Dopo tutte le "menate" dello scorso inverno siamo al play-ball? Ma di che campionato? A otto squadre, con la grossa novità di nessun limite all'impiego in campo dei giocatori. Due volte in un fine settimana con la possibilità del lanciatore straniero sul monte. Squadre che potrebbero essere senza un italiano vero in campo. "Vuolsi così colà dove si puote", in qualunque senso vogliate intenderla.
Intanto forse è già qualcosa che in campo ci si vada anche nel 2018. Ma per sole 28 partite di regular season: troppo poche! Meno dell'anno scorso, che era un campionato d'emergenza, zoppo. Ma il fuoco cova ancora sotto la cenere. Fra le cosiddette "grandi" e la federazione rimane un abisso. Come nel gioco dell'oca, si è tornati alla partenza, e forse si scoprirà che si è solo perso un anno. Il rischio è quello di trovarsi, prima o poi ma nell'arco dei prossimi 300 giorni di nuovo nella stessa situazione. L'allargamento, ad oggi, continua da essere un'idea, che per essere attuata dovrà far assomigliare ancor di più la serie A1 alla serie A2 di quest'anno, cosa che c'è chi non vuole assolutamente. E se quella 2019 non sarà una serie A1 a 12 per l'attuale dirigenza non ci saranno alternative alle dimissioni. E ci sarà probabilmente chi lavorerà esclusivamente per questo.
Poi… Senza scendere nel dettaglio di nuove regole che sconvolgeranno quello che era l'impiego dei lanciatori in partita, in primis c'è sicuramente la squadra che l'anno scorso ha vinto lo scudetto che ha una buona dozzina di nuovi nomi in ingresso! Con stranieri, al momento, tutti nuovi e non confermata gente come Infante, Teran, Richetti! Un qualcosa di quasi impensabile. Un Rimini che il nuovo presidente, Pillisio, che ha ricevuto il testimone da un mito come Zangheri, ha voluto con i nomi dei giocatori sulla schiena. Bella cosa. Il baseball era negli anni 70 l'unico sport che li aveva, imitato in seguito da altri. Adesso quasi era l'unico senza: un dirigente di società mi ha detto che i nomi dei giocatori non pagano uno sponsor sì.
Ci sono comunque altre cose mai viste in un campionato a livello di prima serie. La situazione Nettuno, dove ritorna il derby. Con da un lato l'Angel Service che, tolto Andreozzi fra i lanciatori, non avrà un giocatore che è uno in campo della formazione tipo dell'anno scorso. Dall'altro il Nettuno-Academy, ripescato, che di "quelli" ne ha almeno cinque o sei.
C'è il Parmaclima a propulsione cubana, grazie ai rapporti di Max Fochi, e dove la gente continua a tornare, e nelle mani di Gianguido Poma dopo il passaggio di Gibo Gerali in nazionale. C'è una T&A San Marino che non è che abbia cambiato poco con i suoi ritorni in Italia di pregio: Maestri e Colabello, se veramente arriverà, e affidata alle cure di Chiarini dopo il di Nanni.
Alla fine l'Unipolsai è quella che, nonostante le partenze di peso, come quelle di Ambrosino e Sambucci, assomiglia di più a quella dell'anno passato.
Infine lo strano caso del Padova che di otto fra nuovi "stranieri-stranieri" e comunitari più o meno ufficialmente annunciati si è trovata, in un modo o nell'altro, con quattro spariti al momento del via alla stagione.
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