha già delle particolarità. Per la prima volta dopo 50 anni tutte e trenta le franchigie disputeranno l'Opening Day lo stesso giorno. Era dal 1968 che non accadeva, allora erano soltanto 20 le squadre di MLB. Anche la partenza a marzo rappresenta una novità (escludendo gli "eventi internazionali"), con l'eccezione degli anni 2003, 2008 e 2013, quando comunque si è partiti il 30. Come nel 2013 ogni franchigia giocherà 19 volte contro le quattro squadre della propria Division per un totale di 76 gare, sei o sette partite contro ciascuna altra squadra della propria Lega, ed un totale di 20 sfide di Interleague. I Los Angeles Dodgers e San Diego Padres giocheranno una serie di tre partite presso l'Estadio de Béisbol Monterrey a Monterrey, in Messico, dal 4 al 6 maggio, mentre i Minnesota Twins e gli Cleveland Indians giocheranno una serie di due giochi all'Hiram Bithorn Stadium di San Juan, Porto Rico, il 17 ed il 18 aprile.
Sono 6 i nuovi manager che si apprestano a guidare le rispettive squadre nella stagione 2018: due della American League (Red Sox e Yankees) e tre della National League (Phillies, Nationals e Mets) per la Esat Division, il sesto è della Central Division della AL (Tigers). E' la prima volta in 26 anni che Red Sox e Yankees si presentano contemporaneamente con un nuovo manager, e per entrambi i casi si tratta di esordienti. A Boston per sostituire John Farrell, licenziato lo scorso 11 ottobre, è stato scelto Alex Cora, fresco vincitore delle World Series come "bench coach" con gli Astros. Il 42enne portoricano, che ha vinto il titolo da giocatore nel 2007 proprio con i Red Sox, avrà l'ingrato compito di sostituire un manager come Farrell che in cinque anni ha portato a Boston alla conquista delle World Series (2013) e tre "pennant" di Division (2013, 2016 e 2017). La scelta era stata fatta già pochi giorni dopo il licenziamento di Farrell, ma visti gli impegni di Cora si è attesa la fine delle World Series per darne l'annuncio ufficiale. Gli Yankees invece dopo aver mandato a scadenza il contratto di Joe Girardi, che in 10 anni alla guida degli "Yanks" ha conquistato un anello (2009) e tre "pennant" di Division (2009, 2011, 2012), hanno atteso fino al primo dicembre per scegliere nel novero di ben 13 candidati Aaron Boone che dopo l'addio al diamante nel 2009 si era alternato tra radio e tv come analista e commentatore. Anche l'altra metà della Grande Mela si è trovata costretta al cambio di guida tecnica. Il ritiro del 68enne Terry Collins, che è rimasto comunque nel "front-office" della squadra, ha costretto i Mets a scegliere un nuovo manager ed alla fine la proprietà si è orientata su Mickey Callaway. Collins ha lasciato dopo 7 controversi anni chiusi con 551 vittorie e 583 sconfitte (.486), due presenze nelle post-season ovvero una sconfitta alle World Series contro Kansas City (2015) e una wild-card persa contro San Francisco (2016). Il 42enne Callaway è stato prelevato dai Cleveland Indians, dove ricopriva il ruolo di "pitching coach" dal 2013. Probabilmente la scelta è caduta su di lui perché il monte di lancio è stato una delle note dolenti di questa ultima stagione dei Mets e Callaway ha "prodotto", tra le altre cose, il Cy Young Award 2014 Corey Kluber, e i record degli Indians nel 2017: numero di vittorie (102), media PGL (3.30), e numero di strike-out (1614, quest'ultimo ranking conquistato per il quarto anno consecutivo). Nella East Divison di National League cambiano anche i Nationals che non rinnovano il contratto a Dusty Baker ed affidano il roster a Dave Martinez. L'annuncio dell'addio a Baker viene dato lo scorso 20 ottobre dopo che per il secondo anno consecutivo Washington, dopo aver vinto la Division, non riesce a conquistare la National League Division Series. Baker chiude un biennio contradditorio con i Nats: imbattibili nella Regular Season chiuse 192-132 (.593), fallimentari nelle post-season (sconfitti per 2-3 contro i Dodgers nel 2016 e contro i Cubs nel 2017). Il 53enne Martinez è stato prelevato dai Chicago Cubs, dove ricopriva il ruolo di bench coach dal 2015, anno nel quale ha vinto le World Series. Con lo stesso ruolo è stato utilizzato anche dai Tampa Bay Rays dal 2008. Il terzo cambio di manager nella East Division di NL è dei Philadelphia Phillies che dopo due stagioni e mezzo con Pete Mackanin (174 vittorie, 228 sconfitte), lanciano alla guida del roster l'esordiente Gabe Kapler, ex Direttore dello Sviluppo dei Dodgers, senza esperienza di coaching o manageriale. L'unica franchigia a scegliere un manager "di lungo corso" è stata quella dei Detroit Tigers che ha affidato la squadra a Ron Gardenhire. Lo scorso 22 settembre i Tigers hanno ufficializzato l'intenzione di non rinnovare il contratto a Brad Ausmus che chiude la sua esperienza nella Città dei Motori con 314 vittorie e 332 sconfitte (.486), ed un solo pennant di Central Division di AL (2014). L'esperienza nell post-season si chiuse senza vittorie visto lo 0-3 con cui gli Orioles si imposero nelle Division Series. Il 60enne Gardenhire arriva con alle spalle ben 13 anni da manager dei Twins (2002-2014), nei quali ha ottenuto 1068 vittorie, 1039 sconfitte (.507) in Regular Season, 6-21 (.222) in 6 apparizioni nelle post-season ed un titolo di "Manager of the Year" nel 2010.
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