Milano e tutto il baseball italiano perdono uno dei personaggi più carismatici della propria storia. All'età di 90 anni (compiuti lo scorso 16 gennaio) è scomparso Goliardo Zanella, il deus ex machina della Grande Europhon, l'uomo che ha costruito quella squadra leggendaria e che per una decina d'anni ne ha guidato le sorti. Zanella in pratica era l'alter ego di Cameroni fuori dal campo: Gigi comandava dentro le linee di foul, Goliardo dirigeva le operazioni fuori. Ma i due, insieme, misero in piedi quella che è stata una delle più grandi squadre della storia del baseball italiano.
Mantovano di Borgoforte, dove era nato nel 1928, aveva scoperto il Baseball a Milano dove si era trasferito, ed aveva cominciato a giocare nella Libertas Inter dei primi anni Cinquanta, diventando poi anche segretario di quella società guidata dai coniugi Galeone. All'inizio degli anni Sessanta, però, Zanella è protagonista della svolta che scriverà la storia del Milano: interpellato da Cameroni, che era a caccia di un nuovo posto di lavoro per Angelo Novali (che altrimenti rischiava di saltare gli Europei con la Nazionale), Goliardo comincia ad entrare nel giro del Milano e di lì a poco, con l'aiuto di Gianni Ghitti, convince il patron dell'azienda di elettronica Andrea Zenesini a sponsorizzare il baseball. Zanella diventa così di fatto non solo il garante della sponsorizzazione più felice del baseball milanese, ma anche dirigente in prima persona all'interno del club.
Con Zanella dietro la scrivania di vicepresidente e di general manager, dal 1961 al 1970, il Milano ha vinto 8 scudetti, 2 coppe dei Campioni e una coppa Italia, un ciclo d'oro interrotto dalla fine della sponsorizzazione Europhon, ma ripreso poi, sempre per il prezioso lavoro dietro le quinte di Goliardo, con un ritorno del marchio sulle maglie rossoblù per una stagione, il 1974, mentre lo stesso Zanella era poi rientrato in società come consigliere dal '73 al '77.
Nel frattempo però Goliardo aveva anche affiancato Bruno Beneck nella sua ascesa alla presidenza della federazione, assumendo dal '69 all'84 il ruolo di vicepresidente federale. Non solo, ma grazie alla sua attività politica-sportiva, per cui ha anche ricevuto la Stella di bronzo del Comitato olimpico, divenne anche segretario del Coni Lombardia a cavallo tra glia anni Settanta e Ottanta. E nel 2006 è stato inserito nella Hall of Fame del baseball italiano, unico dirigente della nostra società, dopo Max Ott, ad aver avuto questo onore.
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