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Baseball italiano? Sempre peggio…

Sono più di 10 anni che predico la riforma dei campionati, ma le mie parole e le mie preghiere sono cadute nel vuoto. E' iniziato il campionato (sarebbe più giusto chiamarlo torneo, 28 partite) da due settimane e gia rischiamo di restare zoppi. Aldilà o meno della rinuncia del Nettuno City è comunque una grande sconfitta vedere un campionato nazionale a 8 squadre con 2 squadre di Nettuno (cittadina del litorale laziale con circa 50.000 abitanti) senza però chi effettivamente ha vinto le serie inferiori e ha rinunciato o non ha (giustamente) voluto partecipare a questo torneo, aggiungo io, per pochi eletti. Parliamoci chiaro: ci sono 4-5 squadre che possono permettersi di fare acquisti di livello e lottare per lo scudetto, le altre giocano per farli divertire.
Siamo entrati da parecchio in un vicolo cieco, imboccando una strada senza ritorno, con un campionato monco a 2 partite permettendo a squadre vicine di giocare il venerdì da una parte e il sabato dall'altra e, invece, ad altre squadre di giocare in trasferta venerdì sera e sabato sera facendo spendere cifre importanti per 35 persone, pernottando due notti in hotel. Quando, per esempio, la seconda partita potrebbe essere giocata il pomeriggio cosi da ridurre i costi dell'hotel ad un solo giorno. Comunque andiamo avanti…
Non si prende consapevolezza che non gira più un euro nel mondo del baseball (a parte le sopracitate "grandi"). Immaginate quindi un campionato dove solo 5-6 squadre possono permettersi di iscriversi e la Federazione, invece di andare incontro alle società più "deboli" e che si sacrificano per il bene di questo sport e dei nostri giovani (che in passato ci hanno coperti di gloria), fa un campionato per le "grandi" poi quello che succede succede. Non importa che diminuiscono atleti, società, e si cala sempre più. Per gli atleti italiani c'è lo svincolo quindi non sono liberi, per i comunitari non c'è una legge che regola i loro movimenti. Se un club offre di più della società che lo aveva scoperto l'anno precedente lo perde senza neanche un riconoscimento. Per gli stranieri è stato sempre cosi.
E allora, dico, visto che non girano soldi, che gli atleti diminuiscono di anno in anno, considerato che sui quotidiani nazionali siamo dietro anche alle bocce o non esistiamo, facciamo un bagno di umiltà riconoscendo i nostri errori e ricominciamo daccapo. Prendiamo in considerazione un campionato con più partite prediligendo la territorialità a più gironi e togliendo vincoli su campi e illuminazione (ho 40 anni di baseball tra giovanili, Serie A e come allenatore, non ho quasi mai giocato con i materassini e non si è fatto mai male nessuno per questioni non tecniche), spese superflue a carico delle società comprese le partite in notturna (molte realtà hanno problemi con le amministrazioni locali e si indebitano, quindi occorre giocare anche di giorno). Bisogna, a mio avviso, riformare il campionato, contare le società e farle giocare 3 giorni in mezzo alla settimana per distanze sotto i 100 km e tenersi il doppio incontro per il fine settimana anche in un solo giorno. Salvaguardando, chiaramente, gli atleti italiani. Ai play-off arriveranno nei primi anni sempre le solite per poi successivamente campionati di livello sempre più competitivo. Il risultato non sarà immediato ma sono sicuro che nel giro di 5-6 anni il livello tornerà buono e progressivamente si migliorerà per arrivare ad un grande campionato dove i costi per le società saranno minimi e dove possiamo dare la possibilità a tutti di partecipare per un traguardo e non sempre tornei scontati.
E' una mia personalissima idea. Non dico che sia per forza giusta ma se non cambiamo siamo già spariti da tutto e finiremo per morire. Spero con il buon senso di tutti: è difficile perché nessuno pensa al bene di questo sport ma soltanto alla propria squadra e all'oggi. Occorre tenere però conto che non può esserci un futuro senza un cambiamento radicale che faccia giocare di più e salvaguardi gli atleti italiani.
La speranza è di poter vedere un campionato con 4-5 gironi, ciascun girone a 6-8 squadre, più i play off. E con l'augurio che tornino anche i tifosi negli stadi, oggi vuoti, dove quando va bene si arriva a 200 persone a partita.

 

Ruggero Bagialemani

Ruggero Bagialemani è nato a Roma nel 1963. Inizia a giocare sin da bambino e si mette in luce già nelle giovanili. La sua carriera da giocatore è piena di successi, mentre l'ultima affermazione da allenatore è quella ottenuta l'anno scorso in Coppa Italia. E' alla guida della formazione verde-azzurra dal 2002 (con una interruzione nel 2009 e 2010, quando allenò il Grosseto) dopo aver vinto come giocatore 4 scudetti, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee, 2 coppe Italia e 3 coppe Ceb. Ha al suo attivo 14 "guanti d'oro", 10 come interbase e 4 da terza base. Bandiera per anni della Nazionale (convocato per ben 18 anni consecutivi, dall'82 al '98) con la quale ha vinto - unico in Italia - quattro campionati europei. Della formazione azzurra detiene ancora il record di presenze e battute valide, nell'89 è stato eletto miglior giocatore d'Europa e convocato con la All Star del resto del mondo nella partita disputata (e vinta) ad Atlanta nel '90. Di lui si ricorda anche la valida decisiva, agli extra inning, contro l'Australia a Grosseto, che portò l'Italia alla seminifale del Mondiale '98 e poi al quarto posto, miglior risultato di sempre mai raggiunto dagli azzurri. Vanta anche la partecipazione a 3 Olimpiadi, 7 campionati del Mondo e 5 coppe intercontinentali. Detiene ancora il record di battute valide (1.348) con il Nettuno, di cui è stato per 10 anni il capitano, vanta anche uno scudetto nei ranghi di dirigente nel 2001. Bagialemani detiene anche un singoolo primato: quello di 7 valide in un solo incontro (storico derby vinto dal Nettuno sull'Anzio per 44-0). Da quando guida la squadra laziale ha raggiunto quattro volte la finale scudetto, le ultime tre consecutive perse a gara-7.

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