Categories: Baseball Ciechi

Opening Day 2018: derby sardo, Roma-Fiorentina e Umbria-Bologna

Signori, ci siamo! Stop a televoti, pronostici, analisi. La parola passa finalmente al diamante. Da domani, domenica 18 marzo, mazze, guantoni, palette e gesti tecnici saranno gli unici storytellers della 22esima stagione del baseball giocato da ciechi, che ci regalerà subito un Opening Day particolarmente appetitoso con ben tre sfide incerte e molto equilibrate: aprirà il programma di giornata l’attesissimo derby sardo tra Cagliari Tigers e Thurpos sul Comunale di Iglesias, playball fissato per le 10.
Sarebbe troppo facile scivolare in facili ironie ipotizzando “botte da Thurpos” sul diamante iglesiente, ispirandoci anche noi a “Sos Thurpos”, maschere tradizionali del Carnevale di Orotelli che in barbaricino significa appunto “cieco”. È innegabile che la stracittadina cagliaritana di domenica si svilupperà ed infiammerà di tinte particolarmente accese e rivestirà un significato umano, culturale e storico che supera quasi la valenza squisitamente sportiva dell’evento: in palio c’è l’egemonia dell’AIBXC in Sardegna.
In campo i Tigers, dal 2011 regolarmente iscritti al Campionato, affidati da qualche anno al pugno di ferro delle “Iron Ladies” Sandra Gallus e Nina Di Leo, sotto la supervisione dei vulcanici Gianguido Marzi e Mario Trogu, coadiuvati dall’esperienza di Ester Deplano, Luigi Salis come dal dinamismo di Pierluigi Cruccu e Luca Gaviano. Coaching staff e roster Tigers sicuramente indeboliti dalla fuga di cervelli dei “dissidenti” Thurpos, che tuttavia ritengono ancora di poter esprimersi ad alti livelli in virtù di un attacco da sempre esplosivo, guidato da capitan Antonello Lai, Remigio Zucca, Alessandro Pretta, Salvatore Cocco, Giuseppe Scanu e Simone Scalas, puzzle muscolare in cui cercheranno di integrarsi i rookies Alberto Sciola e Giangiacomo Bonomo, sbarbatelli più vicini ai 50 che ai 40. Il tallone d’Achille ancestrale per i Tigers è sempre stato rappresentato da una difesa porosa e poco incisiva, aspetto su cui Gallus e Di Leo si sono concentrati nel corso di un inverno clemente sotto il profilo meteorologico che ha permesso ai Tigrotti di affinare sinergie di squadra in diamante.
Di fronte alle Tigri figurano gli Sos Thurpos. Dieci guerrieri assatanati in campo, di cui 8 reduci dall’esperienza maturata con i cugini: ragazzi, uomini e vecchietti terribili, guidati da manager Paolo Cicone, che naturalmente non vedono l’ora di sgambettare gli ex-compagni di viaggio Tigrotti.
A seguire, inizio fissato per le ore 11 sul Comunale di Pian di Massiano (Perugia), un Classic del nostro batti e corri tra la Roma All Blinds e la Fiorentina BXC. Ennesimo capitolo di una rivalità infinita che spesso si riaccende proprio nella giornata inaugurale della nostra regular-season. Capitolini che ci sentiamo ancora di indicare come “Legitimate Contenders” al titolo, bruciati sul filo di lana l’anno scorso nella Finale tricolore, beffati dai Patrini Malnate all’ultimo inning. I romani si presentano ai nastri di partenza forti di un roster consolidato e già protagonista di trionfi convincenti ottenuti nelle ultime stagioni, affidato anche quest’anno al pragmatismo contro-corrente del binomio Marco Corazza-Susanna Campati, manager sanguigni, votati al successo, che anche in questa stagione potranno contare sul guanto affidabile in seconda del giovanissimo Giacomo Azzaro, figlio del decano Fabio, a cui darà certamente una mano la new-entry Laura De Cosmis, proveniente dall’underground softball capitolino. Scorrendo rapidamente il line-up romano, All Blinds costretti a salutare Serena Reggi e Florin Vintila, approdati alla matricola Umbria Redskins, come il senegalese Ousmane Mbengue, fermato da difficoltà logistiche. Confermato tuttavia il cuore pulsante della compagine di Corazza, trascinata in campo dalla grinta di capitan Alfonso “Talpone” Somma, dalla longevità atletica di Daniela Pierri, dall’inesauribile polmone ever green di Peppe “Mani di Seta” Checchi, come dalla rapidità sulle basi di Federico “Il Principe” Bassani, Piergiuseppe Leonardo e Moutie Abidi, in attesa della consacrazione definitiva dell’ottimo interno Giorgio Napoli, alla sua seconda stagione.
Dall’altra parte, una Fiorentina BXC sorniona, comunque pericolosa, che al termine di una lunga e tormentata fase di restyling dopo lo scudetto 2015, si sente ormai pronta ad alzare la voce ai piani alti della classifica grazie ad una maturazione, ormai prossima, di un cocktail che mescola veterani e giovani arrembanti sotto la guida del carismatico manager Marco Acciai.
Skipper gigliato che dopo aver sfiorato un clamoroso upset nella Finale di Coppa Italia 2017 contro i Patrini Malnate pigliatutto, farà valere sui nostri diamanti il proprio approccio futurista al gioco, perfettamente trasmesso ad un line-up collaudato e tignoso, guidato da veterani d’esperienza come Capitan Danilo Musarella e Andrea “Gegge” Lazzarini, sostenuti dall’eterna classe dei Senatori Cascio, Comuniello e Bernardini, a cui si affiancano prospetti vicini all’esplosione definitiva, per quanto precoce, come il nigeriano Smart Friday, messosi in luce già nella sua rookie season 2017, Raucci e Riggio.
Fiorentina che accoglie con entusiasmo l’ingresso degli assistenti Burci, Tavanti e Bicchierai, a supporto dei collaudati Acciai, Cerreti, Carnati e Miglietta, costretta tuttavia a privarsi dell’impareggiabile competenza ed esperienza umana prima che di campo dei partenti Nardecchia e Signori. Roma favorita domenica in virtù di una certa abitudine a vertigini da alta classifica, ma toscani che, potete contarci, faranno parecchi scalpi quest’anno.
A chiudere questo Opening Day, playball ore 14, sfida del tutto inedita tra gli esordienti Umbria Redskins e i veterani Bologna White Sox: “La meglio gioventù perugina” opposta alle velleità espresse dalle fondamenta del nostro batti e corri. Pellirossa perugini già ampiamente presentati e analizzati da queste pagine: caleidoscopio tra veterani (Bottarelli e Pierini su tutti) ed esuberanza dei prospetti Vintila, Reggi, Quinci, a cui il vivaio umbro, rappresentato da Radicchi e Cannas, proverà a dare manforto. Redskins di manager Ciconi decisi a vendere cara la pelle in una sfida che, logicamente, pende decisamente dalla parte dei White Sox, anche in virtù di un’emozione comprensibile e pienamente giustificata che potrebbe tradire i perugini di fronte al sold-out dell’impianto umbro.
Bologna che approderà al Pian di Massiano guidata in dug out dall’esperto binomio di manager rappresentato da Lauro Lanzarini e Ricky Matteucci, ispirata in campo dall’esperienza e carisma del veterano Giancarlo “Vecchia Ciabatta” Berganti, convinto dallo staff felsineo a posticipare il proprio addio all’attività agonistica.
White Sox versatili come sempre, completi e temibili sulla carta, ma che anche quest’anno dovranno assolutamente evitare quei black-out mentali che troppo spesso ne hanno pregiudicato prestazioni e piani ambiziosi, impedendo ad una tra le squadre fondatrici del nostro batti e corri di riportare nella bacheca felsinea un titolo che manca ormai da oltre un decennio.
Petroniani con le carte perfettamente in regola per evitare la trappola perugina, a patto che i funambolici Driss Sahli, Filmon Yemane, Veronese, Berganti stesso e Walter D’angelillo carichino subito il bazooka al piatto e si presentino in difesa concentrati, faccia cattiva, sin dal playball.
Ed ora, come dichiarato nell’incipit di questo splendido viaggio, parola al diamante. Let’s playball!

Matteo Briglia

Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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